Torna una delle più importanti manifestazioni enologiche della mia città, il Roma Wine Festival che quest'anno cambia sede e si sposta nella bellissima cornice della Città del Gusto, luogo progettato e realizzato da quel simpatico crostaceo decapode che prende il nome di "Gambero Rosso".
Tantissimi i produttori presenti, con una folta schiera di aziende vitivinicole laziali, e numerose sono le degustazioni organizzate, gratis o a pagamento, per permettere a tutti di poter accrescere la propria cultura del vino.
Il Rome Wine Festival è una grande kermesse dove tutti i romani, e non solo, possono scoprire e, in alcuni casi, riscoprire i grandi vini italiani con particolare riferimento al Lazio.
Percorsi di Vino vuole dare un volto a tutte le persone che in queste ore stanno animando la manifestazione menzionando i migliori i produttori di vino presenti.
Il volto del Lazio ha i tratti di due grandi produttori di Cesanese, Anton Maria Coletti Conti e Damiano Ciolli.
Coletti Conti da qualche anno ormai è il punto di riferimento unico per il Cesanese, fresca D.O.C.G. del Lazio. Grande è il suo Hernicus 2007, Cesanese di Affile in purezza, che ci inebria con i suoi sentori di incenso, ciliegia, amarena sotto spirito e viola macerata. In bocca è potenza e materia allo stato puro. Un vino da prendere o lasciare. Il Romanico 2006 è ancora un bimbo che dorme anche se al naso esprime di già una complessità e una eleganza paragonabile solo a qualche grande Borgogna. Ottimo ora, da standing ovation se lasciato affinare altri tre anni in cantina.
Cantine Ciolli mi ha invece entusiasmato con il suo Cirsum, Cesanese di Affile allevato ad alberello. Il 2005, appena uscito, è entusiasmante con i suoi ricordi di prugna matura, cuoio, tabacco da pipa e spezie orientali. Bocca di grande eleganza e persistenza. Damiano Ciolli è una persona molto umile, non sa che diventerà un grande.
Il Rome Wine Festival ha anche il volto femminile di Cincinnato, interessante Cantina Cooperativa di Cori, impegnata da sempre nel recupero e nella valorizzazione di alcuni vitigni autoctoni come il Nero Buono di Cori, un vino che grazie alle base rese per ettaro e ad un attento uso del legno stupisce per la sua morbidezza tutta incentrata su ricordi aromatici di frutti di bosco, china, mallo di noce e chiodi di garofano. Ad avercele di Cooperative Sociali così.......
Poggio alla Meta, piccola azienda laziale alle pendici del Parco Nazionale d'Abruzzo, si conferma ai vertici qualitativi col suo Piluc 2008, splendido esempio di Passerina vinificata in purezza a cui quest'anno si aggiunge la novità chiamata Intesa, interessante esempio di vino aromatizzato laziale che crea un legame indissolubile tra il Merlot e le erbe mediterranee.
La folla di appassionati al Roma Wine Festival è tanta e le aziende della Toscana, come sempre, sono prese d'assalto. Il volto di questa splendida Regione, secondo Percorsi di Vino, può essere rappresentato da due grandi realtà: Castello del Terriccio e Mastojanni. Due grandi assaggi, il Lupicaia 2005 che Carlo Ferrini ha ancora una volta plasmato in maniera sublime e che ci incanta con le sue note di ribes, mora, liquirizia, tabacco e vaniglia e con una potenza ancora forse da domare ma che sprigiona tutta la classe di un vino che da anni ormai raggiunge un'incredibile costanza qualitativa. Il Brunello Mastrojanni 2004, fratello minore del cru Schiena d'Asino che ci ha incantato nel corso dell'ultimo Benvenuto Brunello, rappresenta in pieno l'ottima annata di cui è figlio, è un Sangiovese di carattere cristallino, di nobile austerità che solo il tempo potrà far diventare veramente grandissimo. Da aspettare come tutti i grandi vini toscani.
Il Piemonte, infine, durante la manifestazione ha avuto il volto, la simpatia e la competenza di Paolo Ghislandi di Cascina I Carpini, interessantissima azienda situata sui Colli Tortonesi. Ho già avuto modo di presentare in un precedente articolo i Vini d'Arte di Paolo celebrando sia il suo Sette Zolle sia il suo Bruma d'Autunno, barbera in purezza da meditazione. Il Rome Wine Festival mi ha dato, invece, occasione di apprezzare appieno il suo Falò d'Ottobre, un vino a prevalenza Barbera che con la sua eleganza ci seduce e ci ammalia. E' un vino Femmina caratterizzato da note floreali di rosa canina e peonia a cui seguono scie di frutta rossa e spezie dolci. Grande equilibrio e grandissima beva per un vino che davvero mi stupisce ogni volta che lo bevo. Bravo Paolo.
Ah non ho finito! Il Rome Wine Festival ha anche il volto di tutte le persone che con grande professionalità lavorano per la sua riuscita, tra queste sicuramente ringrazio i sommelier di servizio dell'Associazione Romana Sommelier che, per questa edizione, posso far degnamente rappresentare da Makiko.
Grazie Gambero e alla prossima edizione!
Il Rome Wine Festival è una grande kermesse dove tutti i romani, e non solo, possono scoprire e, in alcuni casi, riscoprire i grandi vini italiani con particolare riferimento al Lazio.
Percorsi di Vino vuole dare un volto a tutte le persone che in queste ore stanno animando la manifestazione menzionando i migliori i produttori di vino presenti.
Il volto del Lazio ha i tratti di due grandi produttori di Cesanese, Anton Maria Coletti Conti e Damiano Ciolli.
Coletti Conti da qualche anno ormai è il punto di riferimento unico per il Cesanese, fresca D.O.C.G. del Lazio. Grande è il suo Hernicus 2007, Cesanese di Affile in purezza, che ci inebria con i suoi sentori di incenso, ciliegia, amarena sotto spirito e viola macerata. In bocca è potenza e materia allo stato puro. Un vino da prendere o lasciare. Il Romanico 2006 è ancora un bimbo che dorme anche se al naso esprime di già una complessità e una eleganza paragonabile solo a qualche grande Borgogna. Ottimo ora, da standing ovation se lasciato affinare altri tre anni in cantina.
Cantine Ciolli mi ha invece entusiasmato con il suo Cirsum, Cesanese di Affile allevato ad alberello. Il 2005, appena uscito, è entusiasmante con i suoi ricordi di prugna matura, cuoio, tabacco da pipa e spezie orientali. Bocca di grande eleganza e persistenza. Damiano Ciolli è una persona molto umile, non sa che diventerà un grande.
Il Rome Wine Festival ha anche il volto femminile di Cincinnato, interessante Cantina Cooperativa di Cori, impegnata da sempre nel recupero e nella valorizzazione di alcuni vitigni autoctoni come il Nero Buono di Cori, un vino che grazie alle base rese per ettaro e ad un attento uso del legno stupisce per la sua morbidezza tutta incentrata su ricordi aromatici di frutti di bosco, china, mallo di noce e chiodi di garofano. Ad avercele di Cooperative Sociali così.......
Poggio alla Meta, piccola azienda laziale alle pendici del Parco Nazionale d'Abruzzo, si conferma ai vertici qualitativi col suo Piluc 2008, splendido esempio di Passerina vinificata in purezza a cui quest'anno si aggiunge la novità chiamata Intesa, interessante esempio di vino aromatizzato laziale che crea un legame indissolubile tra il Merlot e le erbe mediterranee.
La folla di appassionati al Roma Wine Festival è tanta e le aziende della Toscana, come sempre, sono prese d'assalto. Il volto di questa splendida Regione, secondo Percorsi di Vino, può essere rappresentato da due grandi realtà: Castello del Terriccio e Mastojanni. Due grandi assaggi, il Lupicaia 2005 che Carlo Ferrini ha ancora una volta plasmato in maniera sublime e che ci incanta con le sue note di ribes, mora, liquirizia, tabacco e vaniglia e con una potenza ancora forse da domare ma che sprigiona tutta la classe di un vino che da anni ormai raggiunge un'incredibile costanza qualitativa. Il Brunello Mastrojanni 2004, fratello minore del cru Schiena d'Asino che ci ha incantato nel corso dell'ultimo Benvenuto Brunello, rappresenta in pieno l'ottima annata di cui è figlio, è un Sangiovese di carattere cristallino, di nobile austerità che solo il tempo potrà far diventare veramente grandissimo. Da aspettare come tutti i grandi vini toscani.
Il Piemonte, infine, durante la manifestazione ha avuto il volto, la simpatia e la competenza di Paolo Ghislandi di Cascina I Carpini, interessantissima azienda situata sui Colli Tortonesi. Ho già avuto modo di presentare in un precedente articolo i Vini d'Arte di Paolo celebrando sia il suo Sette Zolle sia il suo Bruma d'Autunno, barbera in purezza da meditazione. Il Rome Wine Festival mi ha dato, invece, occasione di apprezzare appieno il suo Falò d'Ottobre, un vino a prevalenza Barbera che con la sua eleganza ci seduce e ci ammalia. E' un vino Femmina caratterizzato da note floreali di rosa canina e peonia a cui seguono scie di frutta rossa e spezie dolci. Grande equilibrio e grandissima beva per un vino che davvero mi stupisce ogni volta che lo bevo. Bravo Paolo.
Ah non ho finito! Il Rome Wine Festival ha anche il volto di tutte le persone che con grande professionalità lavorano per la sua riuscita, tra queste sicuramente ringrazio i sommelier di servizio dell'Associazione Romana Sommelier che, per questa edizione, posso far degnamente rappresentare da Makiko.
Grazie Gambero e alla prossima edizione!
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