Da Giuseppe Mascarello ad Eleano, in alto i calici con Riserva Grande!


Riserva Grande è l’agenzia di distribuzione di Marco Cum che la scorsa settimana, come ogni anno, ha presentato al pubblico tutti i vini in distribuzione presso le migliori enoteche di Roma.

Marco e tutto il suo staff ogni anno selezionano delle chicche enologiche davvero interessanti, spaziando tra grandi vignaioli affermati, Giuseppe Mascarello su tutti, e produttori di nicchia come Eleano o Cantarutti. Quest’ultima azienda, sita sui Colli Orientali del Friuli a pochi passi, dall’Abbazia di Rosazzo, ha presentato un interessante Schioppettino 2003 che, nella sua bella e complessa rusticità, mi ha ricordato le parole di Mario Soldati nel suo “Vino al vino:”lo Schioppettino è un solitario senza macchia: campione pressochè unico, tra i vini, di quella virtù sconosciuta che l’Alfieri, tra le umane grandezze, giudicava forse la più grande”.
Eleano, invece, l’avevo già conosciuto lo scorso anno durante la prima edizioni di “Grandi Vini da Piccole Vigne” e rappresenta, per il vero appassionato dei vini del Sud, un punto di riferimento inossidabile per l’Aglianico del Vulture.

L'azienda, gestita da Francesca e Alfredo Cordisco, vanta 5 ettari di vigneti situati nella rinomata zona di Pian dell'Altare in agro di Ripacandida.

La produzione di Eleano si fregia di due grandi rossi: Dioniso ed Eleano. Tra i due ho preferito di gran lunga il secondo, un grandissimo vino che ha nel suo DNA gusto-olfattivo tutta l’anima del Sud. L’Eleano 2005 è davvero tanta roba, ci trovi di tutto in tutte le sfaccettature, dalla frutta rossa alle spezie, dai fiori al sottobosco fino ad arrivare al minerale, segno distintivo del terroir di appartenenza che, imperturbabile, non mollerà i nostri i sensi per molto, moltissimo tempo.
Marco lo sa bene, distribuire su Roma Giuseppe Mascarello è un onore ed un grandissimo privilegio soprattutto quando si ha il compito, tutt’altro che arduo, di “piazzare” all’interno delle enoteche e dei ristoranti quel capolavoro chiamato Barolo Monprivato Riserva Ca d'Morissio 2003.

Un altro 2003 e un altro schiaffo al pressappochismo di chi considera, e ce ne sono ancora molti, l’annata buona per fare vini da spalmare sul pane.
Sapete come Mascarello ha risposto a queste ovvietà? Imbottigliando il suo miglior vino, la sua Riserva. Un miracolo? Un caso? La combinazione tra uno dei migliori Cru del Barolo e un grandissimo vignaiolo di Langa può solo dar vita ad un’opera d’arte, un componimento dove la Natura è sapientemente moderata dalla mano dell’uomo, quella stessa mano contadina che dopo anni di affinamento tira fuori dalla cantina un Barolo da lacrime. Il bicchiere davanti a me è un inno al nebbiolo, tira fuori nel tempo fragranze austere, effluvi di viola, terra, prugna, scorza di arancio, tabacco, liquirizia. Al palato è elegante, setoso, avvolgente, maschio e, soprattutto, fresco e di grande bevibilità. L’Espresso gli ha dato 19,5/20. Un vero torto ai vinogeneralisti!

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