La verticale storica del Chianti Classico Riserva "Il Campitello" di Monteraponi


Michele Braganti, anima di Monteraponi, sta lavorando da tempo al suo Chianti Classico e con fatica e tanta caparbietà e riuscito a farsi conoscere ed apprezzare dalle principali guide del vino. Bella scoperta, la stessa che ho fatto io circa un anno fa quando sono quasi stramazzato al suolo dalla goduria dopo che ho bevuto (grazie Armando) il suo Sangiovese da vigne alte (circa 700 metri).
A Radda qualcosa sta cambiando, da qua sta (ri)partendo la nuova evoluzione del sangiovese, quello vero, tradizionale, nobilmente contadino, e Braganti, assieme ad un altro manipolo di produttori illuminati capitanati da Martino Manetti, è l’espressione più sanguigna di questa Sangiorevolution.

Michele dal 1997 al 2002 ha venduto le uve ad altre aziende per cui la sua vera storia inizia nel 2003, millesimo faticoso che, nonostante tutto, tiene a battesimo il suo primo Chianti Classico Riserva Docg “Il Campitello”, un vino prodotto solo nelle annate favorevoli, dalla selezione delle uve di Sangiovese 90% , Canaiolo 8%, e Colorino 2%, provenienti dalle vigne più vecchie di circa 30—35 anni, con rese bassissime. Affinamento per 24 mesi esclusivamente in botti di rovere di Slavonia da 30 Hl. 

Michele Braganti che mescia...

Chianti Classico Riserva Docg “Il Campitello” 2003: è il primo anno di tutto, di Michele che si mette a fare il suo vino, delle botti che sono state appena acquistate, del caldo che fino ad allora non era stato così opprimente e che ha costretto a vendemmiare per la prima volta a fine settembre. Il Campitello si presenta scuro, maturo, scalciante di frutta nera, cuoio, grafite e un tocco di affumicato che deriva dal legno ancora non perfettamente digerito. Bocca caratterizzata dall’annata con un tannino verde ed un’acidità che fatica a progredire. Partenza a rilento ma promettente.

Chianti Classico Riserva Docg “Il Campitello” 2004: l’annata promette davvero bene, il 2003 è un lontano ricordo. Il Chianti ha un naso ancora giovanissimo dove si colgono note di ciliegia, ribes, viola mammola, bacche, cuoio, tabacco. Ancora un leggerissimo affumicato segno che le botti grandi stanno invecchiando a dovere. Bocca equilibratissima, precisa, anche se pecca  un po’ in chiusura dove il vino risulta non troppo persistente. Altro passo in avanti per Michele che comincia a prenderci la mano.

Chianti Classico Riserva Docg “Il Campitello” 2005: Michele è molto orgoglioso di questo vino sebbene abbia evitato di metterlo in commercio causa pessima annata in Chianti. Lo presenta un po’ emozionato, titubante, vuole capire da noi se il vino che ha tra le mani è davvero un brutto anatroccolo, se ha fatto bene a non tradire le attese dei suoi clienti. Versandomelo nel bicchiere mi dice:”Andrea questo è il vino più nebbioleggiante che ho”. Aveva ragione. Il colore nel bicchiere è un rosso rubino scarico e si percepiscono fin da subito al naso le sensazioni di piccoli frutti terziarizzati, buccia d’arancia, spezie avvolgenti, viola. Davvero un quadro olfattivo di carattere langarolo. In bocca l’annata ci mette del suo e il Chianti mostra tutti i suoi limiti vista la poca acidità e il tannino un po’ sgranato. A dispetto di tutto questo è  un vino leggiadro che si lascia bere senza troppi problemi.

La verticale...

Chianti Classico Riserva Docg “Il Campitello” 2006: questo è un anno importante perché arriva in cantina un nuovo enologo: Maurizio Castelli. Il cambiamento c’è e si sente nel vino che acquista, complice anche la buona annata, maggiore personalità e spessore. Al naso si presenta molto profondo, aristocratico, con rimandi di bacche selvatiche, ciliegia, tabacco, cuoio, china, erbe aromatiche. Palato di grande equilibrio ed ampiezza anche se, come vedremo, preferisco il finale turbo del 2007.

Chianti Classico Riserva Docg “Il Campitello” 2007: rispetto all’annate precedente questo Chianti è più verticale che orizzontale. Per intedersi, non avrà l’ampiezza dei profumi del 2006 ma la freschezza e la croccantezza del frutto che ritroviamo nel bicchiere è davvero da applausi così come incantevole è la sua balsamicità. Palato vellutato e caratterizzato da una eccellente spina acida che infonde al Campitello 2007 una progressione gustativa commovente che si interseca con ritorni fruttati e minerali. Grande futuro.

Chianti Classico Riserva Docg “Il Campitello” 2008: campione da botte difficile da valutare visto che aveva bisogno di qualche travaso per togliersi di dosso il lavoro di cantina. 

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