Il Consorzio del Brunello di Montalcino ritenendo fortemente lesive le
affermazioni rilasciate al Corriere della Sera di quest’oggi nei
confronti dei produttori e del territorio nel suo complesso da
Gianfranco Soldera, desidera chiarire la propria posizione rispetto a
tali accuse infondate per evitare ulteriori strumentalizzazioni che
danneggiano Montalcino e l’immagine del Brunello nel mondo. Ad iniziare
dalla proposta del Presidente del Consorzio di donare a Case Basse il
“vino della solidarietà” con bottiglia ed etichetta diversa da quella
nomale oggi considerata “irricevibile e offensiva, una truffa al
consumatore”, ma che ieri meritava “il nostro sentito ringraziamento”.
Il Consorzio sottolinea come volesse essere un gesto simbolico e di
solidarietà dal momento che allora, sulla base delle sue stesse
dichiarazioni, si pensava che tutta la sua produzione fosse scomparsa
con l’atto vandalico e con il ricavato poteva fare beneficenza all’asilo
o alla casa di riposo degli anziani. Oggi sappiamo che non è così
(Soldera ha dichiarato che ci sono 7000 bottiglie ad annata), ma il
significato di quel gesto di solidarietà rimane e riteniamo offensivo
che ciò venga considerato alla stregua di una truffa.
Anche perché
quell’atto e tutte le illazioni fomentate a margine per ora stanno
danneggiando in modo considerevole l’immagine del Brunello e del
territorio, mentre continuano a garantire una platea mediatica a chi
l’ha subito per avere visibilità continua e lanciare accuse infondate.
Lo stesso vale per quanto riguarda l’idea ribadita che il Consorzio non
voglia fare ricerca visto che che ha deciso di investire 150.000 €
affidandosi al maggior centro di ricerca enologica presente in Italia,
la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. La ricerca si è
sviluppata su tre filoni: lo sviluppo dei metodi che considerano il DNA
oppure gli antociani per stabilire l’origine varietale, e gli isotopi
stabili, questi ultimi per tracciare l’origine geografica del vino
Brunello. Dopo molte e approfondite considerazioni la Dr.ssa Stella
Grando, referente per la genetica dell’Istituto di San Michele
all’Adige, ha confermato che il metodo del DNA su cui Soldera insiste
tanto non è applicabile perché i risultati non sono riproducibili e
improponibili per stabilire la purezza di un vino, dato che le miscele
di DNA non sono quantificabili con precisione. Ciò non permette un
controllo sicuro ed esteso su tutta la produzione.
Per quanto riguarda
“la moltiplicazione del pane e dei pesci e non c’è territorio”
desideriamo sottolineare come in un comprensorio di 24.000 ettari, solo
il 15% è occupato dai vigneti. Inoltre va puntualizzato che a partire
dall’anno 2006 i produttori di Montalcino hanno volontariamente ridotto
la produzione ad ettaro del loro Brunello, passando da 80 a 70 quintali
per poi scendere ulteriormente da 70 a 60 quintali nel 2011 nell’ottica
di un ulteriore miglioramento qualitativo. Sui motivi della sentenza e
del movente dell’atto vandalico che non convince invece non entriamo ma
come ha fatto emergere l’inchiesta ribadiamo l’assenza di collegamenti
tra esecutore materiale ed il territorio ed il fatto che secondo le
indagini l’atto sia stato il risultato di una questione puramente
riconducibile a problematiche aziendali. Quello che in conclusione più
ci preme è tuttavia ribadire una volta per tutte e per buona pace di
Gianfranco Soldera che, contrariamente a quanto lui pensa, nessuno in
questo territorio e tantomeno il Consorzio ha parlato di cose diverse
dal Sangiovese 100%, questo prevede il Disciplinare e questo viene
rispettato. Dal 1967 noi siamo per il rispetto del Disciplinare, per i
controlli e per le ricerche. Chi parla di altro o di truffe senza averne
le prove offende profondamente il territorio, la comunità dei
produttori, il patrimonio comune che è Montalcino ed il suo Brunello, al
solo scopo di innalzare la propria immagine calpestando il territorio e
gli altri produttori.
Raccogliamo quindi con piacere le indicazioni del
sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli secondo il quale
“soprattutto in questo momento bisogna valorizzare il territorio ed il
patrimonio imprenditoriale che esso esprime, una vera e propria
eccellenza nel panorama internazionale. Chi al contrario utilizza la
visibilità che il Brunello offre per valorizzare solo se stesso a
scapito del territorio, chiunque esso sia, va condannato senza indugi.”
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