Non ci può essere nulla di meglio, per sfuggire all'afa cittadina, che coinvolgere nove amici in una bellissima bevuta di champagne e spumante d'autore.
Iniziamo con una bella boccia di Perrier Jouet Cuvée Belle Epoque 1995: non si può certo partire meglio, un naso molto complesso che spazia tra note di albicocca, marmellata di limone inglese, nocciola, pietra focaia e lavanda. In bocca questo champagne ha ancora da dire visto che l'acidità, nonostante i 13 anni, è ancora sferzante. Buona la persistenza finale. Noi queste bollicine le abbiamo abbinate ad una straordinaria mortadella al tartufo. Sublime!
Si prosegue con un ospite teutonico, Kinheimer Rosenberg Riesling Spatlese 1994 Merkelbach: riesling molto interessante, all'olfattiva si sentono nette le note di frutta esotica, pompelmo e pesca matura. Col passare del tempo escono i sentori di fiori gialli e di minerali. L'acidità forse risente dell'età, ma in bocca rimane molto equilibrato. Grande l'abbinamento col crostino di salmone norvegese.
Proseguiamo con lo Spumante italiano, Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1992: mi aspettavo molto da questo vino ma sono rimasto deluso. Naso forse più complesso del primo champagne, dove regnano belle note di albicocca candita, granella di nocciola, fieno, frutta secca e humus. In bocca è equilibrato ma ha un finale corto, troppo. Perde tristemente il confronto col primo champagne. Qualcuno ha detto che è come uno stereo che spara la musica ad alto volume ma, questa, è di cattiva qualità.
Arriva la sorpresa della serata, Clos des Goisses 1982 Philipponnat (deg.1988): non conoscevo questa bottiglia, molto rara, e devo dire che forse nella vita enologicamente mi son perso qualcosa (fino ad ora però). Bottiglia in condizioni perfette e naso veramente strepitoso con splendide note di albicocca candita, noce moscata, zenzero, ferro, caramella mou, mogano, cipria, e ancora tanto altro... In bocca è ampio, ancora di bella struttura, con una carbonica di bel vigore. Chiude lunghissimo su note di frutta secca. Grande bottiglia e grande emozione!
Chiudiamo la batteria degli Champagne con Bollinger R.D. 1990 (deg. 03/2002): se non ci fosse stato il Philipponnat sarebbe stata la migliore bottiglia della serata. Naso molto complesso che gioca su note di nocciola, fungo porcino, sottobosco, albicoca, zenzero e legno di cedro. Palato di grande eleganza e finezza anche se meno persistente rispetto allo champagne precedente.
Finale dolce con Vin Santo 1988 Avignonesi: di un bel color mogano, si presenta al naso con sentori di fico secco, uva passa, mallo di noce, carruba, miele di castagno e caramello. In bocca, ancora una volta, si caratterizza per la struttura e la persistenza infinita. Potrebbe essere un gran vino dolce se non fosse per una nota volatile abbastanza fastidiosa. Prosit!