Tenuta La Giustiniana: verticale storica di Gavi 1998-2008

Oggi parliamo di Gavi, un vino bianco da uve Cortese che in Italia è spesso sottovalutato mentre all’estero, dati alla mano, rappresenta uno dei nostri vanti enologici. Parliamo di Gavi e della Tenuta La Giustiniana, azienda agricola di antichissime origine che si estende per ben 110 ettari di cui 40 sono coltivati. Sita nel territorio di Rovereto di Gavi, La Giustiniana può vantare vigneti impiantati con perfetta esposizione a mezzogiorno ad una altitudine che varia tra i 300 e i 500 metri ed a una latitudine di 44°41' (la stessa dei celebri Graves francesi). Ad essi viene dedicata attenta e scrupolosa cura nella coltivazione: sono state sperimentate nuove forme di allevamento, i diserbanti chimici sono banditi come pure gli antibotritici per non avere le benchè minime alterazioni di profumi, le potature secca e verde limitano rispettivamente il numero di gemme e il carico di grappoli arrivando a rese di 50/60 quintali per ettaro. Minuziose analisi chimico-fisiche dei terreni e delle uve da essi ottenute, hanno convinto la Giustiniana, prima assoluta in Gavi, a vinificare separatamente due ben noti crus: Il Gavi D.O.C.G. del comune di Gavi vigneto Lugarara, prodotto su marne grigie plioceniche sovrastate da terreno vegetale di vecchia origine, e da frazione di sabbioni disciolti e ferrettizzati, ha caratteristiche di vino Gavi bianco particolarmente secco, acidulo con retrogusto mandorlato; Il Gavi D.O.C.G. del comune di Gavi vigneto Montessora, prodotto su un terreno dal particolare colore rosso cupo, coperto da alluvioni pleistoceniche ferrettizzato con base di ghiaie alterate intercalato da argille, è un vino ricchissimo di profumi e sfumature, morbido e secco al tempo stesso. Ho partecipato la scorsa settimana ad una interessante verticale dove sono state presentate undici annate (2008-1998) delle due tipologie di Gavi prodotte dall’azienda: Montessora, dall’omonimo cru e “Il Nostro Gavi”, vino nato dall'idea di creare un Gavi i cui artefici fossero i collaboratori commerciali di Giustiniana, per dimostrare che un grande vino nasce dalla scelta di grandi uve, dal territorio eletto e dalla passione e collaborazione tra uomini cultori e amanti del vino.

Montessora 2008: giovane e prorompente, si caratterizza per sensazioni di susina, pera abate, mela, biancospino e un delicato tocco minerale. In bocca entra morbido anche se cede quasi subito il passo ad un attacco acido corroborato da una sapidità che lascia la bocca leggermente salina. Finale ammandorlato.
Montessora 2007: al naso stavolta la fanno da padrone i toni floreali subito accompagnati da una frutta a polpa bianca e da una vena minerale che col passare del tempo assume toni agrumati. Bocca di grande morbidezza (c’è più alcol rispetto al 2008) che cede leggermente in acidità rispetto all’annata precedente. Sintomo di un invecchiamento già visibile? Vediamo se le annate successive avranno questo trend;
Il Nostro Gavi 2006: cambiamo tipologia ma non livello emozionale, qua la nota olfattiva principale è un fresco minerale che arriva ai toni della silice, della pietra focaia, sensazioni che cedono gradualmente il passo ad un fruttato ed ad un floreale bianco. Palato sapido, di grande spessore acido, bella struttura. Dei tre Gavi sembra decisamente il meno vecchio. Trend non confermato…
Montessora 2005: i colori si fanno più carichi, le sensazioni olfattive più mature ed esce un bellissimo soffio di macchia mediterranea. Al palato la mineralità si trasforma subito in sapidità, talmente importante che stavolta l’acidità le fa da stampella. Un Gavi di grande vivacità, struttura e che lascia il cavo orale con una gradevole scia di ginepro e mela golden;
Il Nostro Gavi 2004: ancora una volta questo vino spicca per mineralità da pietra focaia, per note ferrose e per un impatto fruttato maturo. Un vino che sembra provenire direttamente dal terreno. In bocca torna alla grande, tutto è incentrato sulle note acido-sapide, la morbidezza arriverà col tempo..
Montessora 2003: annata calda, difficile, anche se questo Gavi si difende con un naso maturo ma non cotto e una bocca di grande morbidezza che riesce a bilanciarsi soprattutto grazie alla sapidità del vino. Un Gavi ben fatto, si vede che hanno lavorato bene sia in vigneto che in cantina. Il Nostro Gavi 2002: altra annata difficile e altro vino che comunque è riuscito bene soprattutto grazie ad un complesso minerale, che ritorna, che sfuma in tutte le sue declinazioni. Non è particolarmente complesso anche se, bevendolo, è fresco e piacevole grazie alla sferzante spina acida. Sicuramente il vino più pronto e godibile;
Montessora 2001: la grande maturità del vino si estrinseca in un quadro olfattivo caratterizzato da aromi di mela golden matura, frutto della passione, albicocca matura, fiori gialli appassiti. Bocca di grande struttura, raffinata, il vino si espande in bocca e la sapida mineralità rappresenta la chiosa di un sorso fresco e integro. Bella la persistenza. Ancora un volta un vino che, nonostante il naso, sembra di grande giovinezza;
Montessora 2000 (da Magnum): la vera sorpresa della serata, sarà che il vino proveniva da una magnum ma, se lo avessimo bevuto alla cieca, avremmo detto che si trattava forse dell’ultima annata in commercio. Il colore è giallo paglierino non carico, il registro olfattivo è fresco, ci troviamo la pesca, la pera, i fiori di campo, un delicato minerale. La bocca è viva, sapida, elegante, di grande equilibrio tra morbidezza e acidità. Grande vino che ha stupito anche chi lo ha prodotto!
Montessora 1999: un vino la cui nota ossidativi/evolutiva è percepibile, il tema olfattivo è delineato dalla maturità della pesca e della mela, escono i fiori appassiti e la macchia mediterranea. Al palato l’attacco morbido è subito bilanciato dalla vena acida che, come è accaduto anche con gli altri vini, mette la freccia donando freschezza e grande beva. Bella persistenza finale.
Montessora 1998: il vino più maturo e, forse, dal quadro aromatico più suadente: cotognata, frutta tropicale matura, miele, caramella d’orzo, pesca sciroppata, spezie orientali e piacevole mineralità. In bocca c’è tutta l’eleganza del tempo che passa, abbiamo di fronte una signora di mezza età che è ancora affascinante nonostante i capelli grigi. La struttura non cede nulla, soprattutto la vena acida è ancora viva, fresca e propulsiva. Chiude con bei ricordi di frutta matura e bouquet di fiori gialli. Un ottimo Gavi che potrà andare avanti ancora per qualche anno.

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