Se si osservano i vini premiati, ma anche la moltitudine delle etichette che conquistano le finali o i Due Bicchieri, si arriva facilmente a dedurre che la strada intrapresa diversi anni fa è a buon punto. Parliamo di un percorso basato esclusivamente sui grandi vitigni della tradizione, coltivati però solo nelle zone in cui vale veramente la pena operare, al fine di produrre vini di alta qualità che possano ben figurare nei mercati globali. E così che, nonostante le varie denominazioni regionali non valorizzino i territori più piccoli e circoscritti, gli assaggi di quest’anno ci portano verso aree che oramai da tempo dimostrano essere particolarmente vocate. A tutto questo si aggiunge una buona annata 2015 - per quanto più calda, meno equilibrata e quindi non ai livelli della precedente - capace di offrire alcune grandissime etichette e tantissimi vini piacevoli, sebbene da consumare nel breve periodo.
Tra i bianchi, fa piacere riscontrare ottime perfomance non solo della nota Gallura, ma anche di altre zone come il Campidano o il nord ovest dell’Isola. Sui rossi netta affermazione del Cannonau di Sardegna nelle zone ad alta vocazione (dall’Ogliastra alla Barbagia, passando per il sud), risultati soddisfacenti arrivano dal Sulcis col Carignano e belle sorprese da altri autoctoni purtroppo non disciplinati da denominazioni, come nieddera o barbera sarda. Riguardo ai premi non mancano sia conferme sia novità.
Alcuni vini sono una vera e propria garanzia anno dopo anno. Tra questi senza dubbio il Cannonau di Sardegna Dule di Gabbas o il Capichera dell’omonima azienda di Arzachena, così come il Vermentino di Gallura Sciala di Surrau, lo Stellato di Pala (buonissimo Vermentino di Sardegna), i Carignano del Sulcis di Mesa e Giba e il D53, grande esempio di Cannonau ogliastrino. Ottimo risultato inoltre per il Barrile di Contini (ottenuto da uve nieddera) e per il Cuvée 161 di Sella & Mosca (frutto dell’uva torbato), entrambi ambasciatori della biodiversità ampelografica. Rappresentano invece delle vere novità ben tre vini: il Senes ’12 di Argiolas, alla sua prima annata, è un Cannonau che affascina per tipicità ed eleganza; il Falconaro ’11 è ottenuto da un blend da uve tradizionali e fa si che la Cantina di Dolianova conquisti per la prima volta l’ambito premio; grandioso, infine, il Latinia ’10 di Santadi, che dimostra quanto sia grande il potenziale sardo nel produrre vini dolci da uve passite.
Alghero Torbato Terre Bianche Cuvée 161 2015 Sella & Mosca
Barrile 2013 Contini
Cannonau di Sardegna Cl. D53 2013 Dorgali
Cannonau di Sardegna Cl. Dule 2013 Gabbas
Cannonau di Sardegna Senes Ris. 2012 Argiolas
Capichera 2014 Capichera
Carignano del Sulcis 6Mura 2011 Giba
Carignano del Sulcis Buio Buio Ris. 2013 Mesa
Falconaro 2011 Dolianova
Latinia 2010 Santadi
Vermentino di Gallura Sup. Sciala 2015 Surrau
Vermentino di Sardegna Stellato 2015 Pala
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