Qualcuno scrive che: "Se si vuol far vini da territorio bisogna mettersi in testa di buttare bustine varie con additivi e conservanti, filtri e concentratori, oltre che pesticidi ed erbicidi nel vigneto. Altrimenti si fanno vini moderni, ripetibili, senz’anima".
Altri scrivono che:"Sarà, ma la merda di vacca, mischiata pure all’aceto, non è esattamente quello mi aspetto quando apro una bottiglia di vino..".
Probabilmente hanno ragione entrambi, ma questi giorni sto vedendo troppe fazioni schierate a tutela di qualcuno che, forse, non si accorge che sta percorrendo allegramente la seconda frase.
I veri amici, invece di leccargli il culo, dovrebbero convincerlo che fare vini naturali, buoni e ripetibili non sarebbe così male.
Fine delle trasmissioni. Domani si parte per Montalcino ma non vado a Benvenuto Brunello, sti giorni cerco contatti umani e non degustazioni seriali.
2 commenti:
Concordo pienamente, che ci vuole a fere il vino con le bustine che correggono gli errori? I nostri avi facevano il vino con l'uva e basta! Complimenti, ciao
M.G.
! Un punto esclamativo è necessario.
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