'A Vita di Francesco De Franco

Era il 3 Dicembre 2008 quando, sulla piattaforma Vinix, Francesco De Franco, che aveva appena presentato on line la sua azienda, mi manda questa mail di risposta alla mia richiesta di ulteriori informazioni:

Gentile Andrea Petrini,

La ringrazio per l'attenzione dedicata alla ns. azienda. Conforta sapere che ci sono persone curiose ed interessate a prodotti poco conosciuti.

Come avrà letto su vinix, riportato anche su www.vignadefranco.blogspot.com, la ns. è una piccola realtà che mette il lavoro in vigna al primo posto. Sinora ci siamo rivolti ad un mercato locale con prodotti dell'annata che per ns fortuna sono stati completamente consumati dai clienti abituali. Dalla vendemmia 2008 ci stiamo organizzando per affrontare il mercato extraregionale: abbiamo destinato un maggior quantitativo di uve alle ns. vinificazioni e operato una rigorosa scelta delle uve in modo da avere prodotti non solo da consumarsi nell'anno ma che possano tranquillamente affrontare un affinamento medio-lungo. Alcuni vini saranno pronti da maggio-giugno 2009 mentre i prodotti su cui puntiamo di più non prima dei 18-24 mesi dalla vendemmia.

Mi dispiace non poter esaudire la Sua gentile richiesta ma sarà sicuramente tra i primi a ricevere campione della ns. prossima produzione, convinti che una sana critica può aiutarci a crescere.

Non mancherò di seguirla sul suo blog.

Cordiali saluti

Dopo quasi circa un anno mi arriva questa mail

Gentile Andrea Petrini,
è una curiosa coincidenza ma Le scrivo esattamente un'anno dopo la sua richiesta di un campione del nostro vino. Ebbene ora ci siamo, siamo appena usciti con il Rosso Classico Superiore 2008 di cui sono ben lieto di inviarLe il campione. Dovrei passare da Roma il 9 Dicembre, c'è modo di lasciarLe personalmente il campione?

Un saluto, a presto

Francesco Maria De Franco

Passa poco tempo da quest'ultima comunicazione che Francesco me lo ritrovo sotto l'ufficio, zona Eur, tutto trafelato che sta andando di corsa, su e giù per l'Italia, per promuovere e far degustare il suo Gaglioppo in purezza. 

E' il 2009, l'inizio di una splendida avventura che ha portato il nostro vignaiolo calabrese tra l'elite dei produttori di vino nazionale ed internazionale. E' di circa un anno fa un articolo su 'A Vita pubblicato sul New York Times...

Quando finalmente lo vado a trovare,  Francesco è sicuramente un vignaiolo affermato e sicuramente più sicuro di come lo avevo conosciuto otto anni fa. Oggi, nel territorio del Cirò Doc, è senza dubbio un punto di riferimento che ha trainato tanti altri vignaioli, come Sergio Arcuri o Calabretta, ad uscire dal loro guscio e far scoprire al mondo intero la territorialità del gaglioggo che fino a pochi anni fa era un po' troppo "ostaggio" di produzioni troppo di massa.

Con Francesco iniziamo il piccolo tour delle sue vigne, otto ettari coltivati tra Cirò e Cirò Marina ad altitudini che vanno dai 70 metri ai 250 metri s.l.m.

Il primo appezzamento si trova in zona Sant'Anastasia, un valle molto bella dove la maggior parte delle vigne, non solo quelle di 'A Vita, sono coltivate ad alberello ad altitudini di oltre 200 metri. 
In questa piccola parcella viene allevato a cordone speronato un vigneto di circa 2 ettari, esposizione sud, reimpiantato nel 2004 totalmente a gaglioppo. Il terreno, come possiamo vedere dalle foto sottostanti, è argilloso e molto povero e Francesco mi confessa che difficilmente da queste parti le uve, particolarmente ricche di zucchero, forniscono vini con titolo alcolometrico inferiore ai 14.5°.



Terreno
Riprendiamo la macchina e, mentre percorriamo stradine di campagna bordate da fiori dai mille colori, ci dirigiamo verso la seconda parcella di proprietà che si trova in zona Fego, a circa 200 metri dal mare. Ovviamente, come mi fa notare Francesco, qua il terroir è totalmente diverse dall'appezzamento precedente, il mare in zona Fego fa la sua parte e anche il terreno, sempre argilloso ma molto più scuro, è più ricco e fertile.

 "Da questa vigna di appena oltre un ettaro - mi spiega De Franco - faccio uscire il rosato andando a vendemmiare le uve della fila superiore che sono meno ricche di zucchero. In passato, poi, con questi grappoli ho prodotto anche il Cirò Rosso F36-p27 nelle annate 2008 e 2009 il cui nome fa riferimento alla particella da cui nasce ed al foglio catastale. Andrea da queste parti trovi, oltre al gaglioppo, trovi anche qualche pianta di magliocco!".


Si sale di nuovo in macchina per visitare probabilmente la più vigna "vecchia" da cui Francesco fa uscire la sua Riserva. Ci troviamo in località Muzzunetto, stessa valle della vigna di Sant'Anastasia ma diverso versante, siamo dalla parte opposta dove, con esposizione nord/ovest, sono allevati ad alberello 4 ettari di gaglioppo di età media di circa 50 anni. Il terreno è sempre argilloso ma è più ricco di pietre che affiorano fino in superficie. 





Prachetto è posto unico da cui non andresti mai via ma è ora di andare in cantina e il tempo, come al solito, è sempre tiranno. La struttura, fortunatamente, è situata a pochi minuti di strada e, tra una chiacchera e l'altra, riusciamo anche a passare di fianco alla quarta vigna di 'A Vita, in località Frassà, dove viene coltivato in un fazzoletto di terreno un po' di Greco Bianco.

Arrivati! La piccola cantina di Francesco è di recente costruzione ed, entrando, non possiamo non notare i colori dei disegni creati da una scuola media cirotana, in collaborazione con l'associazione Jumara, e dedicati al vino Cirò.


La sala vinificazione è dotata di pochissimi fermentatori in acciaio da dove cominciamo il nostro giro di degustazione che parte, ovviamente, dall'annata 2014.



A prescindere dalle varie tipologie di Cirò degustato da vasca, con Francesco siamo d'accordo che il 2014 sia un millesimo già pronto grazie ad un vino molto fresco e già abbastanza equilibrato. Non so quanto potrà andare avanti nel futuro ma il presente sarà ricco di soddisfazioni per chi ha lavorato bene in vigna nonostante l'annata difficile.

Il 2013, invece, rappresenta un millesimo molto particolare e gli assaggi in vasca ci hanno confermato che siamo di fronte ad un Cirò più caldo ma, cosa più importante, sicuramente più indietro rispetto alla 2014. Infatti, ad oggi, è ancora un vino duro, scontroso, per certi versi aggressivo, per cui il prossimo affinamento in bottiglia sarà sicuramente fondamentale per fornirgli un primo essenziale equilibrio che, sono sicuro, troverà appieno tra non meno di cinque anni. 


Ci  mettiamo attorno ad un tavolo per degustare le annate precedenti iniziando dal Cirò Classico Superiore 2011 che si presenta in veste aristocratica e associa ai "classici" aromi di mora di rovo ed amarena anche eleganti sensazioni di bacce di ginepro, resina, tamarindo, alloro e vibrante mineralità rossa. Sorso perfettamente orchestrato dove le mordidezze alcoliche sono perfettamente equilibrate da un intervento tannico e da una sapidità davvero preziose per lo sviluppo gustativo che regala un finale generoso e lunghissimo.



Il Rosato 2012, le cui uve, come già detto, provengono dal vigneto Fego situato vicino al mare, rappresenta un po' un vino a cui sono molto affezionato visto che, anno dopo anno, rappresenta una delle miei vini estivi per eccellenza grazie alla sua estrema bevibilità che, stavolta, non fa rima non banalità. Già, il Rosato di De Franco non sa di Big Babol ma di ferro e sale per cui chiedo agli amanti dell'ovvio di non comprarlo e di starne alla larga il più possibile!



L'ultimo vino in ordine temporale è il Cirò Rosso Classico Superiore Riserva 2010, prodotto da uve gaglioppo coltivate nel vecchio vigneto di Muzzunetto che, grazie ad un affinamento di circa 24 mesi suddiviso temporalmente tra botte grande da 20 HL e bottiglia, riesce a fornire una complessità abbastanza inedita per un vino calabrese di questo territorio. Il colore oggi tende al granato ma se, intelligentemente, si va oltre la veste cromatica per giudicare questa Riserva, potremmo scoprire un vino davvero superlativo dove ritrovare al tempo stesso terra e sole, macchia mediterranea e fiori secchi, radici e frutta nera di rovo. Al sorso è viscerale, palpitante, sapido e intenso come la sua persistenza che non cede nulla per minuti e ti regala un sorso di Calabria senza compromessi. Francesco, probabilmente, con questo vino  è giunto ad una prima quadratura del cerchio anche se, ne sono sicuro, ancora ci sorprenderà col suo lavoro. 
Basterà aspettare senza fretta, vero?



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