Ci
sarebbe molto da raccontare su Thomas Niedermayr e il suo Maso Gandberg,
cercherò di mettere a fuoco i punti fondamentali del suo percorso. Terzo di sei
figli, Thomas cresce in un ambiente dove il vino si respira, anche se lui a
soli 7 anni non ha la più pallida idea di cosa fare della sua vita futura; i
suoi studi si orientano nel campo della falegnameria, si diploma e inizia a
lavorare nel settore, ma bastano pochi anni per fargli capire che avere in casa
l'opportunità di approfondire la conoscenza del vino è un'occasione da non
perdere.
Così decide di frequentare la scuola agraria di Leimburg, poi i corsi di
potatura di Simonit & Sirch, con i quali intraprende un percorso lavorativo
di consulenza in numerose aziende. Dal 2013 raccoglie il testimone del padre e
inizia a dirigere la cantina di famiglia, tre ettari di proprietà di cui due a
vigneto e uno a meleto. Sin dal 1991 l'azienda ha gestito vigna e cantina in
biologico, tanto da decidere di aderire a Bioland Südtirol, ovvero la filiale altoatesina
dell'omonima associazione tedesca, che ha un disciplinare di produzione molto
rigido che prevede di mantenere anche l'equilibrio della vita naturale del
suolo.
Thomas Niedermayr - Credit: Italia a tavola |
E qui entriamo nel vivo della storia, infatti nelle vigne della cantina
di Appiano dimorano varietà particolari come Bronner, Cabernet Cantor, Cabernet
Cortis, Solaris e Souvignier Gris, le cosiddette uve PIWI, dal tedesco pilzwiderstandfähig,
che identifica quei vitigni capaci di resistere agli attacchi fungini, come
oidio e peronospora. Sono varietà ottenute dall'incrocio fra specie europee e
americane, ideate in collaborazione con l'Istituto Statale di Friburgo, che
consentono di ridurre al massimo l'impatto ambientale, operando senza utilizzo
di fitofarmaci e fertilizzanti chimico-sintetici.
È stato il padre di Thomas ad iniziare questo percorso, che il figlio ha
abbracciato in pieno e con convinzione, anche perché i vantaggi di questa
scelta non hanno tardato a rivelarsi. Le forti pendenze degli appezzamenti
impongono di lavorare rigorosamente a mano, il numero di trattamenti di queste
varietà si riduce ad un massimo di tre all'anno (con il rame), contro i 10-15
delle varietà tipiche dell'Alto Adige.
Il primo impianto fu fatto nel 1999 con il vitigno a bacca bianca
Solaris, dopo molte sperimentazioni si sono progressivamente aggiunte le altre
varietà. La produzione totale di vino si attesta attorno alle 15 mila
bottiglie, con l'obiettivo di raddoppiarle nei prossimi anni. In cantina si
fanno fermentazioni spontanee, senza controllo della temperatura e con pochi
solfiti. Tutti i vini maturano a contatto con le fecce fini e con i lieviti
indigeni. Nessuna chiarifica, pochissima solforosa, per i vini che fanno
passaggio in legno si usano tonneaux usati.
Il T.N. 06 Piwi Weiss 2014 è
ottenuto da souvignier gris vinificato in acciaio e maturato in legno per ben
20 mesi. Ha colore oro chiaro lucente, profuma di pompelmo, mandorla, ginestra;
al gusto è intenso, fresco, ampiamente minerale e sapido, avvolgente,
bellissimo nel suo percorso retrolfattivo dove si arricchisce di sfumature di
spezie dolci. Da non perdere!
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