Tra i vari vignaioli capaci di dare un’anima al vino sicuramente annovero quel grande uomo che ha questo nome e cognome: Josko Gravner.
Ebbene, cercando notizie per porre redigere un piccolo articolo su di lui, ho scoperto che fino a poco tempo fa il nostro amato produttore teneva un’interessante rubrica o, meglio, un fermo posta dove, quando poteva o voleva, rispondeva ad una variegata schiera di appassionati di vino che gli ponevano le più disparate domande o che facevano lui i meritati complimenti.
Peccato che la sua rubrica sia finita (l’ultima risposta ad un lettore risale ad aprile 2009) anche se, conoscendo il personaggio e la scarsa propensione ad internet, non mi aspettavo nulla di infinito e, comunque, cadenzato.
Peccato, dicevo, che tutto sia finito perché dalle sue risposte ho potuto capire meglio il contadino Graver, la sua filosofia e, soprattutto, come la sua idiosincrasia a tutto ciò che sembra commerciale.
Un esempio? Rispondendo ad una lettrice che lo rimproverava sulla sua mancata presenza ad un evento targato “Vini naturali” scrive semplicemente così:” Gentile signora Antonella,mi spiace davvero che lei e altre persone siano state illuse di una mia presenza, di certo tutto non è dipeso da me, infatti non ho mai detto o solamente pensato di parteciparvi.
Questo non perché io mi senta superiore agli altri produttori, solamente che io non credo “più” a questo tipo di cose, a queste associazioni fra produttori, forse mi sbaglio, ma questo è quello che penso, e non saranno i Vini Veri, i Vini Naturali, i Grand Crù d’Italia ecc..a farmi cambiare idea”.
Interessante è anche il modo in col quale contestualizza il suo lavoro e il suo mestiere:” …… come già detto più volte non sono un Maestro, faccio il Contadino, il Contadino volutamente scritto con la “C” maiuscola [….]. Ho sempre detto che per me fare Vino è filosofia non enologia e Oliviero Toscani scrive che un contadino è uguale ad un filosofo, questo è il più bel complimento che poteva fare a chi fa “veramente” il mio mestiere”.
Un contadino che fa del vino la sua filosofia e dal carattere a volte burbero come dimostra questa risposta ad un enotecario di Torino che si lamentava di cercare (invano) di avere contatti con lui nonostante fosse cliente da anni:”………la tua lettera non è la prima ne sarà l’ultima che ricevo…cosa vuoi che ti dica? Sono fatto così, è passato troppo tempo ora mai per cambiare il mio carattere e forse non lo vorrei neppure cambiare.
La mia azienda è la mia casa ma nel vero senso della parola, e forse è proprio questo che mi porta a proteggerla, molte volte lascio fuori dalla porta persone davvero interessanti mentre altre volte faccio entrare delle persone che con me e con i mie vini non hanno nulla a che fare…il mio chiudermi con me stesso non è altro che una protezione, con questo non voglio dire che sia giusto, ma non voglio che neppure gli altri mi dicano quello che sia giusto o sbagliato.
Comunque alla fine di tutto spero che i mie vini le piacciano essendo la cosa più importante…più di andare in giro per cantine, costruite solo per stupire i visitatori”.
Tra le righe delle sue tante risposte anche un breve cenno al suo rapporto con Daniele Cernilli, accusato da lettore di esser stato in passato un grande nemico di Gravner.
Ecco la sua risposta:”… non giudico l’uomo per quello che mi può dare, non stringo amicizie per interessi. Ho persone amiche che non amano i mie vini, ma questo non va ad influire sul resto. E’ vero ci sono stati anni in cui Daniele non amava i mie vini ma come lui il resto del mondo, e allora??? Io avevo messo in conto tutto questo, ma sapevo dove volevo arrivare e una volta arrivato in molti mi hanno dato ragione, Daniele era uno di questi.
Ho conosciuto Daniele tanti anni fa, di lui mi ha sempre colpito la sua memoria e la sua cultura, ma in particolare la sua umiltà, siamo due persone che si stimano, i premi le critiche non mi interessano vanno evengono, quello che resta alla fine di tutto è la nostra faccia".
Un vero peccato che sia terminata (spero per poco) questa rubrica, una vera chicca per chi ama il vino ma, visto le ultime tragedie che lo hanno colpito, penso che Gravner si sia chiuso ancor di più in se stesso e non abbia molta voglia di parlare col mondo. Ingiusto, tutto davvero maledettamente ingiusto!
Ebbene, cercando notizie per porre redigere un piccolo articolo su di lui, ho scoperto che fino a poco tempo fa il nostro amato produttore teneva un’interessante rubrica o, meglio, un fermo posta dove, quando poteva o voleva, rispondeva ad una variegata schiera di appassionati di vino che gli ponevano le più disparate domande o che facevano lui i meritati complimenti.
Peccato che la sua rubrica sia finita (l’ultima risposta ad un lettore risale ad aprile 2009) anche se, conoscendo il personaggio e la scarsa propensione ad internet, non mi aspettavo nulla di infinito e, comunque, cadenzato.
Peccato, dicevo, che tutto sia finito perché dalle sue risposte ho potuto capire meglio il contadino Graver, la sua filosofia e, soprattutto, come la sua idiosincrasia a tutto ciò che sembra commerciale.
Un esempio? Rispondendo ad una lettrice che lo rimproverava sulla sua mancata presenza ad un evento targato “Vini naturali” scrive semplicemente così:” Gentile signora Antonella,mi spiace davvero che lei e altre persone siano state illuse di una mia presenza, di certo tutto non è dipeso da me, infatti non ho mai detto o solamente pensato di parteciparvi.
Questo non perché io mi senta superiore agli altri produttori, solamente che io non credo “più” a questo tipo di cose, a queste associazioni fra produttori, forse mi sbaglio, ma questo è quello che penso, e non saranno i Vini Veri, i Vini Naturali, i Grand Crù d’Italia ecc..a farmi cambiare idea”.
Interessante è anche il modo in col quale contestualizza il suo lavoro e il suo mestiere:” …… come già detto più volte non sono un Maestro, faccio il Contadino, il Contadino volutamente scritto con la “C” maiuscola [….]. Ho sempre detto che per me fare Vino è filosofia non enologia e Oliviero Toscani scrive che un contadino è uguale ad un filosofo, questo è il più bel complimento che poteva fare a chi fa “veramente” il mio mestiere”.
Un contadino che fa del vino la sua filosofia e dal carattere a volte burbero come dimostra questa risposta ad un enotecario di Torino che si lamentava di cercare (invano) di avere contatti con lui nonostante fosse cliente da anni:”………la tua lettera non è la prima ne sarà l’ultima che ricevo…cosa vuoi che ti dica? Sono fatto così, è passato troppo tempo ora mai per cambiare il mio carattere e forse non lo vorrei neppure cambiare.
La mia azienda è la mia casa ma nel vero senso della parola, e forse è proprio questo che mi porta a proteggerla, molte volte lascio fuori dalla porta persone davvero interessanti mentre altre volte faccio entrare delle persone che con me e con i mie vini non hanno nulla a che fare…il mio chiudermi con me stesso non è altro che una protezione, con questo non voglio dire che sia giusto, ma non voglio che neppure gli altri mi dicano quello che sia giusto o sbagliato.
Comunque alla fine di tutto spero che i mie vini le piacciano essendo la cosa più importante…più di andare in giro per cantine, costruite solo per stupire i visitatori”.
Tra le righe delle sue tante risposte anche un breve cenno al suo rapporto con Daniele Cernilli, accusato da lettore di esser stato in passato un grande nemico di Gravner.
Ecco la sua risposta:”… non giudico l’uomo per quello che mi può dare, non stringo amicizie per interessi. Ho persone amiche che non amano i mie vini, ma questo non va ad influire sul resto. E’ vero ci sono stati anni in cui Daniele non amava i mie vini ma come lui il resto del mondo, e allora??? Io avevo messo in conto tutto questo, ma sapevo dove volevo arrivare e una volta arrivato in molti mi hanno dato ragione, Daniele era uno di questi.
Ho conosciuto Daniele tanti anni fa, di lui mi ha sempre colpito la sua memoria e la sua cultura, ma in particolare la sua umiltà, siamo due persone che si stimano, i premi le critiche non mi interessano vanno evengono, quello che resta alla fine di tutto è la nostra faccia".
Un vero peccato che sia terminata (spero per poco) questa rubrica, una vera chicca per chi ama il vino ma, visto le ultime tragedie che lo hanno colpito, penso che Gravner si sia chiuso ancor di più in se stesso e non abbia molta voglia di parlare col mondo. Ingiusto, tutto davvero maledettamente ingiusto!
1 commento:
Lo trovi anche su Facebook, se ti iscrivi al suo gruppo ricevi le riflessioni che, a quanto leggo da quello che tu riporti, hanno la stessa impronta nello scrivere, raccontare e vivere il suo vino.
Ciao
Patty
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