Sting si prepara a lanciare sul mercato internazionale, principalmente in Gran Bretagna e Stati Uniti, il suo vino rosso, il cui nome è ancora da scegliere, prodotto nella tenuta toscana 'Il Palagio', una collina di trecento ettari tra Chianti e il Valdarno, dove l'ex Police vive e lavora con la moglie Trudie e i loro sei figli. L'annuncio dello stesso musicista in un convegno sull'agricoltura biologica tenutosi martedì scorso a Figline Valdarno ha fatto rapidamente il giro del mondo ed ha destato molta curiosità sia in America che il Inghilterra, dove anche la Bbc se n'è occupata. Sono circa 30.000 le prime bottiglie che verranno commercializzate a settembre: si tratta di un rosso prodotto con uve di Sangiovese e un tocco di Cabernet e Merlot, che riposa da due anni in barrique. Una parte dovrebbe diventare Chianti docg e un'altra Igt Toscana.
«Non per lucro, ma per gioco e per amore» produce invece vino Lucio Dalla, dalle vigne intorno alla sua casa di Milo, nel Catanese, «qualche migliaio di litri, sia bianco sia rosso, destinati alla mia tavola, al consumo sulla barca e soprattutto agli amici. Vedo che piace molto ai miei ospiti, risponde ai miei gusti e questo già mi basta». Perfettamente in linea con tale “filosofia” la scelta del nome, tutt’altro che commerciale: “Stronzetto dell’Etna”. «Mi dicono che quello bianco sia di qualità veramente eccellente e perciò ho deciso di spiantare gradualmente il rosso ed uniformare la produzione su quella che gli esperti definiscono qualità superiore» sostiene l’artista bolognese che sull’etichetta, disegnata dal suo amico Mondino, compare vestito da derviscio.
Ma Sting e Lucio Dalla non sono da soli in questa sfida musical-etilica. Da tempo, infatti, anche Al Bano, Bruno Lauzi, Ron, Mick Hucknall dei Simply Red e Gianna Nannini producono diverse bottiglie di prezioso nettare.
Per moda o per vera passione le nostre enoteche di fiducia col tempo saranno invase di vini "musicali" che, a questo punto, ci auguriamo possiamo scegliere di acquistare così come accade nei negozi di dischi: invece che un pre-ascolto in cuffia, una pre-degustazione non sarebbe male....
Fonte: Adnkronos, Il giornale