AUGURI DI BUON ANNO
Pubblicità (non) occulta del vino....
Ora, se questo è vero, allora non capisco quello che ho visto in questi giorni: ben due trasmissioni TV (EAT Parade e Domenica In) dove "eminenti" esperti di vino e sommelier professionisti, senza che passasse in sovraimpressione la scritta "Messaggio Pubblicitario", elogiavano le virtù di alcuni vini mostrando in maniera molto diretta l'etichetta della bottiglia oppure menzionando, senza troppi giri di parole, esplicitamente il produttore.
Proviamo ad abbinare il cioccolato Amedei?
Ma come degustare ed abbinare il cioccolato? Se andiamo sul sito di Amedei (http://www.amedei.com/jspamedei/segreti.jsp) ci renderemo conto che anche nel caso del cioccolato siamo di fronte a fasi di degustazione: visiva, olfattiva, uditiva e gustativa. Innazi tutto dovremmo dotarci del c.d. napolitan, un cioccolatino quadrato, dal peso di 4,5 gr. Il cioccolato va prima di tutto esaminato visivamente perchè solo un cioccolato "sano" di qualità ha un colore brillante e privo di opacità e patine. Alzi la mano chi non ha mai mangiato i gianduiotti patinati di bianco che ci ha dato la vecchia nonna.. Il napolitan deve essere poi "inspirato", per percepire i profumi e gli aromi tipici di ciò che staremo per mangiare. Così come ogni vitigno avrà i suoi aromi tipici, anche il cioccolato, a seconda della sua provenienza, avrà le sue caratteristiche. Anche l'udito è fondamentale perchè quando il napolitain viene spezzato, produce un suono limpido, indice di una buona cristallizzazione del burro di cacao. La gustativa è la parte più "interessante" e golosa. In tale ambito bisogna ricordarsi che mentre il cioccolato si scioglie in bocca, è importante introdurre dell'aria nella cavità orale, in modo che il sapore del napolitain possa estendersi ed allargarsi. Nel cioccolato l'equilibrio dei profumi e dei sapori si manifesta quando l'amaro non è l'elemento dominante ma il suggello di una completezza espressiva.
Krug Clos du Mesnil 1996. Almeno una volta nella vita..
Oggi parliamo di Francia, parliamo di Krug e del suo prodotto di punta, il Clos du Mesnil,un blanc de blancs millesimato che ha la caratteristica specifica di esser prodotto da un singolo storico vigneto, il Clos du Mesnil appunto, che copre appena 1,85 ettari all'interno del piccolo villaggio di Mesnil-sur-Öger, nella celebre Côte des Blancs. Racchiuso da un muro di pietra (il c.d. clos) risalente al 1698, come testimoniato da una lapide su una delle sue mura, il Clos du Mesnil e,in particolare, lo Chardonnay qui piantato, è benedetto da un microclima ideale essendo situato a sud-est e al riparo dalle intemperie grazie al suo muro e alle case circostanti.
Il Clos du Mesnil, quando venne acquistato nel 1971, era un vecchio vigneto alquanto trascurato e da ciò dipese la scelta della Maison di reimpiantare nuovi vitigni di Chardonnay. In tale ambito, Henri Krug, che da subito aveva capito le potenzialità del cru, decise di reimpiantare le viti in fasi successive, sapendo bene che uno champagne ha più carattere quando è fatto con uve raccolte da vigneti di età diverse. Tutto il Clos du Mesnil fu reimpiantato in otto anni e il 1979 fu l’anno zero per il Krug Clos du Mesnil in quanto è stata la prima vendemmia ritenuta in grado di soddisfare le elevate aspettative della Maison. Quando il vino fu degustato tutte le speranze e la lungimiranza di Henri Krug si concretizzarono in un baleno: si era di fronte ad uno Champagne splendido e fu deciso che non vi sarebbe alcun assemblaggio.
Il Clos du Mesnil 1996 da me degustato rappresenta una superba interpretazione di un millesimo storico in Champagne, uno dei migliori del secolo, e fa capire al mondo quanto potenziale può avere l’uva Chardonnay se vinificata e “spumantizzata” come si deve.
Al palato si capisce subito che siamo di fronte ad un grandissimo Krug, i suoi segni distintivi sono evidenti: sensazioni di miele, agrumi canditi, croccante, sottobosco, a cui si aggiunge una stupende vena minerale, tipica espressione del terroir. Nel Clos du Mesnil, rispetto agli altri Champagne, c’è molto di più, c’è una freschezza quasi tagliente nonostante l’età, c’è potenza, c’è complessità, c’è una persistenza infinita dopo averlo deglutito. E’ un peccato, un vero infanticidio berlo ora visto che ha ancora tanti anni di fronte a sè e con un potenziale ed una evoluzione ancora tutta da scoprire.
Il Krug è per me lo Champagne. Il Clos du Mesnil è un’esperienza mistica.
Sergio Mottura - Magone 2006: un Pinot nero che mi piace!!
A Natale se ne vedono di tutte, anche l'abbinamento tra Franciacorta e cioccolato
Una proposta unica di Bersi Serlini, cantina in Franciacorta dal 1886, e di T’a - sentimento Italiano, il nuovo Brand di Tancredi e Alberto Alemagna. Una Magnum Rosé (Chardonnay 70% and Pinot Noir 30% ) e 15 cioccolatini (latte 40% con aggiunta di Gianduia) sono racchiusi in una seducente confezione che comunica attraverso un contrasto di colori che esaltano le caratteristiche dei due prodotti: un caldo e voluttuoso marrone cacao con inserti di un acceso e dirompente rosa fucsia. L’effetto del Franciacorta Bersi Serlini Rosè su questo cioccolato, a lungo studiato dai maestri cioccolatieri di T’a – sentimento italiano, è sorprendente: morbido cioccolato, solleticato da delicate bollicine che liberano un piacere profondo.
Un regalo originale che parla di piacere e di gusto a chi durante le feste vuole per sé e per i propri cari un momento unico, nella migliore tradizione delle famiglie Bersi Serlini e Alemagna. Cioccolato&Rosè è distribuito in scatole limited edition nelle migliori enoteche, gastronomie e boutique del cibo goloso.
Bersi Serlini, in Franciacorta dal 1886, è una storica azienda che si contraddistingue per la forte vocazione alle bollicine DOCG e produce vini con immutata passione da tre generazioni. Otto i Franciacorta prodotti, otto le tipologie di questo straordinario vino che raccontano l’unicità e l’originalità di un’azienda che ha saputo coniugare tradizione e modernità, territorio e innovazione, passione e cultura. Arricchiscono e completano la gamma dei prodotti le piccole produzioni di Curtefranca DOC, bianco e rosso, e quella delle grappe. Le bollicine Bersi Serlini sono quasi interamente prodotte con uve Chardonnay, il vitigno per eccellenza, che dona eleganza e finezza, finissimo perlage e profumi floreali nel bicchiere. Energia elegante, bollicine finissime, danza nel bicchiere, piaceri intimi ed eleganti nel palato. Energia pronta a festeggiare. I vigneti, 35 ettari interamente di proprietà dell’azienda, sono coltivati applicando i principi della Coltura Ecoambientale, con un ridotto utilizzo di trattamenti e quindi un maggiore rispetto per l'ambiente. T’a - Sentimento Italiano è un brand nuovo e giovane che combina tradizione e creatività. Il cioccolato T’a – Sentimento Italiano, fatto a regola d’arte, nato dal desiderio di Tancredi e Alberto Alemagna, giovanissimi e appassionati, di raccogliere un’eredità familiare votata alla qualità e all’innovazione, è proposto come lusso goloso da concedersi soli o da condividere in ogni occasione.
Aiutiamo l'AMREF regalando Rosso di Natale
Sassicaia 2000 oppure Ornellaia 2000?
Secondo me sono vini ben diversi, il primo molto fine, elegante e forse molto più pronto di un Ornellaia a cui gioverebbe un altro pò di bottiglia visto il tannino ancora non troppo digerito.
In particolare, ho trovato il Sassicaia 2000 di un bel colore rubino intenso con unghia leggermente granata, al naso i classici sentori del cabernet sono abbastanza nitidi, esce subito la belle nota di peperone seguita da più eleganti sensazioni di frutta rossa matura, caffè, sottobosco, cacao, che si fondono con un bella vena balsamica e speziata. Al palato si capisce subito perchè il Sassicaia è un gran vino in quanto armonicità, eleganza e consistenza si fondono perfettamente originando tannini setosi e un finale che non finisce mai. Lo comparo ad una ballerina étoile della Scala.
I Vini delle Sabbie
Fontodi Pinot Nero "Case Via" 2006: perchè?
Non potevamo certo dormire senza la classifica del Wine Enthusiast Magazine: la top cellar selection of 2008
La parte del leone della classifica (che trovate su http://www.winemag.com/Media/PublicationsArticle/Cellar%20Selects_0.pdf) la fa la Francia con 38 vini e l'Italia con 16 vini. In tale ambito particolare enfasi è stata data al millesimo 2005 dei Grands Crus de Bordeaux e al millesimo 2004 dei vini toscani.
Piccola considerazione finale: e i Barolo 2004? e il Piemonte??? Signori avete tralasciato un pezzo di grande enologia italiana. Vabbè, meglio così, ce lo berremo noi alla faccia degli americani che sorseggiano solo Toscana...
Di ritorno da Eat-Alia: piccoli appunti di un viaggio alla scoperta del gusto
Un altro incontro importante è stato quello con Luciano di Podere San Lorenzo per la passione che mi ha tramesso parlando della sua piccola grande azienda di Montalcino. Anche a te, se vorrai, ti dico a presto.....
Elena Walch e il suo Gewurztraminer Kastelaz 2007
Eat-Alia, parte da Fiano Romano la scommessa di Cosimo Erede..
Molti gli eventi in programma per le due giornate di manifestazione, che si aprirà con una conferenza. Figuranti in costume medievale accompagneranno la permanenza dei visitatori nelle sale, ad opera dell'Associazione Culturale Giovanna d'Arco di Cerveteri, da anni attiva nel settore della rievocazioni storiche, nell'organizzazione di banchetti, feste e matrimoni medievali. Per le giornate di sabato e domenica è stata organizzata un'agenda di incontri, dedicati esclusivamente agli operatori, durante i quali le aziende potranno presentarsi e presentare i loro prodotti ad un pubblico selezionato, per incentivare ed affinare i network commerciali B2B. Attireranno l'attenzione dei grandi appassionati le degustazioni guidate dedicate a rari vitigni italiani; per la giornata di sabato è prevista la degustazione "I vini delle sabbie", dedicata ai rari vini provenienti da vitigni da piede franco; mentre nella giornata di domenica, si svolgerà la degustazione "Vitigni rari piemontesi". Per il pubblico dei tanti appassionati che visiteranno la manifestazione, è stato indetto un piccolo concorso fotografico <http://www.eatalia.eu/news-dettaglio.php?id_news=19> amatoriale dal titolo "La mia Eat-Alia": uno sguardo, un sorriso, un momento particolare o simpatico della permanenza all'interno del Castello Ducale di Fiano Romano i giorni 6 e 7 dicembre. In palio una macchina fotografica digitale e vini offerti dalle aziende Cascina I Carpini (AL) e Li Seddi (OT).
Percorsi Di Vino sarà presente alla manifestazione, sarà occasione per incontrare amici vecchi e nuovi. Se andate non mancate di provare i vini laziali di Sergio Mottura, Cantina Cerquetta e Casale Marchese, vere chicche enologiche del panorama della mia Regione. A presto con un articolo dettagliato!
Il cioccolato monogusto al formaggio Giraudi e i suoi abbinamenti enologici...
L'idea di combinare cioccolato e formaggio per realizzare cioccolatini è nata dalla voglia di proporre un prodotto alternativo per l'aperitivo o una dolce e particolare "compagnia" per una birra a metà pomeriggio.
Un Morellino di Scansano da ricordare quello de I Botri di Giaccioforte!
Mondial du Merlot: vincitori e vinti
E gli italiani?
Il migliori merlot d'Italia è il "La Macchia, Provincia di Pavia Rosso IGT, 2000" dell'Azienda Agricola Bellaria di Paolo Massone. Complimenti! Cercherò di degustare questo vino il prima possibile per verificare di persona se effettivamente siamo di fronte ad un grande merlot.
Il vino venuto dalle anfore: dalla Georgia a Josko Gravner
Ma il vino in anfora è paternità degli egizi? Nemmeno per sogno, perché è storia che questi vennero a conoscenza della produzione della vite e del vino per il tramite dei fenici, quasi certamente dalla Colchide, la mitica terra del Vello d’Oro, una regione che corrisponde oggi grosso modo alla Georgia, quindi nel Caucaso tra il Mar Caspio ed il Mar Nero. Fu proprio lì che nacque molto verosimilmente il vino visto che sono stati fatti i ritrovamenti più antichi in assoluto attestanti una produzione vitivinicola: sono state, infatti, rinvenute tracce di contenitori che, da approfondito esame organolettico, attestano la presenza del vino, risalenti ad 8-9000 anni fa. In nessuna parte del mondo si sono trovati reperti così antichi.
CONTINUA.....
IL MAGICO CONNUBIO TRA TARTUFO SENESE E SIRAH ROSSO IGT LAZIO DONNARDEA
Ed infine...WINE SPECTATOR'S TOP 100 WINES OF 2008..la chiusura del cerchio....
Rapida occhiata alla top 100 di Wine Spectator. Tra sgomenti e risate varie ecco cosa mi è venuto in mente:
- che se il Concha y Toro Cabernet Sauvignon Puente Alto Don Melchor 2005 è il 12° vino al mondo, allora Paris Hilton sarà il prossimo nobel per la fisica
- che se proprio un barolo 2004 doveva essere inserito, allora al posto di pio cesare era meglio il Barolo Vigneto La Villa 2004 dei fratelli Seghesio
- che se ti chiami Seghesio allora hai probabilità di diventare famoso (vedi posizione 10 e 14 della classifica)
- che Château L’Evangile 2005 ha preso 100 punti ed è arrivato 21° in classifica. Mistero parkeriano..
- che nella classifica sono stati messi a casaccio alcuni vini bianchi italiani che James Suckling (fido scudiero parkeriano che si “interessa” di Italia) aveva menzionato qualche tempo fa http://www.terredora.net/public/italiano/Wine%20Spectator_August_08.PDF. Spiegatemi allora il motivo del perché il Terredora Falanghina Irpinia 2007 è arrivato 59° e l’Attems Pinot Grigio Collio 2007 70° pur avendo lo stesso punteggio (90) nella Top-Value Italian White. Mistero della fede?
- perché si premiano sempre gli stessi? Nell’Oreno della Tenuta Sette Ponti, Parker ci faccia il bagno? E in Italia perché non ce lo filiamo (o quasi) di pezza? Secondo stime ufficiose tale bottiglia vende qualche unità alla Festa del Carabiniere..Scherzo eh!!
Sono convinto, non potrò mai fare il sommelier in America! O forse devo cambiare mestiere?
Piccoli vignaioli laziali crescono: l'azienda agricola TreBotti
Nel Lazio non sono in pochi a puntare su questi giovani produttori di origine trevigiane che recentemente, nel 2003, hanno acquisito alcuni terreni collinari nella zona della Valle Teverina e sull’Oasi di Alviano, circa 18 ettari di terreni collinari, che offrono un perfetto laboratorio naturale ove sperimentare e creare vino di qualità, seguendo i dettami dell’agricoltura biologica.
Il vino dell'anno per Wine Spectator è...and the winner is...........
Wine Spectator's Top Ten Wine's of 2008: 4.......3........2!!!
Estate manager John Kolasa claims that nature did the lion's share of the work in 2005, leaving him and his team with a relatively simple job. Yet vast investment at the estate since the mid-1990s by the owners, who also control Chanel, enabled Rauzan to reap the benefits of a great growing season. The estate's grand vin, which reached a quality pinnacle in 2005, is 54.5 percent Cabernet Sauvignon, 39 percent Merlot, 5 percent Petit Verdot and 1.5 percent Cabernet Franc, selected from 74 of the 128.5 acres of vineyards.