Sabato 20 Novembre si è inaugurata al MOMA di San Francisco - il celeberrimo museo d’arte moderna - l’esposizione How Wine Became Modern: Design + Wine 1976 to Now, un affascinante viaggio che esplora le trasformazioni del vino nella cultura visiva e materiale delle ultime tre decadi, dando modo di comprendere appieno la cultura contemporanea del vino e il ruolo svolto dal design nell’economia di questa metamorfosi.
La mostra, organizzata da Henry Urbach e Helen Hilton, può essere considerata la prima esposizione della storia che prende in esame la cultura globale del vino come facente parte di una più ampia rete di fenomeni culturali, nonostante abbia una sua forte connotazione individuale.
L'esposizione dispone di manufatti storici, modelli di architettura, installazioni multimediali, opere d'arte e anche di una "smell wall", parete aromatizzata per fornire al visitatore una vivida esperienza sensoriale nelle singole gallerie.
Ecco alcune delle opere che potrete vedere se passate da quelle parti:
|
La direzione del MoMa di San Francisco ha invitato anche due designer italiani di talento, Laura Fiaschi,1977, e Gabriele Pardi,1966, insieme Gumdesign. I due parteciperanno con due collezioni di calici da degustazione. La prima è la serie "Calici" prodotta da Seguso dedicata ai degustatori: c'è il calice per l'astemio, quello per l'equilibrato e infine il calice per lo smodato. Un divertente foro posizionato a diverse altezze smaschererà fin da subito le intenzioni di chi chiede il bicchiere! "Calici" è stato selezionato anche per il Museo del Design della Triennale di Milano. Gumdesign, Calici, prodotto da Seguso |
Una vetrina che contiene una profonda vasca di liquido rosso scuro fa da sostegno luminoso a un'esposizione di 30 calici sospesi. Glassware Gallery, image courtesy Diller Scofidio + Renfro |
Dennis Adams, SPILL, 2009; production still; single channel video Courtesy the artist, Kent Gallery New York and Galerie Gabrielle Maubrie Paris |
Fonte: Lei Web
1 commento:
Ci sono delle belle idee, particolarmente lo Smell Wall.
Posta un commento