Ottimamente organizzata da Slow Food, questa domenica si è replicato l’evento Superwithes, gran galà del vino bianco friulano che ogni anno a Roma fornisce un importante spaccato del livello qualitativo medio di questo gruppo di vignaioli col Tocai, cioè….Friulano, nel cuore.
Prima di entrare nel particolare, vorrei sottolineare due cose. La prima: trovo scorretto inserire nel sito internet il nome di Josko Gravner tra i papabili partecipanti quando si sa benissimo che non sarebbe mai venuto. Trovo tutto questo una piccola trappola per i tanti appassionati che, pur di parlare col loro produttore mito, si fanno inutili chilometri con la speranza nel cuore.
Seconda cosa: ho fatto numerosi assaggi di molti produttore e devo dire che il livello qualitativo medio l’ho trovato molto alto ma…molto uguale. I vini erano tutti impeccabilmente e tecnicamente perfetti, di grande mineralità, sapidità, territorialità se vogliamo, col loro finale delicatamente amarognolo e di buona persistenza. Ok, direbbe qualcuno, ma allora di che ti lamenti? La mia unica recriminazione riguarda proprio questo, ripeto, tutti sono algidamente ineccepibili, tutti usano la stessa ricetta con vinificazioni in acciaio o cemento con, al massimo, un lievissimo passaggio in legno (20% del totale). Sauvignon, Friulano, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay sono le principali uve utilizzate da questi vignaioli che, ed è questa la mia critica, producono vini che hanno le movenze di bellissime e sensuali modelle che, scavando scavando, trovi un po’ senza anima e che alla fine potresti lasciare per un…bianco più naturale.
I migliori assaggi sono stati:
Lis Neris – Picol 2001: se c’è un grande pregio dei grandi vini bianchi, non solo friulani, è quello di evolvere magnificamente nel tempo, come questo sauvignon in purezza che mantiene l’intensa aromaticità dei suoi “primi anni”. Il vegetale si rispecchia nella foglia di pomodoro, il terroir nella roccia bianca di fiume, il fruttato è vortice di frutta bianca ancora croccante. Al palato è una lama di acidità e sapidità, lungo e infinito il finale. Da bere oggi con gaudio e per i prossimi venti anni. Miglior vino in assoluto della giornata.
Zuani – Zuani Vigne 2008: l’azienda è di proprietà di Patrizia Felluga che, oltre a questo vino, ha presentato anche un interessante “Zuani Zuani”, vino da vendemmia tardiva invecchiato in barrique francesi ed americane che, per il mio gusto, rappresenta una scelta troppo internazionale. Tornando al Zuani Vigne 2008, blend di Friulano, Chardonnay, Sauvignon, Pinot Grigio, con viti di oltre 20 anni di media, ho trovato il vino di ottima aromonia gusto-olfattiva, profondamente minerale, equilibrato e di notevole ricchezza fruttata nel persistente finale. Da risentire tra qualche anno per una valutazione qualitativa complessiva.
Adriano Gigante – Storico 2008: 100% Friulano, è un vino che ho voluto segnalare perché proviene da un vigneto del 1940, per cui siamo di fronte ad un Tocai molto saggio, più ampio e complesso rispetto ad altri vini simili. Mi viene in mente di aver nel bicchiere un bambino (visto l’ultima annata) con il cervello di un adulto. Bella la tipica nota ammandorlata finale che fornisce un leggero amarognolo senza essere troppo invasiva.
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