L'ES 2010 di Gianfranco Fino valeva l'entrata al SenseOfWine di Luca Maroni


Chi mi conosce sa che non sono un fan appassionato di Luca Maroni, è troppo turgido e linfatico per i miei gusti che, evolvendo, mi portano spesso e volentieri lontano da eventi stile SenseOfWine dove girano più fighetti e fighette in cerca di open bar che seri appassionati di vino. La riprova? Groupon ha messo in vendita centinaia di biglietti per la manifestazione a prezzi popolari per cui, come peraltro ho potuto notare nei bagni del Palazzo dei Congressi, via libera ad orge alcoliche di gruppo con tanto di ragazzine stese sui pavimenti in coma etilico. Ebbravi!


Tutto questo "casino" mondano passa in secondo piano quando arrivi al banco di Gianfranco e Simona Fino che proprio in questi giorni stanno presentando l'annata 2010 del loro ES.
La loro postazione era presa letteralmente d'assalto, i giusti riconoscimenti presi nell'ultimo anno stanno producendo favorevoli effetti anche nei confronti di chi sino ad ora confondeva il primitivo con l'uomo preistorico.
Ero molto curioso di degustare l'annata 2010 perchè, parlando tempo fa con i coniugi Fino, mi avevano anticipato che l'annata dalle loro parti era stata talmente promettente che l'uva che avevano portato in cantina era, a loro giudizio, la migliore di sempre. La curiosità, perciò, era talmente alta che appena noto la bottiglia di ES, facendomi largo tra la folla, chiedo alla gentile Simona di versarmene una bella dose.

Simona Fino
Il rosso rubino trasparente del primitivo è tanto intenso quanto lucente e, mettendo il naso nel bicchiere, capisci da subito che questo è un vino differente dagli altri. La versione 2010 dell'ES ci mostra un profilo olfattivo più austero e "secco" del solito, c'è una profondità diversa in questo millesimo, il punto di partenza dell'esperienza aromatica inizia tra la macchia mediterranea e le spezie orientali per poi portarti laggiù, dove l'orizzonte cromatico della frutta e dei fiori si tinge di rosso luminoso e cangiante come un tramonto d'estate.

Es e Jo
Anche al sorso, sopratutto, ci si rende conto che l'ES 2010 è un vino più maturo nel carattere, i tannini fittissimi e finissimi, la grande spina acida e la sapidità del vino ben equilibrano le morbidezze pronunciate del primitivo che, su uno sfondo di spezie e piante mediterranee, tende a persistere nel palato estatico per diversi minuti senza mai cedere in eccessi da vinone. Ecco, l'ES 2010, nonostante i 16,5% non è un monster wine ma, semplicemente, un grande vino da godersi oggi e nei prossimi venti anni. Non so se sarà la versione migliore di sempre ma, senza dubbio, è un vino che me piace tanto!

Da notare, e meriterebbere un post parte, la presenza al banco dello Jo 2010, negramaro un purezza da vigne ad alberello di oltre 40 anni situate di fronte al Mar Ionio (da qua il nome "Jo"). Questa versione mi è particolarmente piaciuta perchè ha dato vita ad un vino di grande solarità che riporta chi lo beve alla salinità del mare e alla frutta accarezzata dal sole. Palato caldo e morbido con finale di grande lunghezza e sapidità.

Banco di assaggio

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Andrea, sii sicuro. Es 2010 è il migliore mai prodotto. Rispetto ad una 2009 eccezionale cambia in meglio perchè lievemente maggiormente secco. Pur mantenendo la stessa profondità, serietà, ricchezza, questo minor residuo zuccherino me lo rende, se possibile, ancora più godibile.
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Ciao, Vignadelmar

Andrea Petrini ha detto...

Sono curiosissimo della sua evoluzione

Andrea ha detto...

Io assaggiai il 2009 l'anno scorso al Vinitaly, davvero superbo

Anonimo ha detto...

Buono, molto, ma ci sono tanti ottimi vini in giro.

Andrea Petrini ha detto...

hai ragione anonimo, questo è una delle tante eccellenze italiane del vino