Dedicato al nonno Francesco, da tutti chiamato Checo dei Merli, l’Amarone della famiglia Damoli proviene da uve leggermente surmature (Corvinone 45%, Corvina 30%, Rondinella 25%) raccolte nel mese di ottobre che vengono adagiate in cassettine e appassite in fruttaio per circa quattro mesi.
L'uva dopo 120 giorni di appassimento |
Trascorso questo periodo avranno perso il 40% del loro peso e guadagnato una maggiore concentrazione. Pigiate e messe in vasche di acciaio, fermentano per circa 30-35 giorni. Durante il periodo di fermentazione, si eseguono rimontaggi e follature giornalieri e delastage. L'affinamento viene effettuato per il 70% del vino in botti di rovere di Slavonia da 8 e 12 ettolitri per circa 5 anni, mentre il 30% sosta in barriques usate di secondo e terzo passaggio.
Da un punto di vista strettamente organolettico, il vino conferma la linea generale dei prodotti della famiglia Damoli: grande pulizia, equilibrio e bevibilità.
Pur essendo molto lontani dai mostri sacri come l'Amarone di Quintarelli o Dal Forno, il Checo inebria i sensi con ampie note di prugna secca e lamponi macerati a cui si alternano note di fiori rossi, cacao, china e liquirizia.
Bocca elegante, ancora una volta i quasi 16° di alcol sono ben supportati da una freschezza di beva encomiabile. Lungo e fruttato il finale. Non è un campione di complessità e profondità ma, per me, rimane una delle poche bottiglie di Amarone che potrei finirmi senza problemi.
Nessun commento:
Posta un commento