Il famoso passaparola, non quello moderno fatto dai vari tweet o dai post dei social network, ma quello tradizionale, fatto dal gesto concreto e poco virtuale di un amico, Francesco Petroli, che ti porta una bottiglia e ti dice:"Prova questo, a me è piaciuto molto e penso che anche a te possa intrigare!!".
Foto: http://blablablaetvins.blogspot.it |
Sur Lie Alpino?? Che razza di roba è questa???
Prima di aprire la bottiglia, come di solito, cerco di capire un pò di più dell'azienda produttrice, in questo caso Furlani, e del metodo di vinificazione per avere un quadro più completo della situazione.
Spulciando tra le mie "fonti" scopro che Matteo Furlani rappresenta uno dei tanti vignaioli naturali italiani con la voglia di sperimentare creando prodotti alternativi. In particolare l'azienda possiede 6 ettari di vigneto e 4 di frutteto (ciliegie, mele e frutti rossi) divisi tra Vigolo Vattaro e Povo a due passi dalla città di Trento.
I terreni sono coltivati naturalmente da 7 anni attraverso un totale rifiuto di erbicidi, pesticidi e concimi chimici e, da due anni a questa parte, si applicano le tecniche biodinamiche attraversi l'uso dei preparati 500 e 501.
I vitigni allevati sono sia a vocazione internazionale sia prettamente autoctoni: chardonnay, pinot nero, pavana, vernaccia, lagarino bianco, verderbara, müller thurgau rappresentano le uve a bacca bianca vinificate mentre quelle a bacca rossa sono rappresentate da lagarino
rosso, marzemino, rosara, negrara, lagrein.
I vitigni autoctoni hanno una media
di trenta anni mentre quelli internazionali hanno circa quindici anni.
In cantina si vinifica senza lieviti
aggiunti e senza controllo delle temperature, non si aggiunge solforosa e si utilizza il freddo per illimpidire i
vini, nessuna filtrazione, si seguono i cicli lunari per i travasi e tiraggio.
E' il momento di aprire il Sur Lie Alpino per capire se Francesco aveva ragione.
Il vino, da uve pavana, vernaccia, lagarino bianco e verderbara, è uno spumante prodotto attraverso metodo ancestrale ovvero rifermentando in bottiglia grazie allo zucchero residuo che non è stato trasformato in alcol in autunno a causa del freddo improvviso che ha bloccato la fermentazione del vino.
Il colore, leggermente torbido visto che il vino non è stato filtrato, svela un naso assolutamente lineare, schietto, con sensazioni aromatiche di pera, mela verde, lime, anice stellato puntellate da profondi respiri minerali.
E' al sorso, però, che questo Sue Lie Alpino regala il meglio di sé. E' diretto, freschissimo, denso di sapidità minerale e dotato di beva dirompente. Per la sua assoluta leggiadria e semplicità l'ho paragonato mentalmente ad una ottima birra blanche prodotta in Belgio.
Insomma, caro Francesco, con questo vino, che poi ho ricomprato più volte, durante l'estate mi hai fatto dissetare in modo egregio. A buon rendere!!
BREAKING NEWS!!!
Matteo Furlani, oltre al Sur Lie Alpino, produce anche un altro spumante che ha chiamato....Metodo Interrotto. La fortuna ha voluto, prima di pubblicare questo post, che riuscissi a trovare a Roma anche questo vino che, a differenza del precedente, è un vero e proprio metodo classico il cui tiraggio dura due anni al termine dei quali si decide non sboccare eliminando l'aggiunta di solforosa e della liqueur d'expédition. Insomma, una sorta di dosaggio zero che rispetto al Sur Lie, oltre che ad avere un uvaggio composto da 80% chardonnay e 20% pinot nero, si è fatto apprezzare per una maggiore finezza nella grana delle bollicine e per un profilo olfattivo prettamente minerale, quasi calcareo, e per un sorso austero e decisamente più lungo e avvolgente.
Cavolo pure questo è premiato a pieno voti!
BREAKING NEWS NUMERO DUE
Per completezza di informazione, e per dare a Cesare quel che è di Cesare, voglio sottolineare che il vin viene prodotto grazie all'indispensabile collaborazione di Danilo Marcucci.
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