Qualche tempo fa Go Wine ha organizzato a Roma una interessante rassegna sull’Amarone della Valpolicella. L’Hotel Quirinale ha ospitato più di venti aziende vitivinicole e, fortunatamente, la maggior parte dei produttori era presente all’evento, tutti composti dietro i loro banchetti. Tutto perfetto allora? Assolutamente no, c’era una grande, grandissima nota stonata rappresentata dal clima tropicale che si è creato all’interno della grande sala di degustazione. Tantissime persone sudate fino ai calzini che giravano barcollanti, produttori che consumavano fazzoletti per asciugarsi la fronte e un unico grande sconfitto, proprio quell’Amarone che, per le sue caratteristiche organolettiche, fa a cazzotti con le alte temperature che, quella sera, sfioravano i 30°. Ma dico, te produttore che vai in giro per tutta Italia a promuovere il tuo vino perché non ti incavoli e non reagisci a questa pessima organizzazione? Ma te pensi veramente che la gente, con un clima equatoriale, possa realmente apprezzare il tuo Amarone? Boh io questi a volte non li capisco…
Lasciando da parte le polemiche, durante la serata ho degustato circa venti Amarone della Valpolicella con questi risultati:
• Michele Castellani – Amarone Classico “I Castei” 2003: iniziamo veramente male, il caldo esalta molto la nota calda e alcolica del vino che risulta troppo squilibrato. Peccato che l’annata non dia una mano;
• Corte S. Benedetto – Amarone Classico 2003: azienda molto giovane ma che parte subito col piede giusto. Il loro Amarone, nonostante fosse del 2003, non presenta i problemi del precedente vino. Ciliegia matura, ribes e un bel floreale sono le caratteristiche olfattive di questo vino che in bocca incanta per equilibrio ed eleganza. Nota di merito;
• Cesari – Amarone “Bosan” 2001: l’unico produttore ad aver “osato” portare un’annata non troppo recente. Vino di bell’impatto che seduce con le sue delicate note di sottobosco, spezie e cacao. Bocca calda, vellutata ed elegante dove morbidezza, acidità e tannini nobili tengono il vino in grande equilibrio;
• Manara - Amarone Classico 2005: naso scuro, selvatico, humus e frutta di rovo. Bocca interessante, poco aggressiva nonostante la giovane età. Buona la persistenza aromatica;
• Nicolis - Amarone Classico 2004: l’alcol presente forse in eccesso veicolava note si frutta rossa sotto spirito e qualche nota di viola appassita. Bocca caratterizzata da un tannino ancora troppo aggressivo. Ancora scomposto ha bisogno di molto affinamento in bottiglia;
• Santa Sofia - Amarone Classico 2004: quadro aromatico contraddistinto da frutta rossa matura, note ematiche e un tocco di balsamicità. Potente e molto fruttato in bocca, mostra buona tensione. Bella persistenza;
• Tenuta S. Antonio – Amarone “Campo dei Gigli” 2003: nota alcolica in evidenza, poi esce la frutta sottospirito e interessanti effluvi di erbe medicinali e rabarbaro. Bocca calda, tanta polpa ma, purtroppo, anche tanto alcol che disturba la deglutizione;
• Tinazzi - Amarone Classico 2005: Naso marcato da confettura di more, ciliegia matura, ribes e mora di rovo. Col tempo esce anche la grafite e un leggero speziato. Bocca giovane, non ancora equilibrata anche se l’allungo finale fa sperare in un vino dalle grandi prospettive;
• Accordini Gino – Amarone Classico “Le Bessole” 2004: naso molto profondo, aristocratico, giocato su aromi di frutta matura, spezie, cuoio e humus. Bocca molto coerente al naso, esaltante per integrità, è un vino che non ci stanchiamo di bere. Nota di merito;
• Zenato – Amarone Classico 2004: chiudo le degustazione con un bel vino, spezie, frutta di rovo e frutta secca sono i principali descrittori olfattivi. Alla gustativa è equilibrato, di sostanza e di bella persistenza.
Complessivamente buono ma non il migliore della batteria. Gli preferisco Accordini e Corte S. Benedetto, a Zenato la medaglia di bronzo insieme a Cesari.