Slow Wine 2013 per chi non c'era

Oltre 700 Km di distanza, mal di schiena da maratona fieristica, freddo e vento siberiani sono annullati completamente quando entriamo dentro la Rampa Nord del Lingotto in una location che, un tempo, doveva essere un parcheggio multipiano per i dipendenti FIAT. 
Slow Wine, la mia guida del cuore per diverse ragioni, ha deciso di fare tappa nella "sua" Torino creando la più grande e ricca degustazione di vino mai realizzata in Italia con oltre 550 aziende che presenteranno più di 1000 etichette.


Avevamo tre ore di tempo, pochissimo per tutt il ben di Dio che c'era, con Stefania pertanto ci siamo limitati a salutare vecchi e nuovi amici che ci hanno accolto con i loro straordinari vini.
Di A' Vita di Francesco de Franco, Cote di Franze e Sergio Arcuri, i tre moschettieri del Cirò, cercherò di scrivere più approfonditamente in futuro perchè i ragazzi meritano un discorso a parte. Anticipo solo che, da quelle parti, c'è grande fervore e stanno uscendo dei vini di grandissima qualità. E mi fermo qua...
Vicino a loro ho avuto il piacere di salutare Nino Barraco e famiglia (bellissima la piccola Alice) che proponeva in degustazione il Grillo 2010, vino Slow, che ogni volta che lo bevo mi incanta per questo equilibrio perfetto tra mare e terra. Gran vino davvero.

I tre moschettieri del Cirò

Tra le fila del Sud anche due grandi vignaioli come Gianfranco Fino e Elena Fucci che, rispettivamente, con l'ES 2010 e Titolo 2010 stanno giustamente ricevendo tutti i premi che meritano.
In Campania, oltre ai grandi fiano, ho trovato un ottimo Sabbie sopra il bosco 2010. Con Giovanni Ascione (Nanni Copè) abbiamo parlato un pò del suo territorio e delle vecchie annate e, d'accordo, abbiamo sottolineato la grande profondità di questo millesimo, uno dei migliori fino ad ora. Accattatevillo!!

Del Lazio non vorrei parlare ma due cose le dico: già i vini della mia Regione stentano a decollare e, se a tutto questo, ci aggiungiamo la maleducazione di alcuni produttori i quali, premiati ed invitati, non solo non vengono a Torino ma neppure pagano un sommelier per fare le loro veci, allora il risultato è davvero avvilente. Cosa ho visto? Un banchetto triste dove su otto posti disponibili solo la metà era occupato dai produttori. Inguardabile ed ingiustificabile il buco lasciato dagli altri. Senza parole. Fortuna che i presenti, Damiano Ciolli, Casale della Ioria, Trebotti e Trappolini, con i loro prodotti assolutamente deliziosi, hanno tenuto botta. Bravi!

In Toscana, invece, come al solito tante conferme e qualche sorpresa. La prima riguarda Il Colombaio di Santa Chiara di Alessio Logi che ha portato una Vernaccia di San Gimignano "Selvabianca" ancora più buona rispetto l'ultima volta che l'ho assaggiata. Elegante, sapida, persistente, di un equilibrio fantastico. Sette euro in cantina, sette....


Altra conferma riguarda Le Casalte di Chiara Barioffi che col suo Rosso Toscano 2010, il loro "base", mi ha davvero convinto per la grande bevibilità e la freschezza. 
Accanto a Chiara c'era poi Poderi Sanguineto, il Nobile Riserva 2007 di Dora Forsoni era incantevole, fossero tutti così i vini da quelle parti...
Più avanti c'era il banchetto di Radda in Chianti e.....chevvelodico a fare!! Un gruppo di amici, prima che colleghi, dove trovare ristoro dalle tante fatiche torinesi bevendo a secchi tutto il possibile. 
Il Baron Ugo Riserva 2009 di Monteraponi è il miglior vino fatto da Michele Braganti fino ad ora. 
Il Chianti Classico Riserva 2009 di Val delle Corti è pura poesia territoriale così come il Caparsino 2008 di Paolo Cianferoni (Caparsa) che, man mano che lo bevo, somiglia sempre più al suo creatore. 
Martino Manetti, non presente fisicamente, ha invece portato un Pergole Torte 2009 e un Montevertine 2009 da paura. Ad oggi meglio il secondo ma, in prospettiva, come al solito, il Pergole promette davvero bene. L'annata, da quelle parti, promette davvero tanto!

Stefy e Paolo Cianferoni
 
Con Roberto Bianchi

Il tempo tiranno, dobbiamo saltare moltissime Regioni ma non possiamo saltare i padroni di casa del Piemonte.
A parte il solito grande timorasso di Massa, del quale uscira a brevissimo un post sulla verticale tenuta a Roma, un plauso va a La Colombera di Elisa Semino che c'ha lasciato un ultimo bicchiere del suo Timorasso Il Montino 2010, poche gocce di nettare che ci hanno fatto capire perchè viene adorata da un pubblico sempre crescente. Una Massa in gonnella!
Tra i rossi apro le danze con un grande piccolo vino: il Grignolino d'Asti 2011 di Luigi Spertino, un capolavoro di leggerezza e florealità che, come scrivono sulla guida, rappresenta "forse la migliore versione mai prodotta di cui Mauro e il padre Luigi vanno giustamente fieri!".
Che vogliamo dire poi dei Barolo 2008? Giancarlo Gariglio, uno dei curatori della guida, ha scritto poco tempo fa che:"In dieci anni di lavoro, perdonate l'autoreferenzialità, e 60.000 bottiglie degustate (sono lontano dal fatidico traguardo dei 100.000...) non mi era mai capitato di imbattermi in un mostro di questo tipo". Come dargli torto?! Ho fatto pochi assaggi di nebbiolo ma la menzione particolare va ad un produttore, Giovanni Rosso, che col suo Barolo La Serra 2008 mi ha davvero conquistato. Di grande complessità e finezza già da ora, non so immaginare come diventerà quando sarà grande in tutti i sensi.

Cavolo ho scritto tanto e qualcuno si sarà annoiato...Buona vita a tutti!










Il robot che vendemmia? Meglio l'uomo.

Sul Corriere della Sera di qualche giorno fa è uscito questo interessante articolo che mette in luce tutte le debolezze del robot vendemmiatore che in Francia speravano risolvesse qualche problema in più. Ed invece....

Il robot viticoltore delude le attese dei vignaioli francesi. Era stato presentato come un vero gioiello tecnologico, capace di rendere meno faticoso il lavoro umano nelle estese vigne transalpine e in grado di risolvere il problema della cronica mancanza di manodopera nell'industria vitivinicola. Ma a quanto pare le capacità di Vin (acronimo che sta per «viticoltura naturale intelligente»), robot ideato dallo scienziato d'Oltralpe Christophe Millot e prodotto dall'azienda Wall-Ye che ha il suo quartier generale a Mâcon, nel dipartimento della Saona e Loira, non hanno soddisfatto l'esigente mondo dei viticoltori francesi. Come racconta un reportage pubblicato su Le Figaro, venerdì scorso è stata organizzata in Borgogna una dimostrazione pubblica per testare l'abilità della "macchina", ma la delusione degli esperti è stata notevole. 


LE CAPACITA' SULLA CARTA - Il robot che è alto 50 cm, ha due braccia e quattro ruote, è dotato di Gps e di sei telecamere. Grazie a queste dovrebbe esaminare lo stato di salute dei vigneti e memorizzare nei dettagli ogni vite. Inoltre ogni giorno - afferma Millot - è in grado di potare 600 piedi di vite. Il prezzo di ogni macchina è di 25.000, ma sulla carta i vantaggi sono enormi: I viticoltori potrebbero disporre di mano d'opera che costa meno e che lavora dal lunedì alla domenica: «E' attivo giorno e notte, non prende vacanza e non fa neppure uno spuntino» ha dichiarato qualche settimana fa l'ingegnere Guy Julien, che ha sviluppato Vin assieme a Christophe Millot. Un'altra importante qualità del robot sarebbe la capacità di registrare le caratteristiche di ciascun ceppo di vigna e di memorizzare le cure di cui necessita. Le eventuali malattie del suolo e lo stato di maturazione dell'uva sarebbero immediatamente monitorate dal robot viticoltore. «Abbiamo creato Vin non per sopprimere posti di lavoro, ma per aiutare i piccoli viticoltori che non hanno i mezzi per assumere nuovo personale» ha più volte dichiarato lo scienziato Millot. 

DELUSIONE - Peccato che le promesse di Vin siano state disattese nella pratica. Il robot - scrive Le Figaro - presenta gravi problemi di batteria e si muove troppo lentamente nel campo. Inoltre anche le sue capacità di esaminare lo stato di salute dei vigneti e di memorizzare nei dettagli ogni vite sono ancora superficiali. Se vogliono convincere davvero i vignaioli francesi a investire nella loro invenzione – dichiara il quotidiano francese - bisogna che i suoi ideatori sviluppino meglio le potenzialità di questa macchina. «Conoscendo la diffidenza verso le nuove tecnologie dei viticoltori transalpini, è necessario che Millot renda impeccabile la sua creatura artificiale» si legge su Le Figaro- In caso contrario è certo che la commercializzazione di questo piccolo gioiello high-tech è rinviata sine die». Ma c'è anche chi la pensa diversamente. Dieci viticoltori avrebbero ordinato il dispositivo e già tre robot sono stati consegnati dall'azienda di Mâcon.


Foto: http://wall-ye.com

Tuteliamo i grandi vini italiani dal presunto vino in polvere

Il presunto scoop di Striscia la notizia è una sorta di segreto di pulcinella, un pò tutti i professionisti del settore sanno che da anni ci sono società estere che producono kit di presunto vino in polvere che vengono venduti con i nomi dei nostri migliori vini: Barolo, Amarone, Chianti fino ad arrivare al Frascati che è stato oggetto dell'attenzione del tg satirico.

Mauro De Angelis, presidente del Consorzio Tutela del Frascati, ha inviato recentemente una lettera al Ministro per le Politiche Agricole Mario Catania scrivendo che "denunciammo negli anni precedenti tale fenomeno ma esso è non è stato, evidentemente, perseguito. Esigiamo la difesa da parte di tutte le Istituzioni competenti, che siamo certi saranno da Lei attivate immediatamente, dei nostri vini e del Frascati nella fattispecie, che tanto hanno contribuito e partecipano alla economia Italiana e che rappresentano una storia ed una cultura da sempre riconosciuta nel mondo". 

Come scritto, la denominazione Frascati è solo la punta di un iceberg che vede lo sputtanamento di molte altre denominazioni storiche italiane tra cui il Barolo DOCG, un vino proveniente da uve nebbiolo che, secondo la società Craft Winemaking, potrebbe essere creato in tre diverse versioni:

Red

Barolo

A rich, dense-textured red, Barolo is full-flavoured and ripe with warm dark fruits, plums and toasted oak.
Red

Barolo Style

Deep in colour, high in tannin, full-bodied and robust this wine is intense on the palate.
Red

Barolo

A robust, Italian-style wine with a light oak flavour and rich fruit.

Pare che queste società di vendita di kit per farsi il vino a casa si facciano anche molta concorrenza tra loro visto che la Northern Brewer (il nome è tutto un programma) di Minneapolis vende il kit per produrre il VERO BAROLO

Selection Original Barolo


Il bello è che, nella descrizione del vino, gli stessi scrivono: "Made famous in Italy's Piedmont region, this Barolo-style is rich in flavor and deep in color, with a rounded oak aroma that lingers on the finish". E certo, il nebbiolo ha un colore molto profondo, lo scambierei col Montepulciano..........

Ma le taroccate vanno avanti e vengono denunciate, anche il Chianti non è da meno, se cliccate qua con soli 50$ potreste comprarvi tutto per produre in casa 30 bottiglie di vino Chianti Style.

E l'Amarone? Come poteva mancare!! L'inglese Happy Brewer vi spedisce a casa la pozione magica per solo £91. Trenta bottiglie anche di questo vino sono garantite, fruttaio magico incluso.

Il mio proposito, per evitare questo schifo, sarà quello di mandare il post ai vari Consorzi di Tutela in modo da invitarli, sempre che ce ne sia bisogno, a tutelarsi in maniera più efficace. Altri "colleghi" wine blogger hanno fatto o stanno facendo lo stesso. Speriamo che, per una volta, l'unione faccia la forza.


Contro Luca Maroni e le Eccellenze dell'Annuario dei migliori vini italiani 2013

Caro Luca, inizio questa piccola lettera con una domanda: perchè?

Perchè premiare Poggio le Volpi come produttore dell'anno? Perchè premiare il loro Donnaluce come migliore vino dell'anno così come accade col Baccarossa valutato al massimo punteggio, cioè 99? Perchè premiare la Cuvée Tradition Brut di Colonnara con 90 punti ed escludere l'Ubaldo Rosi che sta al Prosecco Valdo come come Rita Levi Montalcini sta alla Minetti?

Le cose sono due: o sei bravo te a percerpire nei vini e nei produttori cose che gli altri non vedono oppure dovresti rivedere il tuo sistema di valutazione. Boh.

Per carità, nulla contro Poggio le Voli, grande ed influente azienda del Lazio, o le altre aziende premiate ma, mi scuserai e comunque non te ne fregherà nulla, scorrendo la lista che vedo qua sotto non posso che, turgidamente e polposamente, esclamare:"NON TI STIMO FRATELLO"!


VINI ROSSI - Cantina - Vino - Annata - Punteggio

Jasci & Marchesani - Montepulciano d’Abruzzo Janù - 2007 - 99
Montalbera - Terra del Ruchè - Ruchè di Castagnole Monferrato Docg Laccento - 2011 - 99
Nativ - Eremo San Quirico Aglianico Campi Taurasini Cru - 2009 - 99
Poggio Le Volpi - Baccarossa - 2010 - 99
Cantina Terzini - Montepulciano d’Abruzzo Vigna Vetum - 2008 - 97
Falesco - Montiano - 2010 - 97
Farnese - Edizione Cinque Autoctoni - sa - 97
Feudi di San Marzano - F Negroamaro Salento Igp - 2009 - 97
Feudi di San Marzano - Primitivo di Manduria Sessantanni - 2009 - 97
Firriato - Harmonium - 2010 - 97
Gianfranco Fino Viticoltore - Primitivo di Manduria Es - 2010 - 97
Le Salette - Amarone della Valpolicella Pergole Vece - 2008 - 97
Nugnes - Caleno Falerno del Massico Rosso Riserva - 2009 - 97
Velenosi - Ludi - 2009 - 97
Albea - Lui Nero di Troia - 2010 - 96
Barbanera - Duca di Saragnano - Vecciano - 2010 - 96
Bellicoso - Barbera d’Asti Merum - 2010 - 96
Bove - Montepulciano d’Abruzzo Indio Doc - 2009 - 96
Cantina Diomede - Canace Nero di Troia - 2010 - 96
Cantina Franco Todini - Nero della Cervara - 2009 - 96
Casale del Giglio - Mater Matuta - 2009 - 96
Cirulli Aziende Agricole - Ginepreta - 2009 - 96
Feudi di San Gregorio - Taurasi Piano di Montevergine - 2007 - 96
Icardi - Barolo Parej - 2008 - 96
La Tosa - Gutturnio Doc Superiore Vignamorello - 2011 - 96
La Tosa - Luna Selvatica Colli Piacentini Doc Cabernet Sauvignon - 2010 - 96
Lungarotti - Rubesco Vigna Monticchio Riserva - 2007 - 96
Marchesi de’ Cordano - Santinumi Rosso - 2007 - 96
Mastroberardino - Taurasi Radici Riserva - 2006 - 96
Nugnes - Falerno del Massico Rosso - 2010 - 96
Pojer & Sandri - Pinot Nero - 2011 - 96
Provinco - Ronco di Sassi - sa - 96
Signae - Benozzo - 2010 - 96
Tenuta di Castiglioni - Frescobaldi - Giramonte - 2009 - 96
Tenuta La Braccesca - Marchesi Antinori - Syrah Bramasole - 2009 - 96
Tenuta Terre Nobili di Lidia Matera - Alarico - 2011 - 96
Baglio del Cristo di Campobello - Syrah Lusirà - 2010 - 95
Cantine Due Palme - Selvarossa Riserva - 2009 - 95
Casavyc di Viviana Filocamo - Temerario - 2010 - 95
Cavalierino - Chiccheio - 2010 - 95
Cottanera - Sole di Sesta - 2009 - 95
Ducato Grazioli - Petit Verdot - 2009 - 95
Mamete Prevostini - Albareda Sforzato di Valtellina Docg - 2010 - 95
Marconi Vini - Lacrima di Morro d’Alba Superiore - 2011 - 95
Maremmalta - Guardamondo Riserva - 2009 - 95
Masi - Osar - 2006 - 95
Maso Unterganzner - Josephus Mayr - Lamarein - 2010 - 95
Montresor - Amarone Doc Riserva del Fondatore - 2008 - 95
Oasi degli Angeli - Kurni - 2010 - 95
Poggio Le Volpi - Primitivo Tator - 2010 - 95
Provinco - Ripa di Sotto - sa - 95
Rocca di Frassinello - Baffonero - 2010 - 95
Sensi - Mantello - 2010 - 95
Signae - Rossobastardo - 2009 - 95
Valle Reale - Montepulciano d’Abruzzo San Calisto - 2009 - 95
Zymè - Amarone Classico Riserva La Mattonara - 2001 - 95
 
VINI BIANCHI

Poggio Le Volpi - Donnaluce - 2011 - 99
Jasci & Marchesani - Chardonnay Rudhir Histonium - 2010 - 98
Nativ - 25 Rare Irpinia Bianco Cru - 2011 - 98
Nugnes - Falerno del Massico Vite Aminea - 2011 - 98
Montecappone - Tabano Bianco - 2011 - 98
Jasci & Marchesani - Chardonnay Rudhir Histonium - 2008 - 96
Lis Neris - Confini - 2009 - 96
Villa Russiz - Chardonnay Gràfin De La Tour - 2010 - 96
Vie di Romans - Chardonnay Doc Friuli Isonzo Rive Alte - 2010 - 96
Argiolas - Cerdenza - 2010 - 96
Cantina Produttori S. Michele Appiano - Pinot Grigio Alto Adige Sanct Valentin - 2010 - 96
Loacker Valdifalco - Vermentino Maremma Toscana - 2011 - 96
Santa Cassella - Donna Eleonora - 2011 - 96
Maremmalta - Vermentino Le Strisce - 2009 - 95
Castelfeder - Chardonnay Riserva Burgum Novum - 2009 - 95
Tenuta San Pietro in Tassarolo - Gavi Gorrina - 2010 - 95
Elena Walch - Beyond The Clouds - 2010 - 95
Lungarotti - Aurente Chardonnay dell’Umbria - 2010 - 95
Cantina Produttori Cortaccia - Freienfeld Weiss - 2010 - 95
Donnafugata - Lighea - 2011 - 95
Di Lenardo Vineyards - Chardonnay Father’s Eyes - 2011 - 95
La Bollina - Gavi La Bollina Beneficio - 2011 - 95
Tenuta Ca’ Bolani - Sauvignon Aquilis Friuli Aquileia Doc - 2011 - 95
Bruni - Vermentino Vendemmia Tardiva PerLaia - 2011 - 95
Tenuta Iuzzolini - Donna Giovanna - 2011 - 95
Pescaja - Solo Luna - 2011 - 95
Terre de la Custodia - Grechetto Colli Martani Plentis - 2011 - 95
Azienda Agricola Fiorano - Ponte Fiorano Bianco - 2011 - 95
Masseria Frattasi - Falanghina Donnalaura - 2011 - 95

VINI ROSATI
 
Nugnes - Rodeon - 2011 - 96
Azienda Agricola Ceraudo Roberto - Grayasusi Etichetta Argento - 2011 - 96
Tenuta Ulisse - Merlot Unico Rosato - 2011 - 94
Feudi di San Marzano - Negroamaro Rosato Sud Salento Igp - 2011 - 94
Vigneti Pittaro - Valzer in Rosa - 2011 - 94
Franz Haas - Pinot Nero Rosé - 2011 - 93
Mastroberardino - Lacrimarosa - 2011 - 93
Vigneti del Vulture - Rosato Pipoli - 2011 - 93

VINI SPUMANTI
 
Valdo Spumanti - Cuvèe del Fondatore Prosecco di Valdobbiadene Superiore Docg Millesimato - 2011 - 91
Carpené Malvolti - Valdobbiadene Superiore di Cartizze - sa - 91
Vanzini - Pinot Nero Doc Spumante Extra Dry Rosato - sa - 91
Vanzini - Pinot Nero Spumante Extra Dry - sa - 91
Cesarini Sforza Spumanti - Aquila Reale Riserva - 2005 - 90
Feudi di San Gregorio - Aglianico Brut Dubl - 2009 - 90
Astoria Vini - 25y Celebration Prosecco Treviso Doc - 2011 - 90
Villa Sandi - Cartizze Vigna La Rivetta - 2011 - 90
Colonnara - Cuvée Tradition Brut - 2011 - 90
Nino Franco Spumanti - Prosecco Superiore di Cartizze - 2011 - 90
PDB Wine - Essé Pignoletto Brut - 2011 - 90
Moletto - Demi Sec Millesimato - 2011 - 90
Tenuta Gorghi Tondi - Palmarés Rosé Extra Dry - 2011 - 90
Casa Vinicola Coppi - Bollicine Cherì Rosé - 2011 - 90
Azienda Agricola Conte Collalto - Rosé Spumante Extra Dry - sa - 90
Arunda - Brut Rosé Excellor - sa - 90
Il Montù - Pinot Nero Rosé de Noir Spumante Brut Metodo Classico - sa - 90
Castello di Cigognola - Pas Dosè ‘more Rosé Oltrepò Pavese - 2009 - 89
Tenuta Masselina - Masselina Brut Millesimato - 2009 - 89
Cantine del Notaio - La Stipula Rosé Brut - 2010 - 89
Andreola - Prosecco di Valdobbiadene Sup. di Cartizze - 2011 - 89
Gambrinus - Rosa Spumante Rosé di Pinot - 2011 - 89
Cantina Madonna del Carmine - Spumante Bianco Abruzzo Doc Cococciola - sa - 89
Arunda - Extra Brut Cuvée Marianna Talento - sa - 89
Costamezzana Vigne e Vini - Oberto - sa - 89
Kettmeir - Grand Cuvée Brut Pinot Bianco Alto Adige - sa - 89
Marsuret - Cartizze Valdobbiadene Docg Superiore di Cartizze Brut - sa - 89
Vigne Regali - Brut Tener - sa - 89
La Montina - Franciacorta Rosé Demi Sec - sa - 89

Verdicchio di Matelica Collestefano 2011

L'azienda ed il vino di Fabio Marchionni non sono ormai più una novità per noi appassionati. 
Il Collestefano, Verdicchio di Matelica Doc, è da anni uno dei vini bianchi italiani dal miglior rapporto qualità/prezzo e il solo dubbio che questo vino si porta dietro, vendemmia dopo vendemmia, riguarda la costanza qualitativa che tutti sperano non possa essere mai scalfita da questo clima certamente non idoneo alla viticoltura. Ricordiamo, tra l'altro, che Fabio conduce i suoi tredici ettari di vigna in regime biologico da sempre.

Per fugare ogni dubbio sulla nuova annata del Collestefano, millesimo 2011, ho aperto una delle dodici bottiglie che conservo gelosamente a casa sperando che un pò di sano e fresco verdicchio possa aiutarmi a contrastare il caldo di questo autunno ancora troppo estivo.


Già al naso risulta evidente che nulla è cambiato. E' proprio lui. Ha un corredo olfattivo che ho subito denominato crudo, quasi glaciale, di algida austerità. 
La mineralità tipica del terroir di Matelica esce fuori prepotentemente con sentori calcarei e sassosi, poi esce fuori il salgemma in sinergia con l'agrume, l'anice e il biancospino. Non so ma se chiudo gli occhi è un vino che definirei puro.

In bocca è armonico, fervido, la spinta acido-sapida è davvero intensa e crea una scia rinfrescante che invita continuamente alla beva. Epilogo lungo su ricordi minerali e agrumati. 

Il tempo aumenterà ulteriormente la sua complessità donandogli un profilo leggermente più arrotondato. In giro si trova attorno ai 6/7 euro. Non aggiungo altro.


Il Lazio secondo la guida Slow Wine


Registriamo con grande piacere dei buoni risultati che arrivano da una regione per troppo tempo un po' sonnacchiosa. A partire dal conferimento di una nuova Chiocciola al Casale della Ioria, che contribuisce a nobilitare la denominazione in rapida crescita del Cesanese del Piglio.

Il Lazio, se analizzato in un contesto più ampio delle pur buone considerazioni sull'annata appena trascorsa, non può non essere oggetto di doverose e approfondite riflessioni. Un totale di 1.205.117 ettolitri prodotti, per 26.549 ettari a regime, implica una diminuzione del 4,4%, rispetto all'anno precedente: ma ciò sarebbe nulla, se non ci si ponesse dinanzi alla realtà enologica regionale dopo i risultati del Censimento Agricoltura Istat 2011, che ha fatto il punto sulle differenze fra l'inizio del terzo millennio e il 2010. Analizzando nel dettaglio tutte le aziende viticole laziali, la fine del decennio preso in esame vede queste diminuite addirittura del 70,5% rispetto al 2000, con gli ettari di superficie ridimensionati del 45,7%: un calo - sarebbe meglio dire "crollo" - non riscontrato in nessun'altra regione. Anche il 2011, come già ricordato, non ha di certo contribuito al risanamento della questione. Staremo allora a vedere in futuro, dopo che l'anno passato ci ha dato, come altrove, dei bianchi statici, un po' "fermi sulle gambe", non molto articolati, e dei rossi 2010 in cui l'equilibrio fra polpa e dinamismo non sempre è risultato del tutto a fuoco. I Cesanese (Piglio, Affile e Olevano Romano) comunque, pur nelle loro differenze, si sono mossi bene, mentre i Frascati hanno in molti casi risentito di un andamento climatico caldo e vincolante. Una denominazione storica come Marino, poi, vedrà addirittura l'unico esponente di livello uscirne dall'anno prossimo per conflitti mai sanati. Fortunatamente ci si è rinfrancati degustando quanto di buono ottenuto nell'ambito di Cori, denominazione ormai affidabile. Annata interlocutoria per il Moscato di Terracina, mentre nel nord della regione sono state soprattutto le tante Igt da aleatico o da grechetto a dare soddisfazione, più che i classici Est!Est!!Est!!!, Coste di Tarquinia o Cerveteri. Complessivamente piuttosto bene, quindi. Ma con tanto lavoro ancora da fare.
Segnaliamo oltre ai tanti vini che vedete sotto anche l'ottima prestazione di insieme della batteria della cantina l'Olivella, che per questo ha raggiunto il riconoscimento della Bottiglia.

Vini Slow

Cesanese del Piglio Sup. Tenuta della Ioria 2010 - Casale della Ioria
Cesanese di Olevano Romano Cirsium 2009 - Damiano Ciolli
Gocce di Castiglionero 2009 - Trebotti
Moro 2010 - Marco Carpineti
Poggio della Costa 2011 - Sergio Mottura

Come potete vedere una batteria davvero nutrita con due Cesanese di altissimo livello e dal rapporto tra la qualità e il prezzo davvero convincente. Il Gocce di Castiglionero è frutto della vinificazione dell'autoctono violone ed è figlio di unagricoltura attenta e sensibile all'ambiente. Che dire, poi, del Moro di Carpineti (che ha anche la Chiocciola): ampio, fine, sapido e cremoso, il tutto a poco più di 10 € in enoteca! Infine, il grande Sergio Mottura che ci regala una versione del Poggio della Costa a dir poco strepitosa.

Grandi Vini
Latour a Civitella 2010 - Sergio Mottura

Sergio Mottura (Chiocciola) è un gigante, uno dei migliori produttori del Centro Italia e questo suo Latour ha un equilibrio nella gestione del legno invidiabile. eccezionale.

Vini Quotidiani

Cenereto 2011 - Trappolini
Cesanese di Olevano Romano Consilium 2009 - Migrante
Marino Coste Rotonde 2011 - Colle Picchioni
Pantaleo 2011 - Cincinnato
Pecorino 2011 - Tenuta Santa Lucia

La regione si conferma un'ottima fucina di Vini Quotidiani, realizzati tutti con grande cura ed esprimono aderenza territoriale e complessità organolettiche non indifferenti se rapportato al prezzo assai contenuto. Trappolini oltre al Vino Quotidiano con l'ottimo rosso Cenereto raggiunge anche il riconoscimento della Moneta. Stesso discorso anche per Migrante, piccola azienda di grandissimo valore. Colle Picchioni da sempre è uno dei fari della denominazione Frascati. La Cooperativa Cincinnato si fregia della Moneta, grazie a una batteria di alto livello. Infine il fresco e accattivante bianco di Tenuta Santa Lucia ci ha convinto appieno.

Oh robot, sparami un Amarone della Valpolicella

Siete alla ricerca di un regalo VERAMENTE ORIGINALE per il vostro amico appassionato di vino?

Siete dei nostalgici di Jeeg Robot d'acciaio ma non lo volete far sapere a vostra moglie?

Ho la soluzione per voi!!

Il Robot cantina!!!

Fonte: http://news.cnet.com via Clifford Wong

L'"idea" di questo transformer del vino è nata ad un venditore di luci dell'Arizona, il signor Clifford Wong, che poco tempo fa ha messo un annuncio su Craigslist nel quale vendeva per 7000$ la sua opera d'arte creata con pezzi dismessi di automobili e motociclette.
Il robot cantina è alto oltre due metri e pesa circa 450 Kg e riesce a contenere al massimo 32 bottiglie di vino.

Fonte: http://www.geekologie.com

Come potete notare le bottiglie sono equamente distribuite tra la cintura, le braccia a forma di arma non convenzionale e le gambe. I bambini a Natale potranno accendere anche i led azzurri sulla spalla.

Il nostro inventore asserisce che ogni pezzo di metallo è stato trattato in modo da eliminare qualsiasi componente chimico che possa creare problemi di corrosione o inquinamento.

Fonte: http://www.geekologie.com

Vabbè, se proprio non dovessse piacervi come portabottiglie potrete sempre usarlo come deterrente per i ladri. Piazzarlo davanti alla finestra, forse, è l'uso migliore che si possa fare di questo aggeggio...


I Rosati d'Italia secondo la guida Slow Wine 2013

Forse sono un po’ meno di cinquanta, ma comunque le sfumature di rosa che si possono trovare in qualche bicchiere di vino sono tantissime. Le abbiamo notate – durante gli assaggi della scorsa estate – nei Bardolino Chiaretto, nei Cerasuolo d’Abruzzo e nei Rosati provenienti dalle varie zone della Puglia. Vi proponiamo un excursus delle tre principali zone di produzione di una tipologia di vini da qualche tempo molto apprezzata dai consumatori.

La zona di Bardolino sta vivendo da qualche anno un momento felice, per la qualità crescente dei vini e per le ottime risposte del mercato. Cresce il numero delle etichette di Bardolino Chiaretto, sia nella tipologia di vini fermi (dove troviamo i risultati più convincenti) sia in quella dei vini spumanti, all’interno della quale si deve fare ancora largo un’idea più precisa di qualità.

In Abruzzo – aldilà della grande bottiglia di Valentini – abbiamo notato una maggiore qualità nelle bottiglie di Cerasuolo (che nel frattempo, con la vendemmia 2010, è assurto a Doc autonoma e non più tipologia associata al Montepulciano d’Abruzzo); una denominazione che qualche anno fa sembrava essere caduta nel dimenticatoio e che invece ora, per fortuna, può contare sulle rinnovate attenzioni di molte aziende.

La Puglia conferma la sua grande tradizione in tema di vini rosati con una serie di bottiglie godibilissime e decisamente economiche; è stato per noi difficile selezionare le etichette migliori perché la qualità diffusa riscontrata nei bicchieri è stata decisamente alta.

Questo il quadro generale: qui di seguito segnaliamo quei vini che, nelle rispettive tipologie, ci hanno particolarmente impressionato e che abbiamo voluto evidenziare per i nostri lettori.

VINI SLOW
 
Abruzzo:

Cerasuolo d’Abruzzo 2011 – Valentini

Puglia:

Brindisi Rosato Vigna Flaminio 2011 – Agricole Vallone

Valentini ha bisogno di poche presentazioni: nell’anno in cui propone un Trebbiano d’Abruzzo 2007 strepitoso, tra i migliori di sempre, ci delizia anche con un Cerasuolo emozionante, che si apre al naso con i sentori del frutto fresco abbinati a sfumature speziate e di caffè; in bocca risulta compatto, con bella progressione sostenuta da una rigida spalla acida. Pur non presentando i suoi due cavalli di razza (Graticciaia e Vigna Castello) la Agricole Vallone ci ha deliziato con un Rosato di ineccepibile fattura, un classico della grande tradizione salentina, esemplare per tipicità, freschezza e pulizia di beva. E tenete conto che lo si trova in enoteca a circa 7 euro …

VINI QUOTIDIANI
 
Veneto:

Bardolino Chiaretto 2011 – Albino Piona

Abruzzo:

Cerasuolo d’Abruzzo Omen 2011 – Citra

Cerasuolo d’Abruzzo Sup. Colle Trà 2011 – Strappelli

 
Puglia:
San Severo Rosato Sogno di Volpe 2011 – Cantina Ariano

Castel del Monte Bombino Nero Pungirosa 2011 – Rivera

Metiusco Rosato 2011 – Palamà

Nardò Rosato Danze della Contessa 2011 – Alessandro Bonsegna

Il Rossese di Dolceacqua: piccoli appunti di degustazione

Oggi, finalmente, il Rossese di Dolceacqua, piccola Doc ligure, ha tutta l'attenzione che merita e buona parte del merito va sicuramente, io direi quasi esclusivamente, ad un signore chiamato Armando Castagno che per primo ha creduto nelle potenzialità di questo vino che, diciamolo subito, è supportato da un gruppo di vignaioli di grande bravura e dinamicità.
Proprio Castagno, durante lo scorso congresso AIS, ha proposto un'interessantissima orizzontale di Rossese prendendo in considerazione la maggior parte dei produttori, noti e meno noti, di questo gioiello enologico italiano. Come al solito ero là a prendere appunti...

Rossese di Dolceacqua 2009 Altavia: si inizia con un ottimo biglietto da visita. Ha tutto del Rossese, la frutta fresca che prende forma di lampone, la florealità primaverile, la pepatura, il balsamico. Bocca coerente, lunga, grande persistenza su finale bitter.

Rossese di Dolceacqua 2011 Foresti: nonostante l'annata calda questo vino mantiene toni decisamente delicati col suo corredo aromatico fatto di gelatina di frutta rossa e il "classico" pepe bianco. Boccca minerale, fine, precisa. 

Rossese di Dolceacqua Vigneti d'Arcagna 2011 Nino Testalonga: vino elegante, fine, sa di fruttini rossi, rabarbaro e spezie. La bocca è ancora indietro, promette grande futuro.

Rossese di Dolceacqua 2010 Mario Muratore: da questo microscopico produttore esce un vino trasparente sia al colore che al naso dove, racchiusi in una cornice salina, si percepiscono aromi di fiori e cipria. Bocca decisamente sapida, salmastra, di grande acidità. Piaciuto molto.

Rossese di Dolceacqua 2010 Luigi Caldi: forse non è al massimo della forma, un velo di stoffa bagnata al naso tende a coprire una maggiore complessità fatta di minerale e spezie. In bocca è meglio, didascalico, nitidamente Rossese.

Rossese di Dolceacqua "Beragna" 2010 Ka Mancine: Maurizio Anfosso tira fuori sempre ottimi vini e, da un'annata fortunata come questa, esce un piccolo capolavoro fatto di frutta croccante, fiori, resine, rabarbaro, pepe bianco e incenso. Bocca sapida, lunghissima, è Lui!

Rossese di Dolceacqua "Migliarina" 2010 Rondelli: anche questo forse non è in forma. Un naso imperfetto fa da contraltare ad una bocca un pò imprecisa sia in termini di ampiezza che di persistenza. Da riprovare.

Rossese di Dolceacqua "Serro de' Becchi" 2010 Ramoino: naso intenso, estrattivo, echi di prugna matura e poco altro. In bocca è quello che fino ad ora ha il tannino più marcato. Rossese internazionale.

Rossese di Dolceacqua 2010 Antonio Zino Mauro: questo piccolo vignaiolo ci offre un vino intenso, minerale di zolfo, frutti di bosco, pepe nero. In bocca ha una robustezza superiore alla media, c'è un tannino ancora da levigare ma anche una acidità superiore alla media. Interessante.

Rossese di Dolceacqua Sup. 2010 Du Nemu: meno immediato e più profondo della media ha sentori di frutta, cuoio, liquirizia, prugna, spezie. Bocca coerente, a tratti scura, rigida, vibrante. Un Rossese rock, a tratti metallaro.

Rossese di Dolceacqua 2010 Giuncheo: altro Rossese dal respiro un pò troppo internazionale. Il legno piccolo copre la freschezza del vitigno. Non è per  me.

Rossese di Dolceacqua "Pini" 2010 Guglielmi: Castagno ci fa ora provare la differenza di manico nell'interpretare uno dei grandi Cru del Rossese: Pini. Al naso il vino non ha nessuna pretesa di essere muscolare, sa di granatina, di agrume, rabarbaro, freisa. Bocca sapida, scorrevole, un Rossese di grande classicità da un produttore tradizionale. Piaciuto.

Rossese di Dolceacqua "Pini" 2010 Poggi dell'Elmo: questo produttore fornisce un'interpretazione diversa rispetto alla precedente dando vita ad un vino dai toni di frutta quasi dolce. E' un Rossese che sa di amarena, crostata di visciole, quasi cioccolato bianco. In  bocca ha un impatto imponente ma è un pò monocorde. Finale amarascato.

Rossese di Dolceacqua "Poggio Pini" 2010 Tenuta Anfosso: Alessandro Anfosso ama affinare in bottiglia il suo vino più degli altri e il risultato, per questa annata, è un Rossese profondo, complesso, con accenni di frutta nera, ciliegia su tutti, poi liquirizia, spezie, caffè verde. In bocca te lo aspetti più fermo, maturo, ed invece è scattante come un centometrista. Un'interpretazione del Cru decisamente interessante.

Rossese di Dolceacqua "Luvaira" 2010 Gajaudo: altro giro altra corsa. Stavolta con Castagno esaminiamo le due interpretazioni dell'altro grande Cru del Rossese: il Luvaira. Gajaudo tira fuori un vino leggiadro che regala suadenti profumi di susina rossa, frutta in gelatina, carta di riso, fiori primaverili, erbe. La bocca è serena, tesa, istrionica, è un vino che aprirei durante una scampagnata al mare. Mi piace.

Rossese di Dolceacqua "Luvaira" 2010 Maccario-Dringemberg: inizialmente reticente come un testimone di mafia, col tempo esce fuori ed esplode con tutto il suo ardore giovanile. Ha un olfatto salino, freschissimo, di agrume rosso, di erbe mediterranee, di pepe, pirite, fiori estivi. In bocca è come la lama di Uma Thurman in Kill Bill. Può solo crescere, oggi è il baco, domani sarà farfalla!!

Rossese di Dolceacqua "Terre Bianche" 2010 Filippo Rondelli: questo giovane vignaiolo affina il suo Rossese in barrique dove avviene anche la malolattica del vino. Risultato? Un vino che di internazionale non ha nulla, la mano è quello di un sarto che dà vita ad un abito di classe seppur minimale. Tutto in questo vino è moderato eppur equilibrato. La sapida mineralità, lo speziato, il fruttato e il floreale si inseguono in un lento girotondo aromatico che fornisce movimento lento ma inesorabile. Al sorso, nonostante non abbia pochi estratti, è teso ed equilibrato, ha una vigoria e una persistenza di tutto rispetto. Chiude sapido, acido. Vino mentale che nessuna guida ha premiato. Le cose che non capisci.



Slow Wine 2013 - I buoni bianchi dell'arco alpino

In Valle d'Aosta abbiamo registrato ottime prove per il vitigno che meglio di altri identifica questa regione: la petite arvine. Non sono comunque stati da meno pinot gris e muscat, un po' sottotono invece i vini a base chardonnay.

In Piemonte le solite ottime performance di parecchi Timorasso, vitigno principe dei Colli Tortonesi che si sta proponendo come una delle grandi varietà a bacca bianca d'Italia. Situazione abbastanza felice anche nel Roero per l'arneis e per il cortese coltivato nel comprensorio di Gavi.

In Trentino - regione che viene spesso poco considerata per la produzione di bianchi (privilegiando i rossi e i Metodo Classico) - si è potuta riconfermare invece la qualità e lo spessore di vini da uve nosiola e incrocio Manzoni, attualmente le due varietà più interessanti e significative di questi territori.

Ricco e articolato come al solito il panorama dell'Alto Adige, dove sembra che la particolare situazione climatica dell'estate 2011 non abbia infierito troppo sui bianchi di questa regione. Tanti buoni Riesling, le solite ottime prove dei vitigni tipici della Valle Isarco (silvaner, veltliner, kerner, ...), che si sta confermando sempre più come uno dei "distretti bianchisti" più interessanti d'Italia, qualche ottimo Pinot Bianco con qualche anno sulle spalle mentre sono venute un po' meno le usuali buone prove di questo vitigno nei vini di annata, spesso molto interessanti per il rapporto tra qualità e prezzo.

Questo il quadro generale: qui di seguito segnaliamo quei vini che, nelle rispettive tipologie, ci hanno particolarmente impressionato e che abbiamo voluto evidenziare per i nostri lettori.

VINI SLOW

Valle d'Aosta:
Valle d'Aosta Chambave Muscat 2010 - La Vrille
Valle d'Aosta Pinot Gris 2011 - Lo Triolet

La piccola realtà di Hervé Deguillame (La Vrille) di consegna un grande Chambave Muscat, da incorniciare per la grande eleganza e suadenza al naso e per il sorso slanciato, sinuoso, ritmato, lungo. Un vino che esprime con coerenza le caratteristiche del vitigno e del territorio nel quale viene coltivato. Marco Martin di Lo Triolet ha confermato la sua passione per il pinot grigio (che sebbene non sia una varietà autoctona ha trovato, grazie a Marco, una sua espressione vera e convincente) con un vino di forte impronta territoriale e di bella polpa, con un finale vivo e scattante.

Piemonte:

Colli Tortonesi Timorasso Derthona 2010 - Cascina Montagnola
Colli Tortonesi Timorasso Derthona 2010 - Claudio Mariotto
Roero Arneis Renesio 2010 - Malvirà

Quando un vino rispecchia perfettamente il territorio da cui proviene, è eseguito in modo impeccabile e viene venduto a un prezzo molto ragionevole, non ci resta che segnalarlo come Vino Slow: così abbiamo fatto con il vino di Cascina Montagnola, piccola realtà di Viguzzolo. Claudio Mariotto - da tempo riconosciuto come uno dei massimi interpreti del Timorasso - propone un vino di grande personalità e assoluta tipicità, capace di abbinare la potenza del vitigno a una bella bevibilità, in un quadro di ottima fattura e pulizia. Da anni Malvirà propone Arneis più invecchiati del consueto e sempre con risultati di grande livello; lo conferma questa versione floreale e polposa del Renesio, viva ed estremamente tipica.

Trentino:

Filii 2011 - Pojer & Sandri

Concepito qualche anno fa dalla fervida e continua ricerca di Mario Pojer e di Fiorentino Sandri, il Filii è un blend di riesling e dei suoi "figli" (da cui il nome), ovvero müller thurgau, kerner e incrocio Manzoni. Proviene da vigneti situati a quote molto alte, dove la vendemmia viene anticipata per ricercare una bassa gradazione alcolica (10°). È un vino intrigante e complesso, non solo per la storia che lo accompagna ma soprattutto per le sue caratteristiche gustative, che soddisfano il palato e conquistano il cuore.

Alto Adige:

A.A. Gewürztraminer 2011 - Cantina Tramin
A.A. Riesling Berg 2011 - Ignaz Niedrist
A.A. Sauvignon Voglar 2010 - Peter Dipoli
A.A. Terlano Pinot Bianco Eichorn 2011 - Manincor
A.A. Terlano Pinot Bianco Vorberg Ris. 2009 - Cantina Terlano
A.A. Valle Isarco Sylvaner 2011 - Strasserhof, Hannes Baumgartner
A.A. Valle Isarco Veltliner 2011 - Hoandlhof, Manni Nössing
A.A. Valle Isarco Veltliner 2011 - Tenuta Rock, Konrad Augschöll
A.A. Valle Isarco Veltliner Aristos 2011 - Cantina Valle Isarco
A.A. Valle Venosta Riesling Windbichl 2010 - Unterortl Castel Juval

Il Gewürztraminer "base" della Cantina di Termeno non è solo il vino simbolo di questa azienda ma il primo riferimento della tipologia in regione; è elegante, soave, leggero eppure profondo, senza eccessi aromatici ma con grande tipicità territoriale. Ingraz Niedrist, vignaiolo virtuoso di grande esperienza e generosità, propone una meritevole espressione di riesling che ha grande purezza espressiva, con delicate note fruttate, una bocca ben articolata che attacca gentile e chiude fitta e minerale. Peter Dipoli interpreta il sauvignon in maniera atipica ma per noi molto convincente, puntando più sulla pienezza e sulla complessità gustativa che sull'estrema aromaticità dei profumi. Magnifico l'Eichorn di Manincor (con note di albicocca che pervadono il gusto, ficcante, dinamico e cremoso), vino che rappresenta meglio di altri il pensiero aziendale: integro, coerente ed elegante. Capolavoro di continuità e classicità, il Vorberg è succoso, pieno, cremoso ma anche dotato di grande freschezza, con un profondo finale fruttato: è un vino simbolo della cantina e di tutto l'Alto Adige. Il Sylvaner di Hannes Baumgartner è un'impeccabile interpretazione del vitigno proposta a un prezzo davvero conveniente: è molto sapido, complesso e conserva una grande bevibilità. Gioca sull'alternanza tra sensazioni piene e dolci e una prepotente vena acido-minerale il Veltliner di Manni Nössing; molto precisa, di grande classe, essenziale e senza fronzoli l'interpretazione del vitigno che da invece Konrad Augschöll, mentre il Veltliner Aristos della Cantina Valle Isarco è una fedele e cristallina espressione del territorio della Valle Isarco, compassata ed elegante, proposta oltre tutto a un prezzo vantaggioso. Infine lo straordinario Windbichl di Castel Juval, un vino grandioso ed elegante, di fine e ricercata aromaticità, con un palato succoso e lungo; si conferma una delle interpretazioni più riuscite del riesling, varietà che trova in Val Venosta uno dei suoi territori d'eccellenza.

GRANDI VINI

Valle d'Aosta:

Valle d'Aosta Petite Arvine 2011 - Château Feuillet
Valle d'Aosta Petite Arvine 2011 - Anselmet

La petite arvine è un vitigno svizzero (del Vallese) che pare aver trovato nella valle d'Aosta una seconda casa. Due versioni molto differenti fra loro: la prima solo acciaio, la seconda con una maturazione spinta delle uve e un passaggio in legno. Entrambe su livelli stratosferici!

Piemonte:

Colli Tortonesi Timorasso Il Montino 2010 - La Colombera

Un Timorasso di rara eleganza e profondità. In questo caso il vitigno non esprime solo la classica potenza e grassezza, ma vi si aggiunge una grazia e una finezza da primato.

Trentino:

Isidor 2009 - Giuseppe Fanti

Alto Adige:

A.A. Bianco Riserva Bianca 2009 - Cantina Girlan
A.A. Sauvignon Mantele 2011 - Cantina Nals Margreid
A.A. Terlano Chardonnay 1999 - Cantina Terlano
A.A. Valle Isarco Riesling Praepositus 2010 - Abbazia di Novacella
A.A. Valle Isarco Sylvaner Lahner 2011 - Taschlerhof, Peter Wachtler
A.A. Valle Isarco Veltliner 2011 - Köfererhof, Günther Kerschbaumer

VINI QUOTIDIANI

Valle d'Aosta:

Valle d'Aosta Pinot Gris 2011 - Cave des Onze Communes

Piemonte:

Gavi del Comune di Gavi GG 2011 - Produttori del Gavi
Gavi del Comune di Tassarolo Il Castello 2011 - Castello di Tassarolo
Gavi Etichetta Nera 2011 - La Mesma
Roero Arneis 2011 - Filippo Gallino
Roero Arneis Merica 2011 - Cascina Ca' Rossa
Roero Arneis Recit 2011 - Monchiero Carbone
Roero Arneis Vigne Sparse 2011 - Giovanni Almondo

Trentino:

Nosiola 2010 - Gino Pedrotti
Prabi 2011 - Cesconi
Trentino Müller Thurgau 2011 - Cantina Rotaliana

Alto Adige:

A.A. Pinot Bianco 2011 - Gummerhof Malojer
A.A. Pinot Bianco Joseph 2011 - J Hofstätter
A.A. Pinot Grigio 2011 - H Lun
T Bianco 2011 - Cantina Tramin

La crisi della ristorazione è colpa di....?

Probabilmente Marco Nannetti, giornalista de Il Resto del Carlino di Bologna, ha voluto scientemente provocare perchè, come leggerete tra qualche riga, a mio modo di parere ha scritto un mucchio di cavolate relativamente all'attuale panorama enogastronomico italiano.
In poche parole, ma vorrei sapere se la pensate come me, Nannetti scrive che l'attuale trend di proporre degustazioni di vino e cibo gourmet al di fuori dei ristoranti sta creando non solo danni a quest'ultimi ma, soprattutto, è deleterio per la cultura enogastronomica dei giovani. Solo nei ristoranti, sottolinea, si può trovare l'ambiente ideale per gustare un prodotto eccezionale. Il futuro? Apocalittico, perchè, sempre secondo il giornalista, questa concorrenza può creare implosioni nel settore. Quindi, sintetizzando, se i ristoranti chiudono non è colpa della cattiva gestione ma, mannaggia a loro, di negozi come DOL o La Tradizione che vendono cibo e vino di alta qualità al di fuori dei contesti canonici. La prima pernacchia può essere la mia? 

Intanto leggevi quello che ha scritto:

Interessante ma pericoloso il nuovo ‘format’ che sta invadendo il campo dell’alimentazione. Si assiste alla trasformazione di molti negozi del settore nei quali, tanto per cambiare, si sta cercando di inserire il banco della mescita del vino. Ecco che è nato il fornaio che mesce vino, il pescivendolo che fa assaggiare il pesce crudo o cotto con un buon bicchiere di vino, il macellaio che fa degustare un’ottima battuta di carne cruda con un bicchiere di vino, il pasticciere che fa gustare i suoi prodotti con ottimi vini dolci, il fioraio che offre un bicchiere di vino con gli stessi profumi che si possono poi ritrovare nel mazzo di fiori, salumieri che fanno assaggiare salumi e vino con abbinamenti entusiasmanti, boutique di formaggi dove ci si può divertire ad assaggiare abbinamenti emozionanti. 

È forse la descrizione del ‘paese dei balocchi’? Assolutamente no, tutto esiste e sta invadendo le varie città d’Italia. Che cosa trovo di pericoloso in tutto ciò? Che questa ulteriore novità possa portare abitudini sbagliate nell’approccio al prodotto alimentare, specialmente nei giovani. Infatti, oltre a causare in un primo momento un significativo calo di presenze nei ristoranti, questa nuova moda tende a inculcare un’abitudine impropria al consumo del cibo poiché mangiare un prodotto eccezionale al ristorante è tutt’altra cosa che consumarlo in un negozio dove senza dubbio non si può ritrovare lo stesso ambiente. Comunque di sicuro ancora una volta ‘dio Bacco’ riuscirà nell’arduo compito di sollevare le sorti e dare un contributo fondamentale al successo di un’attività, ma il rischio di una implosione del settore è concreto e dopo rimarranno solo i cocci da raccogliere. Prosit.