Il quadro del vino umbro appare sempre più chiaro e definito.
Intorno ai poli di riferimento dell’enologia regionale – Sagrantino di Montefalco e Orvieto – si è affermata una vitivinicoltura satellitare, che ha avuto il merito di allargare i confini vitati e nello stesso tempo di ampliare le possibilità stilistiche dei vini prodotti. Analizziamo questo nuovo assetto che pare suggerire un futuro davvero interessante per questa piccola regione, così ricca di cultura e tradizioni gastronomiche.
Purché lontano dai fasti degli anni Novanta, anni di crescita esponenziale per quantità di ettari piantati e numero di bottiglie prodotte, Montefalco e il suo Sagrantino appaiono in discreta forma. Le degustazioni hanno confermato la maggior consapevolezza produttiva rilevata anche negli anni scorsi, ossia la tendenza a non sovrainterpretare il vitigno sagrantino, dotato fin dalla nascita di un corredo polifenolico ingombrante: una consapevolezza che passa attraverso un peso maggiore riservato all’aspetto agronomico e a un uso più garbato del legno per l’affinamento.
In tale ambito vogliamo sottolineare la qualità del lavoro compiuto da due giovani aziende che vanno ad arricchire il panorama già folto di nomi illustri: Romanelli e Raìna, due realtà che stanno fornendo vini di indiscutibile carattere e continuità qualitativa.
Non così positive le notizie dal polo orvietano. Ci pare che questa denominazione abbia difficoltà a uscire dal modello classico di riferimento, con un peso eccessivo degli imbottigliatori sul prezzo delle uve e la conseguente difficoltà, per i viticoltori veri, a spuntare prezzi più alti per le bottiglie messe in vendita.
Ora però veniamo ai satelliti di cui parlavamo un attimo fa. A margine delle zone più affermate troviamo una viticoltura giovane, spesso molto attenta alla sostenibilità, in cui la competenza tecnica acquisita si incrocia con una sana ansia di sperimentazione. Accanto a queste giovani realtà, poi, sono finalmente riemerse aziende tradizionali i cui vini sono specchio della ricca tradizione enologica umbra.
Insomma, una vitivinicoltura poliedrica e dinamica, che potrete apprezzare leggendo le pagine dedicate a questa regione. Per ora vi anticipiamo i riconoscimenti ai migliori vini assaggiati nei mesi scorsi:
VINO SLOW
Arboreus 2012, Paolo Bea
Montefalco Rosso Ris. Molinetta 2012, Romanelli
Montefalco Sagrantino 2012, Antonelli San Marco
Montefalco Sagrantino Arquata 2011, Adanti
Montefalco Sagrantino Colle Grimaldesco 2013, Tabarrini
Montefalco Sagrantino Collenottolo 2013, Tenuta Bellafonte
Orvieto Cl. Sup. Campo del Guardiano 2015, Palazzone
Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2016, Cantina Ninni
Trebbiano Spoletino Vigna Vecchia 2016, Collecapretta
Vignavecchia 2013, Zanchi
GRANDE VINO
Amelia Vin Santo Caratelli al Pozzo 2011, La Palazzola
Trebbiano Spoletino Spoletino 2015, Fratelli Pardi
VINO QUOTIDIANO
Anticello 2016, Cantina Cenci
Ciliegiolo di Narni 2016, Sandonna
Fiammetta 2013, Podere Marella
Grechetto 2016, Raìna
Orvieto Cl. Sup. Ca’ Viti 2016, Enrico Neri
Orvieto Cl. Sup. Lunato 2016, Tenuta Le Velette
Orvieto Cl. Sup. Terre Vineate 2016, Palazzone
Petranera Sup. 2014, Le Crete
Rosso Umbria Ciufciuf 2016, Fattoria Calcabrina
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