Giacomo Dente de Il Messaggero ha pubblicato un articolo col quale esalta, tra i vari vini del Lazio presenti al Vinitaly, anche il Cesanese del Piglio che viene definito come "un vino di grandissima personalità come il Cesanese del Piglio, che secondo molti degustatori possiede caratteristiche di profumi e di eleganza che tirano verso la Bourgogne".
Le cose sono due: qualcuno non ha mai degustato un pinot nero francese oppure, sempre quel qualcuno, vuole avere molti santi in paradiso.
Davvero, e mi rivolgo a voi produttori, siete d'accordo con quello che è scritto sul giornale? Su, per cortesia, siate onesti con voi stessi.
Andrea Scanzi, in un recente articolo, ha paragonato il Cesanese del Piglio ad un Rodano. Decisamente una lettura migliore.
Ma tanto io sono il cattivo che parla male del Cesanese. Sarà che sono onesto e non adulatore?
Ah, l'articolo contiene anche questo passo: "Non per caso l’ultima edizione di Slow Food di Carlin Petrini ha elevato il Lazio a territorio di assoluto spessore enologico...".
Se il Cesanese è enttrato in guida è anche merito mio. Sappiattelo.
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