dall’operazione. Per tante persone che hanno una cantina, entrambe le ragioni sono valide. La domanda mondiale per il vino, che è prodotto in quantità molto ridotte, è aumentata moltissimo negli ultimi due decenni. Il vino può e spesso ha prodotto risultati economici superiori all’indice Ftse 100 ed al Dow Jones, con risultati significativi senza la volubilità del mercato azionario. Se si progetta l’investimento per raccogliere profitti futuri, è essenziale scegliere i vini giusti, delle annate giuste, comprarli al momento giusto, e tenerli correttamente. Infine, venderli al prezzo ottimale. Da anni in Francia c’è un fiorente mercato di vini en primeur, cioè venduti a termine con pagamento immediato e consegna futura: e proprio Chateau Margaux è il primo vino che ogni anno fissa il prezzo base per i mercanti di Bordeaux. La vendita dei vini en primeur consiste nella collocazione di certificati rappresentativi di vini posti in invecchiamento che necessitano di un periodo di affinamento nelle botti per poter essere presentati sul mercato. Il produttore si impegna a consegnare i vini al termine di tale periodo di affinamento, ai sottoscrittori che hanno acquisito il diritto di prenotazione, a condizioni economiche vantaggiose che tengono conto del divario temporale tra l’epoca di sottoscrizione e quella di consegna.
a una delle enoteche che in Italia vendono i future, in effetti sono vere e proprie prenotazioni di lotti di bottiglie di vino. In passato sono stati emessi future sul Brunello di Montalcino della Castello Banfi, unica cantina italiana ad avere alle spalle due emissioni (1995 e 1997), o quelli sul Barolo della Tenimenti Fontanafredda, l´azienda del Monte dei Paschi di Siena che ha emesso future sull´annata del 1998. Il secondo sistema è quello di rivolgersi in banca: il Banco di Sicilia, già da qualche anno, colloca migliaia di certificati en primeur emessi da prestigiose case vitivinicole italiane. Gli ultimi certificati hanno avuto un valore complessivo di 700.000 euro, davano al possessore il diritto alla consegna a domicilio del quantitativo e del tipo di vino in essi rappresentato, alla data indicata sul certificato stesso (entro la prima decade di dicembre 2007). Il Banco presta garanzia di rimborso del valore nominale del certificato (performance bond) nel caso in cui l’azienda produttrice non dovesse consegnare il vino alla scadenza pattuita. I titoli sono trasferibili mediante girata.(1) fonte finanzaediritto.it
foto tratte da libero.it e dal sito winetip.com




































