Rosso Cesanese 2011 tra poche luci e molte ombre


La seconda edizione di Rosso Cesanese, vetrina sulla nuova annata del Cesanese del Piglio DOCG, si è chiusa lo scorso lunedì tra  una serie di ombre e poche luci.


Nonostante la bellissima cornice del Palazzo Comunale di Anagni e la buona organizzazione della Strada del Vino Cesanese, la degustazione cieca dei 40 campioni sottoposti alla giudizio degli addetti ai lavori ha mostrato un panorama generale confuso dove due o tre aziende tracciano la strada della qualità e molte altre che rincorrono, a volte stancamente, un obiettivo che neanche loro conoscono. 

Quale è la vera espressione del Cesanese? Anche questo dalla degustazione non è chiaro visto che Coletti Conti e La Visciola producono due vini di stile e filosofia completamente diversi: il primo punta su grande struttura e potenza mentre il secondo più su finezza e leggiadria.
Gli altri, tranne poche eccezioni (Casale della Ioria, Corte dei Papi e Pileum), sono là che cercano di copiare maldestramente uno stile che non gli è proprio creando dei veri e propri mostri a metà tra un Porto e un Barbacarlo. Se proprio non te ne frega nulla della qualità allora il risultato è un Cesanese difettato alla faccia della denominazione di origine controllata e garantita che, alla stregua di tutto ciò, in Italia ha la stessa autorevolezza dei nostri politici.


Mi spiace esser stato duro ma questi sono i risultati della degustazione divisa tra Cesanese 2009 base, Superiore e 2008 Riserva.

2009 Base

Cantina Sociale del Piglio – Etichetta Rossa: naso poco complesso di frutta rossa e gomma. Bocca sintetica, retrogusto di erbe di campo. Campione di botte;

Cantina Sociale del Piglio – Il Castellano: naso chiuso, frutta rossa appena accennata. Bocca sfuggente, un banale vino da tavola. Campione di botte;

Emme Vigneti Massimo Berucci – Hyperius: naso di mora e amarena. Bocca poco ampia, semplice ma meglio del precedente. Campione di botte;

La Visciola – Mozzatta: dal colore, rubino scarico, lo riconosco alla cieca. Fresco, floreale, etereo. Bocca dinamica, equilibrata, succosa, finalmente qualcosa che assomigli ad un vino di qualità;

La Visciola – Vignali: naso di frutta rossa croccante, rosa. Vino molto femminile, vellutato e suadente. Pecca un po’ nel finale,

La Visciola – Ju Quarto: naso profondo, complesso, percepisco fiori ed erba medica. Bocca di bello spessore, intensa, robusta;

Vini Giovanni Terenzi: naso intenso di frutta rossa matura. bocca robusta che si perde maldestramente con un retrogusto di straccio bagnato. Campione di botte;

Antiche Cantine Mario Terenzi – Casale dei Monaci: colore impenetrabile, denso come uno yoga al mirtillo. Naso vegetale, bocca allucinante….

Casale della Ioria – Campo Novo: naso di frutta rossa matura, viola appassita e cenni eterei. Bocca ancora  un po’ scissa tra morbidezza e durezza. Tannino da rivedere. Giovane.

Corte dei Papi – Colleticchio: naso scuro di frutta di rovo e spezie nere. Bocca polposa, strutturata. Bel vino base.

Strani personaggi...
2009 Riserva

Azienda Agricola Macciocca – Civitella: dal colore sembra non filtrato. Naso di iodio e fiori macerati. Bocca armonica. Non lascia segni.

Cantina Martini – Santa Felicita: naso yogurtoso e di cacao. Bocca con tannino indecente.

Cantina Sociale del Piglio – De Antiochia: naso selvatico e bocca corta. Devo continuare? Campione di botte;

Cantina Sociale del Piglio – Etichetta Oro: finalmente un cesanese degno di una cantina sociale di qualità. Naso con tanta frutta rossa e un pizzico di terra bagnata. Bocca semplice anche se equilibrata e di discreta persistenza. Il Cesanese da tutti i giorni ad un prezzo ok. Campione di botte;

Emme Vigneti Massimo Berucci – Casal Cervino: vino monocorde che gioca tutto sulle sensazioni fresche di frutta. Campione di botte;

Manfredi Opificio – Onda: naso di erbe mediche, rabarbaro, chiodi di garofano, frutta croccante. Bocca equlibrata, ampia anche se pecca in persistenza finale. Campione di botte;

Petrucca e Vela – Agape: naso di crostata di visciola. In bocca è giovane, troppo…. Campione di botte;

Pileum – Pileum: naso e bocca di poca espressione. Campione di botte. Spero nel futuro…

Terre del Cesanese – Trifora: naso scuro di pepe, humus e ribes. Bocca in via di definizione. Campione di botte;

Terre del Cesanese – Colleforno: sensazione olfattive di ciliegia e viola mammola. In bocca il tannino invade tutto come Attila. Campione di botte;

Antiche Cantine Mario Terenzi – Casal San Marco: naso dolciastro a metà tra il lucido da scarpe e il ciliegione maturo. Bocca piaciona. Troppo. Campione di botte;

Rapillo – Sero Nero: vinoso, tocchi floreali e di gomma sintetica. Bocca giovane e poco dinamica.  Campione di botte;

Vini Giovanni Terenzi – Colleforma: naso di caffe, cacao, terra. Bocca giovane e poco armonica.  Campione di botte;

Casale della Ioria – Casale della Ioria: naso potente di frutta macerata e mon chery. Bocca ancora giovane dove tutto sembra ancora in via di composizione. La materia comunque c’è!

Coletti Conti – Hernicus: naso monastico, inconfondibile. Bocca ancora aggressiva, potente, dinamica. Da aspettare con calma;

Corte dei Papi – San Magno: naso di grafite, cacao, torrefazione. Bocca intensa, struttura e di buon equlibrio.

Marcella Giuliani – Alagna: non fornisce alcuna emozione, nemmeno le peggiori..

Varibilità del terreno di Casale della Ioria

2008 Riserva

Casale Verdeluna – Amor: naso alcolico. Bocca scissa, rustica. Campione di botte;

Emme Vigneti Massimo Berucci – Casal Cervino: naso ciccione, zuccherino. In bocca percepisci una rifermentazione “barbacarleggiante”. Spiazzante. Campione di botte;

Petrucca e Vela – Tellures: un primitivo dolce di Manduria ad Anagni? Campione di botte;

Pileum – Bolla di Urbano: naso pulito dove percepisci un bel ventaglio di frutta e spezie. Bocca armonica, equilibrata e, fortunatamente, senza eccessi. Campione di botte;

Terre del Cesanese – Collevignali: naso yogurtoso, dolciastro. Bocca rifermentata. Fortuna che è un campione di botte…

Antiche Cantine Mario Terenzi – Casal San Marco: ritorna il lucido da scarpe e il residuo zuccherino che scimmiotta altri vini…

Vini Giovanni Terenzi – Vajosuro: naso puzzettoso che copre un odore di ciliegia e fragola. Bocca magra;

Casale della Ioria – Torre del Piano: naso profondo, scuro, complesso di frutta e spezie. Bocca tesa, austera, vigorosa;

Coletti Conti – Romanico: naso pirotecnico di frutta, terra, tamarindo, caffè, cioccolato. Bocca potente, poderosa, di grande impatto ma equilibrata.

Corte dei Papi - San Magno: naso lattico, poi col tempo esce la frutta di rovo. Bocca di struttura ma non mi incanta per dinamicità ed equilibrio;

Marcella Giuliani – Dives: naso debordante di frutta nera, oliva, cuoio. Bocca potente ma non ancora perfettamente amalgamata. Chiusura piaciona..

La Visciola
Se non ci fosse lui..


6 commenti:

Marco Riva ha detto...

Mozzatta e Vignali li avevo trovati interessanti anche io ad Agazzano a Sorgente del vino...

Interessante anche il progetto biodinamico de La Visciola...

Anonimo ha detto...

Credo che i pareri della degustazione siano eccessivamente critici e frutto di un tradizionale atteggiamento di sufficienza degli addetti ai lavori nei confronti dei vini del Lazio...
Purtroppo il competente Petrini non riferisce che la maggioranza dei vini "base" valutati viene venduto a pochi euro e che i migliori cesanesi del Piglio vengono venduti a max 15-17 euro, ovvero il presso di un acidulo e anonimo rosso di Montalcino...
Del resto tale atteggiamento degli esperti di casa nostra per fortuna non paga all'estero dove il vino viene venduto già prima di essere imbottigliato.
Ciao a tutti
Marco

Andrea Petrini ha detto...

Ciao Marco, parli con il primo difensore del Cesanese visto che cerco di valorizzarlo in tanti altri ambiti e, soprattutto, cerco di difenderlo da una serie di attacchi da parte di persone che hanno fin troppi preconcetti.
Il fatto che il vino costi poco non capisco cosa c'entri o, meglio, non accetto il fatto che siccome costa poca allora se bevemo tutto. Ti dirò di più.
Sai cosa mi fa paura del tuo discorso? Che visto che si vende tutto allora che ce frega de fallo bono?

Anonimo ha detto...

Caro Andrea,
premesso che non posso che condividere il tuo giudizio su molti dei vini "base", segno che ancora nell'orbita del cesanese del piglio esistono realtà (eredità di un passato molto recente) che puntano su un vino di basso costo, tuttavia credo che oggi esistono 6-7 realtà aziendali che producono un buon prodotto di punta e credo che a queste bisognerebbe limitarsi.
Nell'ambito di queste realtà ci sono 4-5 prodotti, ancora da migliorare, assolutamente sottostimati, e mi risulta che questi vini vengano apprezzati molto di più all'estero che in Italia (e per un rapporto qualità-prezzo nettamente superiore ad altri vini più "trendy").
Premetto che non ho alcuna azienda vitivinicola e che parlo da semplice appassionato. Consiglio comunque di degustare il Civitella Cru- Casale Verde Luna (a mio parere nettamente superiore ad Amor) e il Gaiano - Colline di Affile.
A presto
Marco

Andrea Petrini ha detto...

"credo che oggi esistono 6-7 realtà aziendali che producono un buon prodotto di punta e credo che a queste bisognerebbe limitarsi.
Nell'ambito di queste realtà ci sono 4-5 prodotti, ancora da migliorare, assolutamente sottostimati, e mi risulta che questi vini vengano apprezzati molto di più all'estero che in Italia".

Assolutamente d'accordo con te perchè alla cieca quelle 6/7 aziende sono state riconosciute tranquillamente tanto era il divario. Che i vini di qualità italiani siano poi apprezzati più all'estero è un'altra anomalia del nostro Paese e, credimi, il cesanese non è l'unico sottovalutato.

Venanziomix ha detto...

grande Petrini!!!