Il fango si attacca alle scarpe, il vento freddo mi entra tra i vestiti ma non posso tornare indietro, Chiara è già dieci metri avanti a me e, quando si trova da queste parti, sembra non subire fatica ed intemperie.
"Quando mi trovo a Quercetonda sento che c'è qualcosa di diverso nell'aria, è per questo che con la mia famiglia abbiamo scelto questa terra come sede di elezioni del Cru aziendale ". Me lo ripete spesso Chiara da quando sono a Le Casalte, non mi vuole convincere e non ne ha bisogno, cerca solo di farmi entrare nel suo mondo per qualche attimo.
Quando arriviamo nel punto migliore per apprezzare tutti i 6 ettari del vigneto Quercetonda divisi tra filari (4.5 ettari) ed alberello (1.5 ettari) allora sì, ti rendi conto che questo è un posto speciale. Il sole, che improvvisamente si fa largo tra le nuvole nere scaldandoci con i suoi raggi, conferma la tesi.
Chiara sorride.
Le Casalte non è un'azienda certificata "bioqualchecosa" ma, se si cammina tra queste vigne di prugnolo gentile (il primo ettaro piantato nel 1992, gli altri tra il 1998 e il 2001) noti che la gestione del vigneto segue criteri agronomici di grande saggezza contadina.
Facendomi osservare l'inerbimento tra i filari di alberello Chiara mi spiega che:"Non uso diserbi di alcun tipo, vivendoci a stretto contatto, tratto il vigneto SOLO se ce ne è bisogno e uso in questo ambito esclusivamente rame e zolfo. Rivendico il diritto di non appartenere a nessun gruppo in particolare, di fare vino a modo mio, credendo in me stessa e nei miei vigneti. Come convinzione, sono molto biologica, biodinamica e naturale, ma non faccio parte di nessuno di questi club. Non solo. Tocco le viti solo con le mani dell'uomo e non con le macchine, cerco di sentire il vigneto ed i vini con la pancia più che con le analisi (anche se le guardo sempre con estrema attenzione perchè fidarsi di se stessi va bene, ma una conferma scientifica mi piace averla). Ah, ultima cosa: là sotto c'è il fiume. Sai che abbiamo rinunciato a vitare quella parte di collina per evitare di trattare contro la muffa che inevitabilmente attaccherebbe quelle uve?".
"Quando mi trovo a Quercetonda sento che c'è qualcosa di diverso nell'aria, è per questo che con la mia famiglia abbiamo scelto questa terra come sede di elezioni del Cru aziendale ". Me lo ripete spesso Chiara da quando sono a Le Casalte, non mi vuole convincere e non ne ha bisogno, cerca solo di farmi entrare nel suo mondo per qualche attimo.
Quando arriviamo nel punto migliore per apprezzare tutti i 6 ettari del vigneto Quercetonda divisi tra filari (4.5 ettari) ed alberello (1.5 ettari) allora sì, ti rendi conto che questo è un posto speciale. Il sole, che improvvisamente si fa largo tra le nuvole nere scaldandoci con i suoi raggi, conferma la tesi.
Chiara sorride.
Le Casalte non è un'azienda certificata "bioqualchecosa" ma, se si cammina tra queste vigne di prugnolo gentile (il primo ettaro piantato nel 1992, gli altri tra il 1998 e il 2001) noti che la gestione del vigneto segue criteri agronomici di grande saggezza contadina.
Facendomi osservare l'inerbimento tra i filari di alberello Chiara mi spiega che:"Non uso diserbi di alcun tipo, vivendoci a stretto contatto, tratto il vigneto SOLO se ce ne è bisogno e uso in questo ambito esclusivamente rame e zolfo. Rivendico il diritto di non appartenere a nessun gruppo in particolare, di fare vino a modo mio, credendo in me stessa e nei miei vigneti. Come convinzione, sono molto biologica, biodinamica e naturale, ma non faccio parte di nessuno di questi club. Non solo. Tocco le viti solo con le mani dell'uomo e non con le macchine, cerco di sentire il vigneto ed i vini con la pancia più che con le analisi (anche se le guardo sempre con estrema attenzione perchè fidarsi di se stessi va bene, ma una conferma scientifica mi piace averla). Ah, ultima cosa: là sotto c'è il fiume. Sai che abbiamo rinunciato a vitare quella parte di collina per evitare di trattare contro la muffa che inevitabilmente attaccherebbe quelle uve?".
In lontananza vediamo un cavallo che corre. Chiara ci confida, nostalgica, che ne possedeva uno nel lontano 1995, ed è grazie all'amore verso questo animale che ha cominciato a passare i fine settimana a Montepulciano assieme ai suoi genitori.
Le Casalte, infatti, è stata acquistata da suo padre Guido e sua madre Paola nel 1975, inizialmente era un vecchio casale toscano abbandonato ma, col passare degli anni, diventò una vera e propria azienda vinicola.
"Quello che Le Casalte sono oggi lo devo tutto a mio padre che, essendo bancario, inizialmente non aveva alcuna intenzione di vendere vino. Inizialmente lo faceva per sè e per gli amici, poi, per rientrare di alcuni investimenti fatti, cominciò a vendere le uve alle aziende del luogo. La passione e i successi furoni tali che cominciò a studiare agronomia ed enologia e così, tra tante difficoltà, nel 1979 è uscita la prima annata del Nobile di Montepulciano.
Chiara, nonostante la sua giovane età, dopo aver affiancato suo padre è alle redini dell'azienda da circa 20 anni. E' decisa, ha le idee chiare, e durante questi anni ha perseguito obiettivi di grande spessore qualitativo che, purtroppo, non tutti i consulenti enologi che l'hanno affiancata si sono dimostrati all'altezza dei suoi sogni.
La svolta stilistica è avvenuta solo a partire dal 1999 quando entrano a far parte della famiglia Paolo Salvi con la supervisione del compianto Giulio Gambelli. Un sodalizio che, materialmente e spiritualmente, continua fino ad oggi con grande soddisfazione per tutti.
E' tempo di ritornare, ci sono degli amici che aspettano in cantina, un luogo che, nel corso degli anni, pur essendosi ampliato ed ammodernato, ha sempre mantenuto un profilo di grande tradizione e rigore. Vinificazione in acciaio e maturazione in botti grandi (dai 15 ai 34 Hl) per un anno, nel caso del Rosso di Montepulciano, e due anni per Nobile e Quercetonda. La Riserva, quando è prodotta, affina per tre anni. La famiglia Barioffi ha anche una piccola produzione di Vin Santo, non prodotti tutti gli anni, che affina in caratelli di legno per almeno 10 anni.
Girando notiamo tutti, su una vasca, la targhetta "2012". Ma non era un'annata calda quella dello scorso anno? Chiara sorride, pensava di non produrla ma, come dice lei stessa, "pensavo venisse un vino di scarso valore, le viti lo scorso anno erano in grande sofferenze, ed invece, non chiedetemi perchè, la Natura ci ha messo lo zampino e ha dato questo vino. Attenzione, va valutato in prospettiva visto che è ancora in vasca..."
Aveva ragione, il (vino atto a diventare) Nobile di Montepulciano 2012 spillato ha un bel colore violaceo e ha un'espressione di frutto intensa, nobile, ma della calura non si sentono cenni. In bocca è già rotondo, ampio, lungo, cavolo se promette....
Visto che siamo in cantina, e in attesa di degustare i vini imbottigliati, verifichiamo anche le condizioni dell'annata 2010 che ci viene servita nelle due varianti, Nobile di Montepulciano e Quercetonda. Pur essendo giovanissimi, andranno in bottiglia tra breve, sono già buoni e riconoscibili, con un Quercetonda che mette una marcia in più grazie ad una profondità ed ad una complessità che lascia ben sperare per un futuro ricco di premi.
Chiara sorride.
Il vino le piace e sa che è un grande risultato per lei.
E' tempo di ritornare, ci sono degli amici che aspettano in cantina, un luogo che, nel corso degli anni, pur essendosi ampliato ed ammodernato, ha sempre mantenuto un profilo di grande tradizione e rigore. Vinificazione in acciaio e maturazione in botti grandi (dai 15 ai 34 Hl) per un anno, nel caso del Rosso di Montepulciano, e due anni per Nobile e Quercetonda. La Riserva, quando è prodotta, affina per tre anni. La famiglia Barioffi ha anche una piccola produzione di Vin Santo, non prodotti tutti gli anni, che affina in caratelli di legno per almeno 10 anni.
Durante il nostro tour in cantina Chiara ci parla delle difficoltà climatiche di questi anni:"Purtroppo il caldo delle ultime annate non ci sta dando una mano, ed è per questo che ho preferito uscire con l'annata 2011 solo col Rosso e, tanto per fare un altro esempio, non uscire per nulla con la 2009 perchè non mi rispecchiavo il quel vino. Certo che se continua così sarà dura anche perchè le spese qua a Le Casalte sono alte e non diminuiscono mai.....".
Girando notiamo tutti, su una vasca, la targhetta "2012". Ma non era un'annata calda quella dello scorso anno? Chiara sorride, pensava di non produrla ma, come dice lei stessa, "pensavo venisse un vino di scarso valore, le viti lo scorso anno erano in grande sofferenze, ed invece, non chiedetemi perchè, la Natura ci ha messo lo zampino e ha dato questo vino. Attenzione, va valutato in prospettiva visto che è ancora in vasca..."
Aveva ragione, il (vino atto a diventare) Nobile di Montepulciano 2012 spillato ha un bel colore violaceo e ha un'espressione di frutto intensa, nobile, ma della calura non si sentono cenni. In bocca è già rotondo, ampio, lungo, cavolo se promette....
Visto che siamo in cantina, e in attesa di degustare i vini imbottigliati, verifichiamo anche le condizioni dell'annata 2010 che ci viene servita nelle due varianti, Nobile di Montepulciano e Quercetonda. Pur essendo giovanissimi, andranno in bottiglia tra breve, sono già buoni e riconoscibili, con un Quercetonda che mette una marcia in più grazie ad una profondità ed ad una complessità che lascia ben sperare per un futuro ricco di premi.
Chiara sorride.
Il vino le piace e sa che è un grande risultato per lei.
Saliamo tutti in casa, sopra un tavolone ci aspettano tante bottiglie, nuove e vecchie annate da scoprire.
Il Quercetonda 2007 si fa notare subito tutti per la sua grinta e la sua progressione. Ha un naso molto scuro, compatto, fatto di frutta selvatica e visciola. In bocca ha un corpo importante ma la freschezza dona equilibrio e sobrietà. Tannino ben integrato. La sapidità finale accompagna il finale di beva.
Il Quercetonda 2006, da annata più fresca della precedente, è invece un vino che ti conquista subito per i profumi più intensi di frutta e fresca balsamicità, per la bocca intensa e profonda che si avvale di un tannino raffinatissimo ed una lunghezza da primo della classe. Ad oggi è un grandissimo bere.
Bene, sarà felice il papà di Chiara di sapere che tutte le ore buttate sui libri per imparare l'arte della vinificazione sono state spese alla grande, il Nobile è ancora bello vispo, integro, austero quanto basta e un sorso davvero entusiasmante visto che tutte le componenti della struttura, dai tannini all'acidità, sembrano cesellate da mani esperte ed artigiane. Una grande sorpresa e un grande vino, una rivalsa per chi non credeva nel progetto Le Casalte.