“Continua a crescere la domanda mondiale di vino con i 7
principali Paesi esportatori (che rappresentano oltre l’80% del mercato) che
traguardano il primo semestre 2017 con un valore complessivo delle esportazioni
pari a quasi 11 miliardi di euro, in aumento dell’8,8% sullo stesso periodo
2016. E soprattutto grazie all’exploit della Francia (+13,3%) il blocco europeo
dei produttori storici mantiene i tre quarti delle vendite globali. L’Italia
vince sul 2016 (+6,8%, stima Nomisma) ma la sua crescita è inferiore alla media
degli altri Paesi (+8,8%) e in questo contesto il sorpasso senza precedenti
della domanda cinese su quella tedesca la dice lunga su dove dovrebbero essere
rivolti i nostri obiettivi di mercato”. Lo ha detto ieri Silvana Ballotta, ceo
di Business Strategies, relativamente agli ultimi aggiornamenti sull’export del
vino italiano, il primo prodotto del food&beverage made in Italy con un
saldo commerciale attivo di circa 5,3 miliardi di euro l’anno.
Credit: Beverfood |
Le ultime rilevazioni dell’Osservatorio
Paesi terzi a cura di Business Strategies comparano poi le performance dei 7
top exporter mondiali nei top 8 mercati di importazione (Stati Uniti, Regno
Unito, Cina, Germania, Canada, Giappone, Svizzera e Russia). Ciò che emerge è
la vivacità della domanda, non solo di quella orientale – che ha registrato
quest’anno l’aggancio e il sorpasso cinese sui consumatori tedeschi (1,149
miliardi di euro nel semestre, contro 1,137 miliardi di euro di acquisti
tedeschi) – ma anche degli Stati Uniti, primo importatore mondiale con una
crescita del 10,2% a/a. In stagnazione invece le importazioni dai principali
buyer europei (Germania -2,3%; Regno Unito -1%).
E proprio gli Stati Uniti
rappresentano più degli altri le gioie e i dolori del prodotto enologico italiano,
che si conferma in testa alle vendite ma che segna una crescita dimezzata
(+5,4%) rispetto al trend import degli Usa (+10,2%). In particolare nei primi
sei mesi in esame la Francia (che viaggia a velocità quadrupla rispetto al
Belpaese) ha recuperato all’Italia quote per un valore di oltre 105 milioni di
euro e ora tallona l’Italia a 36 milioni di euro di distanza (828,3 milioni di
euro il risultato italiano tra gennaio e giugno, 792,2 quello francese). Sul
fronte orientale, fa ben sperare il dato in Cina (+21%, contro una media del
+7,9%) e Russia (+35,3%), mentre calano le vendite in Giappone (-5,3%) in
attesa degli sviluppi dell’accordo commerciale con l’Ue.
Fonti:
Eurostat e dogane ed ufficio stampa Business Strategies
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