L'azienda nasce nel 1984, quando Michele Satta, laureatosi a pieni voti all’Università di Pisa, decise di lasciare la precedente attività di garzone di fattoria per iniziare una carriera di vignaiolo indipendente a Castagneto Carducci.
L’inizio è abbastanza duro, il vecchio fattore per cui lavorava gli lascia in affitto i suoi vigneti dove la resa si attesta attorno ai venti chili d’uva per pianta, ma la convinzione di essere in un ambiente di altissima vocazione enologica e l'incontro con l'enologo Attilio Pagli, tuttora collaboratore ed amico, lo spingono ad andare avanti e a costituire, nel 1988, il primo nucleo dell'azienda con l'acquisto del miglior terreno disponibile e la costruzione di una moderna e funzionale cantina.
Tutte queste trasformazioni nella vita lavorativa di Satta avvengono in un periodo fondamentale per Bolgheri e Castagneto Carducci perché, nel frattempo, esplode il fenomeno Sassicaia, nasce l’Ornellaia e nel territorio della Costa degli Etruschi c’è tutto un fiore di piccole e grandi aziende che nascono o si evolvono piantando merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc.
Tutti seguono la filosofia internazionale tranne lui, Michele Satta che, almeno inizialmente, punta dritto verso quell’amore territoriale che prende il nome di Sangiovese, una vera sfida per quel giovane vignaiolo che preferisce scornarsi con questo vitigno “umorale” invece che andare sul sicuro vinificando l’integerrimo Cabernet Sauvignon, sempre uguale a se stesso e spesso poco emozionante.
Da questa passione nasce il “Cavaliere”, selezione di Sangiovese nelle vigne aziendali, raccolto e scelto in piena maturazione. Diraspato, viene fatto fermentare in tini aperti di legno di quercia di piccole dimensioni, e la macerazione è effettuata con la sommersione soffice del cappello a mano, con il sistema della follatura per oltre venti giorni. Alla svinatura il vino viene messo nelle barriques dove sosta per dodici mesi. Senza essere filtrato, viene imbottigliato per riposare in vetro fino all' anno seguente.
Qualche giorno fa, durante il sempre più convincente corso sul Sangiovese tenuto da Armando Castagno, abbiamo avuto la possibilità di degustare l’annata 1997, un vino che sa di mare, mediterraneo con iniziale note salmastre, di acciuga, poi esce il tabacco, la resina, il chinotto, il fumè, il pomodoro secco ed, infine, la frutta nera. Una splendida evoluzione del Sangiovese della Costa degli Etruschi che si rileva anche in bocca dove il Cavaliere si esprime tridimensionalmente sul nostro palato con una coerenza, una armonia ed una persistenza che solo il grande Sangiovese toscana può offrire.
Tutte queste trasformazioni nella vita lavorativa di Satta avvengono in un periodo fondamentale per Bolgheri e Castagneto Carducci perché, nel frattempo, esplode il fenomeno Sassicaia, nasce l’Ornellaia e nel territorio della Costa degli Etruschi c’è tutto un fiore di piccole e grandi aziende che nascono o si evolvono piantando merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc.
Tutti seguono la filosofia internazionale tranne lui, Michele Satta che, almeno inizialmente, punta dritto verso quell’amore territoriale che prende il nome di Sangiovese, una vera sfida per quel giovane vignaiolo che preferisce scornarsi con questo vitigno “umorale” invece che andare sul sicuro vinificando l’integerrimo Cabernet Sauvignon, sempre uguale a se stesso e spesso poco emozionante.
Da questa passione nasce il “Cavaliere”, selezione di Sangiovese nelle vigne aziendali, raccolto e scelto in piena maturazione. Diraspato, viene fatto fermentare in tini aperti di legno di quercia di piccole dimensioni, e la macerazione è effettuata con la sommersione soffice del cappello a mano, con il sistema della follatura per oltre venti giorni. Alla svinatura il vino viene messo nelle barriques dove sosta per dodici mesi. Senza essere filtrato, viene imbottigliato per riposare in vetro fino all' anno seguente.
Qualche giorno fa, durante il sempre più convincente corso sul Sangiovese tenuto da Armando Castagno, abbiamo avuto la possibilità di degustare l’annata 1997, un vino che sa di mare, mediterraneo con iniziale note salmastre, di acciuga, poi esce il tabacco, la resina, il chinotto, il fumè, il pomodoro secco ed, infine, la frutta nera. Una splendida evoluzione del Sangiovese della Costa degli Etruschi che si rileva anche in bocca dove il Cavaliere si esprime tridimensionalmente sul nostro palato con una coerenza, una armonia ed una persistenza che solo il grande Sangiovese toscana può offrire.
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