Mi sembra che qualcosa si stia muovendo attorno al mondo dei blog, forse qualcuno, di ampie vedute, sta capendo che questo è un mondo utile per divulgare informazioni in maniera rapida, efficace e spesso a costo zero.
Lo sanno bene all’Isola d’Elba dove il Comune di Capoliveri ha invitato alcuni wine blogger per raccontare la locale Festa dell’Uva e, soprattutto, lo sanno bene il Alto Adige, posto magnifico che in Italia, più degli altri, negli ultimi mesi ha capito e sta sfruttando al meglio le potenzialità del vino 2.0.
Lo sanno bene all’Isola d’Elba dove il Comune di Capoliveri ha invitato alcuni wine blogger per raccontare la locale Festa dell’Uva e, soprattutto, lo sanno bene il Alto Adige, posto magnifico che in Italia, più degli altri, negli ultimi mesi ha capito e sta sfruttando al meglio le potenzialità del vino 2.0.
L’occasione per incontrare i vini e lo spirito altoatesino mi è stata data dai responsabili dell’Alto Adige/Sudtirol che hanno portato a Roma uno dei produttori di punta della zona: Alois Lageder.
L’appuntamento era fissato alle 19.30 al Loft di Roma, una bellissima struttura in centro di Roma che ha accolto blogger (finalmente!) e giornalisti per una chiacchierata informale sul tema "I vini altoatesini tra tradizione e innovazione".
Lageder è un bel personaggio ed è molto curioso sul mondo dei wine blog. Durante la nostra chiacchierata in terrazza, con la bellissima Roma sullo sfondo, si è parlato in maniera informale un po’ di tutto, soprattutto della sua filosofia aziendale improntata sul concetto olistico. Ciò significa cercare di comprendere e rispettare quanti più elementi possibili nelle nostre attività quotidiane: i ritmi, i cicli e le forze della natura, l’uomo e la sua cultura, la tecnologia, l’universo, il passato e il futuro, la tradizione e la modernità.
L’appuntamento era fissato alle 19.30 al Loft di Roma, una bellissima struttura in centro di Roma che ha accolto blogger (finalmente!) e giornalisti per una chiacchierata informale sul tema "I vini altoatesini tra tradizione e innovazione".
Lageder è un bel personaggio ed è molto curioso sul mondo dei wine blog. Durante la nostra chiacchierata in terrazza, con la bellissima Roma sullo sfondo, si è parlato in maniera informale un po’ di tutto, soprattutto della sua filosofia aziendale improntata sul concetto olistico. Ciò significa cercare di comprendere e rispettare quanti più elementi possibili nelle nostre attività quotidiane: i ritmi, i cicli e le forze della natura, l’uomo e la sua cultura, la tecnologia, l’universo, il passato e il futuro, la tradizione e la modernità.
Alois Lageder |
È con questo spirito che dal 2004 Lageder pratica la viticoltura biodinamica considerando il vigneto come il simbolo più bello della complessità olistica poiché è un sistema completo in cui interagiscono molti fattori diversi, tutti strettamente legati fra loro generando un microcosmo dove suolo, clima, uomo e il cielo, con i cicli delle costellazioni, generano un legame indissolubile che, alla fine, si esprimerà nella qualità del vino.
La cantina viene vista con lo stesso spirito del vigneto. In questo luogo la natura, le persone, la cultura, la tecnologia, il cosmo, il passato e il futuro, la tradizione e la modernità interagiscono formando un insieme unico che avrà riflessi sul vino, il prodotto finale di tutto ciò.
Lageder è orgoglioso quando mi spiega che le uve raccolte nei suoi vigneti di proprietà, circa 50 ettari coltivati in maniera biodinamica, confluiscono nella linea Tenutæ Lageder, la linea di punta dell’azienda dove tutti i vini spiccano per territorialità e purezza espressiva. “Il nostro obiettivo – precisa Alois Lageder – non è produrre vini maestosi o di grande impeto, magari per arrivare primi a una degustazione alla cieca, ma semmai ottenere dei vini ben differenziati e di spiccata profondità, quelli che fanno venire voglia di un secondo bicchiere, e che si sposano bene coi cibi e le pietanze più apprezzate.”
Lageder è orgoglioso quando mi spiega che le uve raccolte nei suoi vigneti di proprietà, circa 50 ettari coltivati in maniera biodinamica, confluiscono nella linea Tenutæ Lageder, la linea di punta dell’azienda dove tutti i vini spiccano per territorialità e purezza espressiva. “Il nostro obiettivo – precisa Alois Lageder – non è produrre vini maestosi o di grande impeto, magari per arrivare primi a una degustazione alla cieca, ma semmai ottenere dei vini ben differenziati e di spiccata profondità, quelli che fanno venire voglia di un secondo bicchiere, e che si sposano bene coi cibi e le pietanze più apprezzate.”
I vigneti Lageder |
Purtroppo al Loft sono rimasto solo il tempo di un aperitivo ma quel singolo calice di vino bianco, accostato alle creazioni dello chef stellato Karl Baumgartner, mi ha fatto capire cosa intendeva Lageder durante la nostra piacevole conversazione.
Il Beta Delta 2009 (Chardonnay e Pinot Grigio) è un vino freschissimo, da servire non troppo freddo per non ingabbiare la buona complessità dei profumi floreali ed esotici che sono ben racchiusi all’interno di una cornice minerale e sapida. Accarezza il palato e lo rinfresca con la sua fervida vena acida e la buona sapidità. Discreta la struttura. Un vino che va giù da solo e che potrebbe diventare un ottimo compagno quotidiano per la nostra tavola.
Il Beta Delta 2009 (Chardonnay e Pinot Grigio) è un vino freschissimo, da servire non troppo freddo per non ingabbiare la buona complessità dei profumi floreali ed esotici che sono ben racchiusi all’interno di una cornice minerale e sapida. Accarezza il palato e lo rinfresca con la sua fervida vena acida e la buona sapidità. Discreta la struttura. Un vino che va giù da solo e che potrebbe diventare un ottimo compagno quotidiano per la nostra tavola.
Aveva ragione Alois…..ah se aveva ragione..
2 commenti:
Grazie per le info!!! A presto
all'elba sono stati davvero avanti..
da una parte sono contenta che la blogosfera stia diventando sempre + autorevole e presa in considerazione, dall'altra ho un po' paura che alcuni blog siano snaturati.
ma di una cosa sono sicura: era ora che certi argomenti (ad esempio il vino) fossero affrontati anche da un taglio meno ufficiale ma al tempo stesso appassionato.
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