Il navigatore satellitare impazzisce all’interno di tutte le stradine che compongono le varie contrade di Marsala, da soli non riusciamo a raggiungere Contrada Fornara Samperi ma, appena chiediamo in giro dov’è la casa
Marco De Bartoli, tutti con grande curiosità ed orgoglio ci indicano la direzione esatta. Quel piccolo borgo disperso all’interno della Sicilia occidentale rappresenta da anni un faro per questa zona anche se, come sento dire da molti, spesso la tempesta e il mare grosso offuscano quella luce maestra.
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Marco De Bartoli - Fonte: La Madia.it |
Per capire bene chi è Marco De Bartoli basta leggere cosa ha detto ad Attilio Vinci nella biografia scritta per Veronelli.
“Il mio primo lavoro nel mondo vinicolo è stato come tecnico nell’azienda di famiglia di mia madre. Le mie idee non erano condivise e allora, dopo alcuni anni, ho deciso di trasferirmi definitivamente al baglio Samperi, una nostra vecchia proprietà. Ho ripristinato il reparto di vinificazione mettendo a posto le cantine storiche. Nel 1980 ho accelerato il primo imbottigliamento del vino che in onore della contrada ho chiamato vecchio Samperi. L’ho presentato come vino di Marsala e non vino Marsala. Un impegno a combattere il declino dell’immagine di questo glorioso prodotto. Poi nel 1985 spinto da un desiderio di curiosità per il moscato passito di Pantelleria, ho imbottigliato il mio primo Bukkuram moscato passito”
Qualcuno l’ha definito un pazzo perché si è messo a produrre Marsala negli anni più neri della tipologia, erano gli anni ’80, anni di Marsala all’uovo e di produzioni industriali di massa che hanno trasformato il vino italiano più famoso al mondo in spazzatura liquida.
De Bartoli non si arrende a questo schifo e, cercando di rilanciare tutta una denominazione, diventa nel 1993 presidente dell’Istituto Regionale del Vino e della Vite.
Forte del suo ruolo ha provato in quegli anni a parlare di qualità, vitigni autoctoni, fiere, sperimentazioni, associazionismo, ha strenuamente tentato di abbattere il muro di gomma e diventare finalmente ed oggettivamente il Faro.
Sapete come è finita la storia? Una mattina del 1995 la Procura di Marsala lo accusa di sofisticazione. Ricorda lui stesso:“Quando è avvenuto il fattaccio io stavo prendendo quota. Dopo quindici anni di investimenti mi apprestavo a raccogliere i frutti. Sono stato colpito nel momento di maggiore crescita. Avrei festeggiato il fatturato più consistente della storia della mia azienda. Una cattiveria, la fine riservata in Sicilia a chi dimostra di sapere fare”.
Ha dovuto aspettare cinque anni per avere l’assoluzione: ci siamo sbagliati, il fatto non sussiste…
Deluso, arrabbiato ma non arreso, De Bartoli ha continuato da solo per la sua strada, sa perfettamente che a Marsala e nel Marsala dovrà contare solo sulle sue forze, una mosca bianca che ha spazzato l’infamia del sospetto producendo vini di straordinario spessore
Ad attenderci in cantina c’è la figlia di Marco De Bartoli, Giuseppina, due occhi azzurri tenaci e fieri che, assieme ai due fratelli, porteranno avanti la tradizione di famiglia, orgogliosamente coscienti di essere acqua nel deserto.
L'Azienda Agricola Samperi si compone di 25 ettari di vigneto di cui il vitigno principe è il Grillo, anche se non mancano vitigni come syrah e merlot col quale si produce il Rosso di Marco, un rosso fatto da De Bartoli per De Bartoli.
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Il vigneto |
Giriamo per la bellissima cantina, scopriamo botti vecchissime e bottiglie impolverate, tutto qua parla di storia, tradizione e qualità.
Entriamo in sala degustazione per scoprire tutte le declinazioni del Grillo, vero vanto dell’azienda Samperi.
Partiamo degustando “Grappoli del Grillo” 2008, un bianco secco monovitigno che ti parla di struttura ed identità territoriale: dentro quel bicchiere ci sono le saline di Marsala, c’è il mare, la frutta gialla che resiste al sole della Sicilia. Un sorso di grande carattere che si fa fatica a scordare.
Non ci giriamo troppo attorno, dopo aver degustato un ottimo Marsala Superiore Riserva 10 anni, è il turno del “Vecchio Samperi”, la luce calda del faro, il Marsala che reinventa il Marsala riportando l’immagine del vino a ciò che era una volta e alle parole di Luigi Veronelli che durante le degustazioni esclamava: “è arrivato il Marsala”.
Nessuna menzione in etichetta che si tratti di Marsala, De Bartoli nel 1983 rompe gli schemi e, soprattutto, rompe con un passato ed un presente fatto di prodotti ruffiani e di facile beva.
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La vecchia cantina |
Il “Vecchio Samperi”, il cui nome è una dedica alla contrada dove si trovano le cantine, è un vino ottenuto con l’antico metodo Soleras che, attraverso una sequenza di passaggi di piccole percentuali di vino più giovane in fusti che contengono vini più vecchi, permette di creare un’armoniosa mescolanza di annate diverse, dal gusto unico e inimitabile.
Non starò qua a tediarvi con mille descrittori, sappiate solo che questo vino, il Marsala per eccellenza, è tutto ciò che non avete mai bevuto, è l’anima e il corpo del Grillo e la passione, le lacrime e la terra di Marco De Bartoli.