Chi non risica non rosica.
Questa è il motto che, indelebile, aveva in mente Vincenzo Ciaceri quando, assieme ai suoi enologi, ha pensato all’Ex Rubro, puro sangiovese Bio vinificato in bianco la cui idea sfidante è stata raccolta in Italia da pochissimi produttori.
Il sangiovese, infatti, è un vitigno tosto, difficile, che in questo caso diventa davvero scorbutico per via dei rischi non indifferenti nell’attendere in vendemmia uno sviluppo aromatico importante evitando, nel contempo, un’eccessiva colorazione dell’acino che porterebbe problemi durante la fase di ammortamento.
Il sangiovese, infatti, è un vitigno tosto, difficile, che in questo caso diventa davvero scorbutico per via dei rischi non indifferenti nell’attendere in vendemmia uno sviluppo aromatico importante evitando, nel contempo, un’eccessiva colorazione dell’acino che porterebbe problemi durante la fase di ammortamento.
Le Vigne |
Con la vendemmia (anticipata) i problemi non sono finiti perché un’altra partita importante Vincenzo Ciaceri l’ha dovuta giocare nel momento della pressatura: in queste fasi, infatti, si dovrà cercare di azzerare l’ammostamento delle uve in vigna, caricare la pressa manualmente con le uve intere (se e solo se l’agostamento del legno sarà perfetto, altrimenti si rischiano sgradevoli cessioni da parte del raspo) e calibrare l’intensità della pressatura in modo da estrarre più aromi possibili senza estrarre colore.
Paure ed ansie, soprattutto di tipo tecnico, che si sono dissolte man mano che il vino prendeva forma e si affinava in bottiglia.
Paure ed ansie, soprattutto di tipo tecnico, che si sono dissolte man mano che il vino prendeva forma e si affinava in bottiglia.
La Cantina |
L’Ex Rubro 2009, bevuto poco tempo fa a tavola con amici, ha sorpreso tutti, me per primo, per via di due caratteristiche fondamentali: la grande freschezza del vino e, soprattutto, la grandissima bevibilità.
Col produttore di Poggio al Toro non sono d’accordo, invece, su un punto: l’Ex Rubro non va servito troppo freddo. Le basse temperature, infatti, nascondono l'anima del sangiovese, ingabbiano un po’ la struttura e la complessità che, invece, vengono fuori alla grande quando il vino comincia a scaldarsi leggermente nel bicchiere. E’ in questo momento che escono fuori tutte le caratteristiche del sangiovese di razza, il naso sembra tuffarsi in una macedonia di frutta bianca e gialla non troppo matura a cui seguono note di fiori di campo e una leggera ma profonda sapidità.
Col produttore di Poggio al Toro non sono d’accordo, invece, su un punto: l’Ex Rubro non va servito troppo freddo. Le basse temperature, infatti, nascondono l'anima del sangiovese, ingabbiano un po’ la struttura e la complessità che, invece, vengono fuori alla grande quando il vino comincia a scaldarsi leggermente nel bicchiere. E’ in questo momento che escono fuori tutte le caratteristiche del sangiovese di razza, il naso sembra tuffarsi in una macedonia di frutta bianca e gialla non troppo matura a cui seguono note di fiori di campo e una leggera ma profonda sapidità.
In bocca l’Ex Rubro gioca tutte le sue carte su equilibrio e freschezza, caratteristiche che rendono, come detto in precedenza, la beva assolutamente compulsiva. Un vino non solo per l’estate, per chi vuole bere sano anche nel quotidiano. Fa anche rima!