Fattoria del Cerro Vinsanto "Sangallo" 2003

Fattoria del Cerro, acquistata nel lontano 1978 da Saiagricola S.p.A., anni difficili quelli, quasi pionieristici, quando Montepulciano e i suoi vini stavano vivendo un singolare periodo di crisi, sia d'immagine che di vendite. La denominazione di origine controllata è garantita non era ancora entrata in vigore e lo sarebbe stata solo a partire dalla vendemmia del 1980 e i vini sarebbero poi stati messi sul mercato solo dal Gennaio del 1983.

La Fattoria del Cerro non solo ha tenuto duro ma è stata anche traino della crescita qualitativa di tutto il comparto del Vino Nobile e oggi, con i suoi 93 ettari iscritti all'Albo del Vino Nobile, è la più grande realtà privata produttrice di Vino Nobile di Montepulciano, in provincia di Siena. L’azienda, però, con i suoi 173 ettari di vigneto totale non produce solo Vino Nobile e Rosso di Montepulciano, ma commercializza tutta una gamma di vini che spazia dal Chianti dei Colli Senesi allo Chardonnay di Toscana, dal Brandy fino ad arrivare, ovviamente, al Vinsanto di MontepulcianoSangallo”, vino dolce prodotto in onore di Antonio Giamberti da Sangallo - detto il Vecchio che costruì nei primi del ‘500 la Chiesa di San Biagio a Montepulciano, capolavoro tardorinascimentale che possiamo visitare nella città poliziana.

Il Vinsanto, come da tradizione, è a base di Pulcinculo (Grechetto) e Trebbiano i cui grappoli sono stesi sui cannicci per avvizzire. In tale ambito, l’attività di appassimento avviene all’interno della Fattoria del Cerro che, per questo, ha destinato l'ampio sottotetto del "Podere Argiano" che, essendo ben aerato e giustamente umido, è il miglior ambiente per farle giungere sane fino a gennaio, o addirittura a febbraio, quando vengono pigiate. Il vino viene poi fatto maturare all’interno dei classici caratelli per minimo tre anni al fine di permettergli di sviluppare complessità ed armonia, caratteristiche tutte che ritroviamo nei grandi vini dolci.

Nel mio bicchiere è stato versato il millesimo 2003, di un suadente colore oro fulvo che al naso esprime un quadro olfattivo caratterizzato da frutta stramatura, uva sottospirito, vaniglia, cannella, leggero mentolato ed una punta di tabacco biondo. In bocca il calore e la dolcezza dell’annata calda vengono subito compensati da una bella vena acida che impedisce, fortunatamente, ogni stucchevolezza. Palato cremoso, ricco di ritorni di frutta stramatura e spezie dolci. Chiude sapido con una persistenza che certo non ci fa strappare i capelli.
Un Vinsanto buono anche se il confronto con altre tipologie potrebbe risultare abbastanza deleterio, sia per la complessità che per la persistenza complessiva del vino.
Da provare forse in annate migliori?

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