Il 1° settembre 2010, è entrato in vigore un nuovo accordo che disciplina il commercio del vino fra l’Australia e l’Unione europea. Questo nuovo accordo, che sostituisce quello firmato nel 1994, protegge il regime di etichettatura del vino adottato nell’Ue, garantisce la piena protezione delle indicazioni geografiche dell’Ue, anche per i vini destinati all’esportazione in paesi terzi, e include un esplicito impegno da parte dell’Australia a proteggere le espressioni tradizionali dell’Ue. In aggiunta, entro un anno dall’entrata in vigore dell’accordo e dopo un periodo di transizione, l’Australia non utilizzerà più per i propri vini alcune importanti denominazioni dell’Ue, quali “Champagne” e “Porto”.
“L’accordo offre garanzie importanti al settore vinicolo dell’Ue. Assicura la protezione delle indicazioni geografiche e delle espressioni tradizionali per i vini dell’Ue in Australia e in altri paesi”, ha dichiarato Dacian Ciolos, commissario responsabile dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. “L’accordo offre vantaggi a entrambe le parti firmatarie e rappresenta un risultato equilibrato per i produttori di vino europei e australiani. Un traguardo essenziale è costituito dall’impegno in base al quale i produttori vinicoli australiani rinunceranno progressivamente a usare indicatori geografici fondamentali ed espressioni tradizionali utilizzati per i vini dell’Ue. Questo risultato è di vitale importanza per i produttori europei”.
L’accordo prevede la protezione immediata di altre indicazioni geografiche dell’Ue usate per i vini. Per alcune denominazioni è stato concordato un periodo di transizione. In particolare, a partire dal 1° settembre 2011, vale a dire un anno dopo l’entrata in vigore dell’accordo, i produttori australiani non potranno continuare a utilizzare certe importanti denominazioni tipiche dell’Ue quali “Champagne”, “Porto”, “Sherry” e altre indicazioni geografiche europee, fra cui alcune espressioni tradizionali quali “Amontillado”, “Claret” e “Auslese”.
Il nuovo accordo protegge il regime di etichettatura dei vini dell’Ue elencando le menzioni facoltative che possono essere utilizzate per i vini australiani (per es. indicazioni riguardanti le varietà di viti usate, i premi e le medaglie ottenuti o i concorsi vinti oppure un colore specifico, ecc.) e regolamentando l’indicazione delle varietà di viti sulle etichette dei vini.
Il nuovo accordo delinea inoltre le condizioni che i produttori vinicoli australiani devono rispettare per continuare a usare un certo numero di termini per vini di qualità, fra cui “vintage”, “cream” e “tawny” per descrivere i vini australiani esportati in Europa e venduti sul mercato nazionale.
L’accordo è stato firmato a Bruxelles il 1° dicembre 2008. Il 27 luglio 2010 le autorità australiane hanno informato l’Unione europea di avere completato le procedure di ratifica necessarie.
Nel 2009 le esportazioni di vino dall’Ue verso l’Australia hanno rappresentato 68 milioni di euro, mentre quelle dall’Australia verso l’Ue sono state pari a 643 milioni di euro.
L’accordo prevede la protezione immediata di altre indicazioni geografiche dell’Ue usate per i vini. Per alcune denominazioni è stato concordato un periodo di transizione. In particolare, a partire dal 1° settembre 2011, vale a dire un anno dopo l’entrata in vigore dell’accordo, i produttori australiani non potranno continuare a utilizzare certe importanti denominazioni tipiche dell’Ue quali “Champagne”, “Porto”, “Sherry” e altre indicazioni geografiche europee, fra cui alcune espressioni tradizionali quali “Amontillado”, “Claret” e “Auslese”.
Il nuovo accordo protegge il regime di etichettatura dei vini dell’Ue elencando le menzioni facoltative che possono essere utilizzate per i vini australiani (per es. indicazioni riguardanti le varietà di viti usate, i premi e le medaglie ottenuti o i concorsi vinti oppure un colore specifico, ecc.) e regolamentando l’indicazione delle varietà di viti sulle etichette dei vini.
Il nuovo accordo delinea inoltre le condizioni che i produttori vinicoli australiani devono rispettare per continuare a usare un certo numero di termini per vini di qualità, fra cui “vintage”, “cream” e “tawny” per descrivere i vini australiani esportati in Europa e venduti sul mercato nazionale.
L’accordo è stato firmato a Bruxelles il 1° dicembre 2008. Il 27 luglio 2010 le autorità australiane hanno informato l’Unione europea di avere completato le procedure di ratifica necessarie.
Nel 2009 le esportazioni di vino dall’Ue verso l’Australia hanno rappresentato 68 milioni di euro, mentre quelle dall’Australia verso l’Ue sono state pari a 643 milioni di euro.
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