Oltre 700 Km di distanza, mal di schiena da maratona fieristica, freddo e vento siberiani sono annullati completamente quando entriamo dentro la Rampa Nord del Lingotto in una location che, un tempo, doveva essere un parcheggio multipiano per i dipendenti FIAT.
Slow Wine, la mia guida del cuore per diverse ragioni, ha deciso di fare tappa nella "sua" Torino creando la più grande e ricca degustazione di vino mai realizzata in Italia con oltre 550 aziende che presenteranno più di 1000 etichette.
Avevamo tre ore di tempo, pochissimo per tutt il ben di Dio che c'era, con Stefania pertanto ci siamo limitati a salutare vecchi e nuovi amici che ci hanno accolto con i loro straordinari vini.
Di A' Vita di Francesco de Franco, Cote di Franze e Sergio Arcuri, i tre moschettieri del Cirò, cercherò di scrivere più approfonditamente in futuro perchè i ragazzi meritano un discorso a parte. Anticipo solo che, da quelle parti, c'è grande fervore e stanno uscendo dei vini di grandissima qualità. E mi fermo qua...
Vicino a loro ho avuto il piacere di salutare Nino Barraco e famiglia (bellissima la piccola Alice) che proponeva in degustazione il Grillo 2010, vino Slow, che ogni volta che lo bevo mi incanta per questo equilibrio perfetto tra mare e terra. Gran vino davvero.
Tra le fila del Sud anche due grandi vignaioli come Gianfranco Fino e Elena Fucci che, rispettivamente, con l'ES 2010 e Titolo 2010 stanno giustamente ricevendo tutti i premi che meritano.
In Campania, oltre ai grandi fiano, ho trovato un ottimo Sabbie sopra il bosco 2010. Con Giovanni Ascione (Nanni Copè) abbiamo parlato un pò del suo territorio e delle vecchie annate e, d'accordo, abbiamo sottolineato la grande profondità di questo millesimo, uno dei migliori fino ad ora. Accattatevillo!!
I tre moschettieri del Cirò |
Tra le fila del Sud anche due grandi vignaioli come Gianfranco Fino e Elena Fucci che, rispettivamente, con l'ES 2010 e Titolo 2010 stanno giustamente ricevendo tutti i premi che meritano.
In Campania, oltre ai grandi fiano, ho trovato un ottimo Sabbie sopra il bosco 2010. Con Giovanni Ascione (Nanni Copè) abbiamo parlato un pò del suo territorio e delle vecchie annate e, d'accordo, abbiamo sottolineato la grande profondità di questo millesimo, uno dei migliori fino ad ora. Accattatevillo!!
Del Lazio non vorrei parlare ma due cose le dico: già i vini della mia Regione stentano a decollare e, se a tutto questo, ci aggiungiamo la maleducazione di alcuni produttori i quali, premiati ed invitati, non solo non vengono a Torino ma neppure pagano un sommelier per fare le loro veci, allora il risultato è davvero avvilente. Cosa ho visto? Un banchetto triste dove su otto posti disponibili solo la metà era occupato dai produttori. Inguardabile ed ingiustificabile il buco lasciato dagli altri. Senza parole. Fortuna che i presenti, Damiano Ciolli, Casale della Ioria, Trebotti e Trappolini, con i loro prodotti assolutamente deliziosi, hanno tenuto botta. Bravi!
In Toscana, invece, come al solito tante conferme e qualche sorpresa. La prima riguarda Il Colombaio di Santa Chiara di Alessio Logi che ha portato una Vernaccia di San Gimignano "Selvabianca" ancora più buona rispetto l'ultima volta che l'ho assaggiata. Elegante, sapida, persistente, di un equilibrio fantastico. Sette euro in cantina, sette....
Altra conferma riguarda Le Casalte di Chiara Barioffi che col suo Rosso Toscano 2010, il loro "base", mi ha davvero convinto per la grande bevibilità e la freschezza.
Accanto a Chiara c'era poi Poderi Sanguineto, il Nobile Riserva 2007 di Dora Forsoni era incantevole, fossero tutti così i vini da quelle parti...
Più avanti c'era il banchetto di Radda in Chianti e.....chevvelodico a fare!! Un gruppo di amici, prima che colleghi, dove trovare ristoro dalle tante fatiche torinesi bevendo a secchi tutto il possibile.
Il Baron Ugo Riserva 2009 di Monteraponi è il miglior vino fatto da Michele Braganti fino ad ora.
Il Chianti Classico Riserva 2009 di Val delle Corti è pura poesia territoriale così come il Caparsino 2008 di Paolo Cianferoni (Caparsa) che, man mano che lo bevo, somiglia sempre più al suo creatore.
Martino Manetti, non presente fisicamente, ha invece portato un Pergole Torte 2009 e un Montevertine 2009 da paura. Ad oggi meglio il secondo ma, in prospettiva, come al solito, il Pergole promette davvero bene. L'annata, da quelle parti, promette davvero tanto!
Il Baron Ugo Riserva 2009 di Monteraponi è il miglior vino fatto da Michele Braganti fino ad ora.
Il Chianti Classico Riserva 2009 di Val delle Corti è pura poesia territoriale così come il Caparsino 2008 di Paolo Cianferoni (Caparsa) che, man mano che lo bevo, somiglia sempre più al suo creatore.
Martino Manetti, non presente fisicamente, ha invece portato un Pergole Torte 2009 e un Montevertine 2009 da paura. Ad oggi meglio il secondo ma, in prospettiva, come al solito, il Pergole promette davvero bene. L'annata, da quelle parti, promette davvero tanto!
Stefy e Paolo Cianferoni |
Con Roberto Bianchi |
Il tempo tiranno, dobbiamo saltare moltissime Regioni ma non possiamo saltare i padroni di casa del Piemonte.
A parte il solito grande timorasso di Massa, del quale uscira a brevissimo un post sulla verticale tenuta a Roma, un plauso va a La Colombera di Elisa Semino che c'ha lasciato un ultimo bicchiere del suo Timorasso Il Montino 2010, poche gocce di nettare che ci hanno fatto capire perchè viene adorata da un pubblico sempre crescente. Una Massa in gonnella!
Tra i rossi apro le danze con un grande piccolo vino: il Grignolino d'Asti 2011 di Luigi Spertino, un capolavoro di leggerezza e florealità che, come scrivono sulla guida, rappresenta "forse la migliore versione mai prodotta di cui Mauro e il padre Luigi vanno giustamente fieri!".
Tra i rossi apro le danze con un grande piccolo vino: il Grignolino d'Asti 2011 di Luigi Spertino, un capolavoro di leggerezza e florealità che, come scrivono sulla guida, rappresenta "forse la migliore versione mai prodotta di cui Mauro e il padre Luigi vanno giustamente fieri!".
Che vogliamo dire poi dei Barolo 2008? Giancarlo Gariglio, uno dei curatori della guida, ha scritto poco tempo fa che:"In dieci anni di lavoro, perdonate l'autoreferenzialità, e 60.000
bottiglie degustate (sono lontano dal fatidico traguardo dei 100.000...)
non mi era mai capitato di imbattermi in un mostro di questo tipo". Come dargli torto?! Ho fatto pochi assaggi di nebbiolo ma la menzione particolare va ad un produttore, Giovanni Rosso, che col suo Barolo La Serra 2008 mi ha davvero conquistato. Di grande complessità e finezza già da ora, non so immaginare come diventerà quando sarà grande in tutti i sensi.
Cavolo ho scritto tanto e qualcuno si sarà annoiato...Buona vita a tutti!