Incastonato all’interno del Parco di Veio, a Roma Nord, c’è un piccolo gioiello chiamato Gelso della Valchetta, un’azienda agricola di 5 ettari che Marco e Mapi Caldani conducono con intensa passione dal 1997.
Varcare il cancello di entrata significa essere trasportati in un altro mondo, il traffico di Roma sembra un incubo lontano, la Natura da queste parti è la vera padrona e va rispettata.
Verde e non solo. Gelso della Valchetta significa anche amore per gli animali, una passione smisurata che ha portato Mapi Caldani ad avere in azienda conigli, caprette e, soprattutto, somari con i quali svolge attività di onoterapia, ovvero utilizza gli asini, soprattutto in vendemmia, per aiutare i bambini nella cura dei disturbi di personalità.
Varcare il cancello di entrata significa essere trasportati in un altro mondo, il traffico di Roma sembra un incubo lontano, la Natura da queste parti è la vera padrona e va rispettata.
Verde e non solo. Gelso della Valchetta significa anche amore per gli animali, una passione smisurata che ha portato Mapi Caldani ad avere in azienda conigli, caprette e, soprattutto, somari con i quali svolge attività di onoterapia, ovvero utilizza gli asini, soprattutto in vendemmia, per aiutare i bambini nella cura dei disturbi di personalità.
Natura, impegno sociale e, ovviamente, vino. Il buon vino di Roma come mi spiega, con leggero orgoglio campanilista, Marco Caldani che, alla fine degli anni ’90, decide di dar forma alla sua passione piantando i primi vigneti di chardonnay, merlot e cabernet sauvignon che, in linea con la filosofia aziendale, non vengono trattati con alcun prodotto di sintesi.
La costruzione della cantina e il fortunato e proficuo incontro con Graziana Grassini, già enologa del Castello del Terriccio, danno vita al sogno che si realizza solo qualche anno più tardi, nel 2003, con la nascita di due vini di grande impatto emotivo: il Lilium ed il Gelso.
La costruzione della cantina e il fortunato e proficuo incontro con Graziana Grassini, già enologa del Castello del Terriccio, danno vita al sogno che si realizza solo qualche anno più tardi, nel 2003, con la nascita di due vini di grande impatto emotivo: il Lilium ed il Gelso.
Il Lilium 2008, chardonnay in purezza che fa solo acciaio, presenta intensi profumi primaverili, si avvertono i fiori e la frutta bianca, non troppo matura che, assieme a percepibili sbuffi minerali, tipici di un terreno tufaceo come quello del Parco di Veio, determinano una quadro aromatico generale di bella complessità. In bocca il vino è morbido, caldo, sapido e chiude con una piacevole nota di frutta esotica. Abbinamento ideale: un risotto all’astice.
Il Gelso 2007, il Grand Cru di Roma come è stato scritto da Luca Maroni, è un blend di merlot e cabernet che, come il Lilium, fa solo acciaio. E’ un vino di razza, intenso, se mettiamo il naso nel bicchiere riconosciamo senza problemi i profumi della visciola, della prugna, del ginepro, del pepe e della macchia mediterranea. Vibrante al sorso dove la bella spina acida tende a contrastare la morbidezza del vino data dalla ricca presenza di glicerina ed alcol. Chiude lungo su aromi di frutta di rovo e note vegetali. Compagno ottimale per una tagliata di manzo all’aceto balsamico.
Ultima curiosità: sarà per la loro bontà e perché considerati vini a Km 0, però è motivo d’orgoglio per il nostro Municipio leggere che i vini di Gelso della Valchetta sono stati selezionati lo scorso 9 Giugno per il “Queen's Birthday Party" in onore della Regina Elisabetta, nella residenza dell'Ambasciata britannica. Potere del vino di Roma!