Articolo che fa riflettere quello de Il Sole 24 Ore che dedica una spazio importante al rapporto tra vino e grande distribuzione.
In particolare, nell'articolo a firma di Manuela Soressi, si parla di grandi e piccole manovre che coinvolgono il vino, ormai ritenuto anche dalle principali multinazionali distributive come un prodotto-chiave per attrarre i consumatori. Perché, a dispetto della crisi dei consumi, il vino è sempre di più una bevanda che fa status e che, soprattutto sui mercati più giovani (come quello statunitense), detta gusti e mode. Inquesto modo si aprono nuovi canali commerciali che possono rivelarsi un'opportunità interessante anche per il vino made in Italy.
La sperimentazione di Starbucks
La prima notizia che ha attratto l'interesse dei mass-media è la caduta di un tabù: Starbucks, la catena di caffetterie più grande del mondo con oltre 16mila punti vendita in una cinquantina di paesi, ha sdoganato l'alcol. Si tratta solo di un test, ma, viste le dimensioni e la potenza del gruppo, è un segnale da non sottovalutare. Starbucks ha scelto la sua città natale, Seattle, per verificare un nuovo format, trasformando uno dei suoi locali storici in “15th Avenue Coffee and Tea”. Se l'insegna non lascia presagire molto di nuovo, in realtà all'interno le novità non mancano: a cominciare dall'offerta di vini e birre, con menu del giorno, che si affiancano ai classici te e caffè. E poi musica dal vivo con dj set per un locale che si dichiara “ispirato da Starbuck'” ma che calca soprattutto la mano sull'atmosfera europea, cibi e bevande comprese.
Franciacorta in salsa svedese
Starbucks non è solo sulla strada della valorizzazione del vino. Anche Ikea ha novità in questa direzione. Nei bar di alcuni store italiani viene proposto il prosecco biologico, mentre in altri nella zona ristorante è comparsa l'enoteca Ikea, con bottiglie di vino bianco, rosso e prosecco fornite da un produttore della Franciacorta e in vendita nel banco frigorifero del ristorante. Insieme al vino, Ikea suggerisce anche i calici perfetti per la degustazione.
Chianti e Lambrusco sugli scaffali di mezzo mondo
È il caso di Auchan (presente in 13 paesi e con 39,5 miliardi di euro di fatturato 2008) che ha varato di recente l'Operazione Prodotti Paesi Latini nel Mondo per promuovere prodotti, sapori e stili alimentari dei principali paesi europei. Nell'iniziativa commerciale, che ha preso il via in settembre, è coinvolto un assortimento di referenze provenienti da Spagna, Portogallo, Francia del Sud e Italia. Gli “ambasciatori” del food&beverage italiano sono circa 200, perlopiù private label, in rappresentanza delle principali merceologie, a partire proprio dal vino. La catena distributiva ha aspettative positive su questo progetto internazionale, che è stato messo a punto sulla base del successo riscosso da Operazione Prodotti Italiani 2008, un altro mega-evento promozionale che ha visto 171 referenze italiane sbarcare nei punti vendita della catena presenti in sette paesi (Francia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Romania, Polonia e Cina).
Una particolare attenzione viene dedicata al prodotto forse più nobile della tradizione alimentare italiana: il vino, che attualmente rappresenta il 5% del fatturato export realizzato dall'insegna. Dal 2008 Auchan porta la cultura vinicola italiana in Ungheria, Romania, Polonia, Cina, Francia, Spagna, e Portogallo con i prodotti che partecipano all'Operazione Vini dal Mondo. La collezione, che oggi comprende un Chianti, due Lambrusco e un Primitivo di Manduria, viene etichettata per l'occasione con la traduzione nelle lingue dei Paesi di destinazione.
Inoltre, in occasione di Vinitaly 2009, Auchan Italia ha presentato alle strutture acquisti di 13 Paesi la produzione vinicola italiana e li ha messi in contatto con fornitori potenzialmente interessati all'esportazione diretta verso altri paesi della rete Auchan.
Così 10 etichette italiane, fra cui un Nero d'Avola, un Valpolicella e un Barolo, entreranno anell'assortimento continuativo degli ipermercati Auchan in 9 paesi europei.
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