L’Umbria del vino vanta importanti radici storiche, ben precise
e documentate, che ne attestano la rilevanza. Nonostante sia una piccola
regione è facile rintracciare al suo interno aree distinte, diverse sottozone e
territori enologicamente eterogenei, sul piano di suoli, clima e varietà
coltivate.
Più di recente, il successo del vino umbro è passato in gran
parte per i rossi, allineandosi a un trend nazionale e internazionale che sta
rapidamente cambiando, facendo riemergere una terra molto vocata anche per i
bianchi. Non a caso la sua area storicamente più famosa è Orvieto e non a caso
proprio questa zona, negli ultimi anni, offre segnali incoraggianti e una
ritrovata vitalità.
L’annata 2015, asciutta e solare, capace di assecondare il
profilo mediterraneo dei vini, ha regalato una media molto alta e alimentato il
trend. Una lettura approfondita della guida ne dà testimonianza, così come
quella dei vertici.
In zona i Tre Bicchieri non si fermano all’eccellente Cervaro
della Sala ‘14, giocato su un’estrema finezza di fondo, ma toccano grandissime
versioni il Campo del Guardiano ’14 Palazzone e Orvieto Classico Superiore Il
Bianco ‘15 Decugnano dei Barbi.
Poco distante, a Todi, i Grechetto dimostrano grande dinamismo.
Molti i vini degni di nota anche se a primeggiare è il Superiore Fiorfiore ’14
della brillante cantina Roccafiore, capace di livelli mai toccati in precedenza
e premiata per la Vitivinicoltura Sostenibile per l’impegno dimostrato fin
dalla sua nascita. Mettiamoci che molti Trebbiano Spoletino hanno fatto
bellissime figure e il quadro è completo.
E i vini rossi? Anche qui le novità non mancano, a cominciare
dai deliziosi Ciliegiolo di Narni, varietà e vino caparbiamente riportati in
auge dai produttori dalla zona. Le etichette da segnalare sono diverse ma la
migliore, almeno secondo il nostro giudizio, è il Brecciaro ‘14 di Leonardo
Bussoletti. Nel segno della finezza e dell’eleganza anche il Torgiano Rosso
Riserva Rubesco Vigna Monticchio ‘11 dei Lungarotti, bottiglia mitica della
regione, capace oggi come ieri di un fascino straordinario. Concludiamo,
infine, con i rossi più strutturati. Un percorso che passa per forza di cose
per una terra generosa e giustamente celebrata come Montefalco. Meno del solito
i premiati, complice anche l’incidenza di un millesimo, il 2012, che ci pare
aver dato vini più faticosi, tannici e monolitici di altri. Nonostante questo
la spuntano tre Sagrantino: il deciso quanto brillante Collepiano di Marco
Caprai, l’originale e saporito cru Campo alla Cerqua di Giampaolo Tabarrini e
(novità) quello di un produttore dallo stile seducente e raffinato, Pardi,
finalmente sul gradino più alto del nostro podio.
Brecciaro 2014 Bussoletti
Cervaro della Sala 2014 Castello della Sala
Montefalco Sagrantino 2012 Pardi
Montefalco Sagrantino Campo alla Cerqua 2012 Tabarrini
Montefalco Sagrantino Collepiano 2012 Arnaldo Caprai
Orvieto Cl. Sup. Campo del Guardiano 2014 Palazzone
Orvieto Cl. Sup. Il Bianco 2015 Decugnano dei Barbi
Orvieto Cl. Sup. Luigi e Giovanna 2013 Barberani
Todi Grechetto Sup. Fiorfiore 2014 Roccafiore
Torgiano Rosso Rubesco V. Monticchio Ris. 2011 Lungarotti
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