Campania: i tre Bicchieri 2017 del Gambero Rosso

Bellezza e imprevedibilità. Sono le due carte del vino campano. In primo luogo, il vigneto regionale ci conduce su alcuni tra i siti più spettacolari dello stivale: la Costiera, le isole, le pendici di vulcani spenti, i monti picentini, parchi naturali a strapiombo sul mare come il Cilento. Su un territorio così frastagliato s’innesta un patrimonio ampelografico impareggiabile rilanciato da un numero di cantine di piccole e medie dimensioni in continuo aumento.

Trent’anni fa le cantine recensite nella prima edizione della Guida erano 8, quest’anno sono 106. La Campania del vino è difficile da contestualizzare, anche per la mancanza di un lavoro promozionale organico, ma è forse la regione che più di altre riserva il gusto della scoperta, dove più c’è da capire, raccontare e valorizzare. È fonte di vini autentici, espressivi, dall’imprevedibile evoluzione aromatica, saporiti, d’indole squisitamente mediterranea. In una parola, gastronomici. Il tutto a prezzi molto competitivi.
Tirando le somme, le degustazioni di quest’anno confermano uno scarto evidente: il livello dei bianchi è elevatissimo, con punte di eccellenza di livello internazionale, decisamente meno convincente la qualità media dei rossi per via di una gestione dei legni non sempre felice.
Partiamo dalle novità, ben quattro aziende centrano per la prima volta il massimo riconoscimento. Raffaele Moccia, l’artigiano dei Campi Flegrei, porta il Piedirosso nel circuito dei Tre Bicchieri; Ettore Sammarco, alla soglia degli 80 anni, piazza il colpo grosso con un vino che racconta una vigna terrazzata con vista da urlo su Ravello e ‘o mare; Maura Sarno vede premiata la sua tenacia con un Fiano di Avellino luminoso e ben ritmato; infine Mario Basco, alias Cacciagalli, si propone tra i più ispirati vignaioli regionali, con un vino contemporaneo, figlio di una viticoltura sana e tecniche di vinificazione ragionate e mai invasive: il suo Zagreo è tra i più goduriosi bianchi macerati d’Italia.
In totale sono 22 Tre Bicchieri. La vendemmia 2015 sorride al Fiano di Avellino, ben sei Tre Bicchieri, meno al Greco di Tufo, con alcuni campioni già molto pronti e meno taglienti del solito. Annata di luce e grande definizione per i vini della Costiera Amalfitana, con tanti vini piazzati in finale; buone notizie anche dal casertano e dal Sannio, distretto tra i più vitali e dal rapporto qualità prezzo più che attraente sul terreno dei bianchi. Nota a margine per il Taurasi, denominazione in chiaroscuro, di certo non supportata da millesimi poco felici, ma che evidenzia spesso scelte di cantina poco comprensibili. A mettere il carico sul profilo autentico e tutt’altro che lineare del panorama regionale, i nostri punteggi premiano di frequente i vini base, ribaltando le gerarchie aziendali.

Alois Caiatì 2014
Campi Flegrei Piedirosso 2015 Agnanum
Costa d'Amalfi Furore Bianco 2015 Cuomo
Costa d'Amalfi Ravello Bianco V. Grotta Piana 2015 Sammarco
Falanghina del Sannio Biancuzita 2014 Torre a Oriente
Falanghina del Sannio Janare 2015 Guardiense
Falanghina del Sannio Svelato 2015 Terre Stregate
Falanghina del Sannio Taburno 2015 Fontanavecchia
Fiano di Avellino 2015 Colli di Lapio
Fiano di Avellino 2015 Sarno 1860
Fiano di Avellino 2014 Picariello
Fiano di Avellino 2014 Rocca del Principe
Fiano di Avellino Pietramara 2015 Favati
Fiano di Avellino V. della Congregazione 2015 Villa Diamante
Greco di Tufo 2015 Pietracupa
Greco di Tufo V. Cicogna 2015 Ferrara
Montevetrano 2014 Montevetrano
Paestum Bianco 2015 San Giovanni
Sabbie di Sopra il Bosco 2014 Nanni Copè
Taurasi Coste 2011 Contrade di Taurasi
Trentenare 2015 San Salvatore

Zagreo 2015 I Cacciagalli

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