Arriva un italoamericano a Roma! No, non parlo Thomas Di Benedetto, futuro presidente della Roma, ma di una bottiglia di vino targata “Barboursville Vineyards”, la grande tenuta “straniera” che la famiglia Zonin ha acquisito in Virginia nel lontano 1976 e che con molta passione Luca Paschina sta gestendo da oltre venti anni.
Parlo di Barboursville Vineyards non per caso ma perché il suo Octagon 2006, classico taglio bordolese, fa parte della tasting list 2011 che Francesco Zonin ha riservato a blogger e appassionati.
Probabilmente sono io che ho un cattivo rapporto con tutto ciò che si mangia o si bene negli Stati Uniti, Mc Donald’s in primis, però, e mi scuseranno Francesco e Luca di questo, a me il vino non ha convinto molto per un semplice motivo: era muto.
Anzitutto all’olfattiva denunciava tutta la sua gioventù con un legno che, per i miei gusti, era ancora troppo invadente e coprente. E’ come se ci fosse un coperchio virtuale sopra il bicchiere che bloccasse tutti gli aromi che ci sono, si avvertono, ma non riescono ad esplodere. Mi immagino i sentori di frutta rossa con la camicia di forza che scalpitano ma non riescono a liberarsi.
Il sorso è in linea col naso, si avverte il legno assieme a timide sensazioni di ribes, ciliegia, humus e minerale. Bevendolo mi viene in mente che sto degustando un vino ancora in fase embrionale dove ogni cosa, dal tannino alla morbidezza fino ai profumi, sta cercando una propria definizione e una ragione d’essere. Soprattutto l’amarognolo finale deve scomparire.
Sono sicuro che tra qualche anno, così come accade per i migliori Bordeaux, l’Octagon farà vedere il meglio di sé.
Per ora, da buon romano, il mio giudizio è questo:
1 commento:
bel blog
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