Ho avuto il piacere e l'onore di ospitare Giuseppe Mottura in una delle tante cene col produttore che il mio Enoclub Roma organizza mensilmente al fine di cercare di ridurre le distanze tra chi produce e chi beve il vino. Tra i tanti vini presentati durante la serata, oltre ai sempre ottimi Latour a Civitella e Muffo, quello che mi ha colpito di più è stato il loro pinot nero, il Magone 2006. Strano a dirsi visto che reputo questa uva degna di esser coltivata solo in Borgogna, ma questo pinot, soprattutto rispetto a quello bevuto recentemente di Fontodi, l'ho trovato molto elegante, pulito, con una sua precisa personalità che, a mio giudizio, cerca di evitare inutili scimmiottamenti con "cugini" francesi.
Il vino si presenta con un bel rosso rubino trasparente (finalmente un colore adeguato al pinot....) e al naso esprime in maniera netta e decisa tutte le caratteristiche varietali dell'uva con bei ricordi di ribes, lampone, mirtillo, viola, chiodi di garofano e leggera cannella. In bocca la peculiarità principale del vino è il suo estremo equilibrio, l'alcol (siamo sui 13,5%) è controbilanciato adeguatamente dall'acidità e il tannino, grazie al magistrale lavoro di affinamento svolto sia dal legno, mai invadente, sia dalla bottiglia, è perfettamente integrato. Discreta la persistenza finale su ritorni di frutta rossa di bosco e spezie. Concludendo, siamo di fronte ad un bel pinot nero, elegante e deciso al tempo stesso, per nulla banale, che si beve facilmente a tavola e trova un perfetta armonia su una millefoglie di manzo in crosta di patate.
Che Civitella d'Agliano sia un pezzetto di Borgogna? Ai sommeliers l'ardua sentenza...
Nessun commento:
Posta un commento