Ricordate questo post?
E’ passato un anno ma scriverei sempre le stesse cose: "E che diamine, prima che uscissero le anticipazioni tutti a dire che le guide sono obsolete, che sono una cavolata, etc. Ora, invece, ci sta gente che si sta scannando, giornalisti o blogger che cercano a tutti i costi lo scoop, gente che spara m***a sui direttori dandogli dei venduti. Un gioco al massacro che non condivido”.
Non è cambiato molto oggi rispetto a ieri anche se, rispetto ad un anno fa, su Percorsi di Vino ho deciso di pubblicare le liste UFFICIALI dei vincitori delle varie guide per semplice volontà di informare i miei pochi lettori. Non divulgare nulla sarebbe ipocrita, le guide ci sono e rappresentano una realtà importante del nostro mondo e, vuoi o non vuoi, tutti alla fine le leggiamo.
Ma le polemiche e gli scoop no, quelle le lascio agli altri, non mi interessano.
Ma le polemiche e gli scoop no, quelle le lascio agli altri, non mi interessano.
Di questa idea fortunatamente è anche Giancarlo Gariglio, responsabile della guida Slow Wine che sul sito si sfoga scrivendo queste parole:”Mi stupisce non poco in questi giorni vedere tutti blog, siti e giornali occuparsi delle liste dei premiati delle principali Guide italiane. In principio lo strumento virtuale si era proposto come alternativa alle Guide cartacee e ora, mi pare, che piuttosto funga da cassa di risonanza. Queste benedette liste insomma aumentano probabilmente l'audience dei vari blog. Quello che mi chiedo da giorni, scorrendo i vari siti è se anche Slow Wine 2011, la pubblicazione a cui abbiamo lavorato per ben un anno di tempo, debba entrare in questo agone di soffiate, commenti, polemiche e chiacchiere. Non vorrei essere frainteso, non è che ci sentiamo superiori e quindi al di sopra delle cose dei comuni mortali. Tutt'altro. È che mi domando se all'attuale situazione del vino italiano siano utili discorsi di questo tipo.”
La risposta caro Giancarlo è NO, perchè spesso queste polemiche sono sterili e non aggiungono nulla di costruttivo al fenomeno guide. L’Italia del vino ha bisogno di unità, tutti noi comunicatori, con le dovute differenze, dovremmo remare verso un traguardo solo: la qualità.
A me non importa se l’obiettivo sia raggiunto prima da Slow Food o da L’Espresso, l’importante è raggiungerlo tutti assieme perché è questo che l’appassionato o il semplice consumatore si aspetta da noi.
3 commenti:
Semplicemente vorrei rilevare che lo "strumento virtuale" non è alternativo al cartaceo, poichè il secondo non consente l'interazione, che invece caratterizza il primo.
Io sono sempre convinto che le guide siano utili per acquisire audience, che poi si può riverberare positivamente su tutto il settore.
Quindi è bene gestirle correttamente ed evitare degenerazioni di gestione e di critica.
Apprezzo invece che Percorsi Di Vino sia avulso dalla logica spietata di fare a gara per pubblicazioni e premiazioni vini. Il vino è quanto di più soggettivo esista e né il frutto di Luca Maroni, né i tecnicismi dell'AIS, né le valutazioni dogmatiche di pseudo enologi e/o esperti possono sopperire alla curiosità di assaggiare, provare, conoscere a approfondire di vino. Meglio un articolo che incuriosisca l'appassionato, che determini onore e gloria di un vino. Meglio andare in vigna, conoscere chi fa il vino (non gli impiegati nella cantina o gli uffici stampa); solo così si arriva a definire cosa davvero c'è nel vino. Tanta fatica e passione prima di tutto, il terroir, la ricerca, le pratiche di cantina, le corse per la vendemmia, i tentativi andati a vuoto e i nuovi impianti. Sogni e speranze che si infrangono su un pezzo di carta... ma solo per chi non va oltre e non vuole sapere. W il vino e chi lo fa, il resto è solo storia e parole. Tante belle parole, che non fanno altro che incapsulare un universo in una gabbietta minuscola. L'informazione deve informare e per questo Andrea leggo il tuo blog.
Grazie mille delle belle parole Fabio e continua a leggermi...
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