Radda in Chianti, ovvero un piccolissimo fazzoletto di Toscana dove possiamo trovare, nell’arco di pochi chilometri, grandissimi vignaioli.
Radda in Chianti, un territorio che si estende tra le valli dei fiumi Pesa e Arbia e che sorge in posizione elevata, tra i 283 e i 845 metri sul livello del mare (monte Querciabella), donando alla vigne, come si può facilmente immaginare, una grandissima escursione termica.
Per comprendere la magia di questo angolo di paradiso (basta vedere le foto) riporto le parole che Franco Traversi, grande esperto di Sangiovese, scriveva qualche tempo fa sul forum del Gambero Rosso: abbandonata la strada provinciale inizia uno sterrato che porta a Monteraponi, un antico borgo medievale del 998, situato sul poggio omonimo, appartenuto al Conte Ugo Marchese e governatore di Toscana sulla fine del X secolo.
La famiglia Braganti ha acquistato questo borgo nel lontano 1973 e, inizialmente, non era interessata alla produzione del vino, tanto che decise di dare le vigne in comodato all’azienda “Le Fioraie” fino all’anno 1997; in seguito dall’anno 1997 fino al 2002 fu venduta l’uva all’azienda “Ruffino”, mentre è solo dal 2003, l’annata della svolta, che hanno ricominciato ad imbottigliare con il proprio marchio “Monteraponi”.
Monteraponi si trova ad un’altezza di circa 470 metri s.l.m., all’interno di un’ampia vallata dalla quale si intravedono in lontananza le vigne del castello di Ama e dell’azienda Livernano, dove può vantare attualmente circa 10 Ha di vigna, alcuni ettari di ulivi, intorno poi tutto bosco per altri 110 Ha. Le vigne più basse a circa 400m, le più alte a 550 m, dei 10 Ha di vigna la più vecchia ha all’incirca 35 anni, e sono 5 Ha con sesto d’impianto 270 x 1 metro; i restanti 5 Ha sono state impiantati nell’anno 2.000, sesto d’impianto 250 x 70, per Ha 5.500 piante con i nuovi cloni del Chianti Classico.
Il sistema di allevamento è a cordone speronato e archetto toscano, ma l’intenzione è passare al Guyot grazie alla consulenza enologica del bravo Maurizio Castelli.
Il tipo di terreno è di natura calcarea appenninica (Alberese), ricoperta spesso da macigno schistoso alterato, noto in Toscana con il nome di Galestro.
La cosa che colpisce di più di questo giovane imprenditore, Michele Braganti, è la chiarezza di idee: nella sua azienda i vitigni sono solo 3, ossia, Sangiovese, Canaiolo e Colorino e, inoltre, c’è un grande rispetto per la natura visto che si punta molto al biologico e in cantina non vengono usati né lieviti nè filtrazioni. La vinificazione è molto funzionale, viene usato in maggioranza il cemento sia per la fermentazione alcolica, che mediamente dura circa 25 giorni, sia per la malolattica. L’affinamento avviene prevalentemente in botte grande di rovere di Slavonia e solo parzialmente, un terzo, in barrique usate.
Torniamo a noi e al nostro Chianti. Il vino che ho degustato si può dire che è assolutamente virtuale, non tanto perché ancora non commercializzato ma, soprattutto, perché rappresenta un campione da singola botte nella quale è stata vinificata esclusivamente l’uva della vigna più alta, quella a 550 m.
Un privilegio per poche persone, quelle presenti al Corso sul Sangiovese dell’AIS Roma, ma che ci farà capire bene, una volta miscelati tutti i vini di tutte le botti, di cosa mai potrà essere questo Chianti Classico Riserva 2007 Monteraponi.
Al naso c’è un’esplosione aromatica, un divenire di sensazioni ed emozioni che difficilmente si può dimenticare: visciola, frutti di bosco, rosa, viola mammola, spezie dolci e, quello che più conta, tanta tanta territorialità derivante da un bellissimo minerale che ti entra nell’anima e se ne impossessa. In bocca è stupendo quanto al naso, esibendosi con forza ed equilibrio e, cosa più importante, grandissima freschezza, una vivacità che solo una vigna ad oltre 500 metri di altezza può fornire. Persistenza lunghissima su toni minerali di roccia e frutta rossa croccante.
Ragazzi appena esce questo è nostro!
Per comprendere la magia di questo angolo di paradiso (basta vedere le foto) riporto le parole che Franco Traversi, grande esperto di Sangiovese, scriveva qualche tempo fa sul forum del Gambero Rosso: abbandonata la strada provinciale inizia uno sterrato che porta a Monteraponi, un antico borgo medievale del 998, situato sul poggio omonimo, appartenuto al Conte Ugo Marchese e governatore di Toscana sulla fine del X secolo.
La famiglia Braganti ha acquistato questo borgo nel lontano 1973 e, inizialmente, non era interessata alla produzione del vino, tanto che decise di dare le vigne in comodato all’azienda “Le Fioraie” fino all’anno 1997; in seguito dall’anno 1997 fino al 2002 fu venduta l’uva all’azienda “Ruffino”, mentre è solo dal 2003, l’annata della svolta, che hanno ricominciato ad imbottigliare con il proprio marchio “Monteraponi”.
Monteraponi si trova ad un’altezza di circa 470 metri s.l.m., all’interno di un’ampia vallata dalla quale si intravedono in lontananza le vigne del castello di Ama e dell’azienda Livernano, dove può vantare attualmente circa 10 Ha di vigna, alcuni ettari di ulivi, intorno poi tutto bosco per altri 110 Ha. Le vigne più basse a circa 400m, le più alte a 550 m, dei 10 Ha di vigna la più vecchia ha all’incirca 35 anni, e sono 5 Ha con sesto d’impianto 270 x 1 metro; i restanti 5 Ha sono state impiantati nell’anno 2.000, sesto d’impianto 250 x 70, per Ha 5.500 piante con i nuovi cloni del Chianti Classico.
Il sistema di allevamento è a cordone speronato e archetto toscano, ma l’intenzione è passare al Guyot grazie alla consulenza enologica del bravo Maurizio Castelli.
Il tipo di terreno è di natura calcarea appenninica (Alberese), ricoperta spesso da macigno schistoso alterato, noto in Toscana con il nome di Galestro.
La cosa che colpisce di più di questo giovane imprenditore, Michele Braganti, è la chiarezza di idee: nella sua azienda i vitigni sono solo 3, ossia, Sangiovese, Canaiolo e Colorino e, inoltre, c’è un grande rispetto per la natura visto che si punta molto al biologico e in cantina non vengono usati né lieviti nè filtrazioni. La vinificazione è molto funzionale, viene usato in maggioranza il cemento sia per la fermentazione alcolica, che mediamente dura circa 25 giorni, sia per la malolattica. L’affinamento avviene prevalentemente in botte grande di rovere di Slavonia e solo parzialmente, un terzo, in barrique usate.
Torniamo a noi e al nostro Chianti. Il vino che ho degustato si può dire che è assolutamente virtuale, non tanto perché ancora non commercializzato ma, soprattutto, perché rappresenta un campione da singola botte nella quale è stata vinificata esclusivamente l’uva della vigna più alta, quella a 550 m.
Un privilegio per poche persone, quelle presenti al Corso sul Sangiovese dell’AIS Roma, ma che ci farà capire bene, una volta miscelati tutti i vini di tutte le botti, di cosa mai potrà essere questo Chianti Classico Riserva 2007 Monteraponi.
Al naso c’è un’esplosione aromatica, un divenire di sensazioni ed emozioni che difficilmente si può dimenticare: visciola, frutti di bosco, rosa, viola mammola, spezie dolci e, quello che più conta, tanta tanta territorialità derivante da un bellissimo minerale che ti entra nell’anima e se ne impossessa. In bocca è stupendo quanto al naso, esibendosi con forza ed equilibrio e, cosa più importante, grandissima freschezza, una vivacità che solo una vigna ad oltre 500 metri di altezza può fornire. Persistenza lunghissima su toni minerali di roccia e frutta rossa croccante.
Ragazzi appena esce questo è nostro!
La foto di Michele Branganti è presa dal sito
http://www.flickr.com/photos/burde/2556551635/
http://www.flickr.com/photos/burde/2556551635/
4 commenti:
Sposo in pieno la recensione per l'"angolo di paradiso" di questa azienda. L'ho visitata/recensita nell'ottobre 2008 e vedo grandi prospettive per Michele Braganti ed i suoi vini. Buonissimi gli attuali e davvero da grandi aspettative il Riserva 2007!
Andrea, il Beonefotografo
bella soprattutto la foto di michele...
http://www.flickr.com/photos/burde/2556551635/
Hai ragione, non ho messo la fonte della foto..provvedo
Grazie per il commento Andrea!
Altrochè se sono stato bene, anzi ti volevo fare i complimenti nuovamente per l'organizzazione dell'evento e delle degustazioni, tutto davvero realizzato al meglio!
Se poi fammi sapere qualche dettaglio per il carbonara day che non posso mancare!
A presto!
-Lorenzo-
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