Matelica e Verdicchio: binomio vincente!

La mia passione per il Verdicchio è ormai abbastanza conosciuta e spesso e volentieri il mio cuore di appassionato si divide tra Jesi e Matelica. Faccio outing: quest'ultimo territorio, per le sue caratteristiche di unicità, ha avuto su di me sempre un grande fascino, un'attrazione fatale legata spesso alla caratteristiche del vino che ne deriva che, con le dovute eccezioni, è di frequente scontroso, verticale, minerale e, questo me lo insegna l'esperienza, legato a processi di invecchiamento molto ma molto interessanti.

Perchè un territorio unico e differente da Jesi? Pur essendo sostanzialmente simili da un punto di vista geologico, visto che le vigne poggiano mediamente su terreni calcareo-argillosi, le principali divergenze riguardano l'orientamento delle vigne e il clima. Nel primo caso, infatti, mentre l'areale di Jesi con i suoi vigneti scorre in direzione ovest-est con ai margini le montagne e il mare Adriatico, a Matelica l'orientamento delle vigne corre lungo l'asse nord-sud e, come possiamo vedere anche dalla cartina, l'influenza del mare e della sue correnti è abbastanza limitata.

Fonte: http://www.imtdoc.it

L'altro elemento distintivo tra Jesi e Matelica riguarda sicuramente il clima che nel secondo territorio, caratterizzato anche da rilievi che sfiorano i 700 metri di altezza, è mediamente più freddo con forti escursioni termiche tra giorno e notte soprattutto durante i mesi "caldi" della vendemmia.

Il Verdicchio di Matelica, prima DOC delle Marche, attualmente consta di circa 300 ettari vitati e il suo disciplinare di produzione (art. 2) prevede che possa essere ottenuto da uve del vitigno Verdicchio, presente in ambito aziendale, per un minimo dell’ 85%. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella Regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente, per un massimo del 15%. La versione "Riserva" è una DOCG e, secondo le regole, deve avere un pò più di alcol (12% contro 11,5%), acidità (5 g/l contro 4,5 g/l) e un estratto maggiore (18 g/l contro 16 g/l). La zona di produzione (art. 3) comprende parte del territorio dei comuni di Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino e Pioraco in provincia di Macerata e parte del territorio dei comuni di Cerreto D'Esi e Fabriano, in provincia di Ancona.

Per approfondire meglio la tipologia e, soprattutto, per scoprire le differenze tra i principali produttori di Verdicchio di Matelica ho organizzato una orizzontale sull'annata 2012 e parallelamente, un focus sul millesimo 2010 con le varie "Riserve".



Verdicchio di Matelica "Vigneti del Cerro" 2012 - Belisario: bellissima espressione del territorio che si fa apprezzare per la sua sapidità unita ad intrigante intreccio fatto di agrumi ed anici. Vino dritto, chiude con suffusi accenti minerali.

Verdicchio di Matelica 2012 - Collestefano: il verdicchio di Fabio Marchionni in questa fase di gioventù è tagliente, vitreo e affilato come la lama della spada di Goemon. Se fosse una canzone? L'essenziale di Mengoni. L'annata calda non si percepisce e, a 5 euro in cantina, rimane ancora il solito grande rapporto q/p. Da aspettare.


Foto: Cellartracker

Verdicchio di Matelica "Terravignata" 2012 - Borgo Paglianetto: freschissimo ed invitante rimanda ad un cesto di fiori bianchi, melone bianco, limone e soffi salmastri. Invita costantemente alla beva per la sua verticalità e per un finale sapidissimo che dona persistenza e personalità.

Verdicchio di Matelica 2012 - Bisci: rispetto agli altri è un verdicchio più "pop" con un olfatto che rimanda alla frutta esotica, alla mandorla fresca e all'anice. Alla gustativa parte bene ma arrivato a centro bocca si perde un pò e cala inaspettatamente. Un pò monocorde avrà forse bisogno di tempo per aggiustarsi.

Verdicchio di Matelica 2012 - Fattoria La Monacesca: la solita corazzata che porta avanti un'idea di grandezza e grassezza senza tralasciare gli aspetti di eleganza e personalità. Lo riconosci alla cieca e lo riconosceresti tra mille. Stella polare del Matelica.




Verdicchio di Matelica "Alarico" 2012 - Vini Maraviglia: ho aperto due bottiglie di questo vino: la prima aveva problemi di tappo e la seconda aveva un problema di rifermentazione in bottiglia. Troppo discontinuo per un giudizio il più possibile coerente con la tipologia.

Dopo questa breve ma intensa panoramica sul 2012, siamo passati ad "ascoltare" cosa avevano da dire i vari vari Verdicchi di Matelica selezionati per l'annata 2010

Verdicchio di Matelica "Meridia" 2010 - Belisario: il bagaglio olfattivo, diviso tra frutta e fiori, è ancora abbastanza acerbo e la sensazione è ancora di più accentuata visto che, col tempo, il vino si apre tirando fuori dal cilindro soffi di linfa ed erba. Al sorso conferma la tendenza di quanto percepito con l'annata 2012, è fresco, teso e chiude iodato. Per ora è ancora un verdicchio che paragonerei ad una giovane matricola universitaria.



Verdicchio di Matelica "Vertis" 2010 - Borgo Paglianetto: questa piccola azienda si fa apprezzare anche per questo millesimo che definirei didattico per i suoi profumi di agrumi, anice, mandorla, ginestra e camomilla. Rinfrescante, sapido, appagante al sorso molto ben equilibrato e armonioso. Solo in magnum e, per 18 euro, è un bellissimo acquisto.

Verdicchio di Matelica "Vigneto Fogliano" 2010 - Bisci: coerente rispetto la versione "base" visto che ritrovo gli stessi aromi di frutta tropicale, ananas un primis, a cui seguono sensazioni di artemisia, mandorla dolce e ginestra appassita. Palato in armonia, fervido, polposo ed incalzato da una spinta acida decisa a cui seguono, nel finire, ritorni iodati. Possiamo confermare la nascita dello Bisci style?


Foto: Vivino.com

Verdicchio di Matelica 2010 - Collestefano: l'evoluzione nel del Verdicchio di Matelica a volte è inaspettata, a volte è spiazzante come in questo caso dove il vino si mette le vesti di un grande riesling di Mosella e tira fuori un mix di odori che vanno dall'idrocarburo al salmastro fino ad arrivare alla frutta a polpa gialla. Sorso pieno e dinamico che porta tutto il suo peso specifico molto oltre il singolo sorso. 

Verdicchio di Matelica "Mirum" 2010 -  Fattoria La Monacesca: sontuoso, possente, glicerico, goloso e godurioso, è il solito Mirum che in questa annata "classica" si fa apprezzare per una "dolcezza" calibrata che ricorda molto la frutta al sole, il miele, le spezie orientali e la ginestra. Sorso di impatto ma cesellato nell'equilibrio. Finale interminabile. Anche La Monascesa ha il suo stile.

Bene, cosa ho imparato in tutta questa degustazione? Sicuramente che il Verdicchio di Matelica, pur con le sue differenze interne legate al "manico" del produttore, è sostanzialmente un vino di grande verticalità che più che giocare con l'acidità si caratterizza per tratti sapidi e spesso iodati. Il corredo olfattivo, mediamente, è composto da agrumi, anice, mandorla e fiori gialli. Ah, non ce ne era bisogno, ma il Verdicchio di Matelica, così come quello di Jesi, sono vini che evolvono egregiamente. 

Prosit!

Focus sul Gattinara DOCG con EnoRoma

Continuano, con EnoRoma, le serate di degustazione con tema L'Alto Piemonte organizzate grazie al patrocinio dell'omonimo Consorzio.

Qualche giorno fa è stata DOCG Gattinara ad entrare sotto la lente di ingrandimento di venti appassionati romani che, coadiuvati dalla tavola del Simposio di Piazza Cavour, hanno potuto apprezzare varie sfaccettature di questo grande vino piemontese il cui disciplinare di produzione, lo ricordiamo, prevede che debba essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti, aventi in ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: vitigno Nebbiolo (Spanna) dal 90 al 100%. Alla produzione del Gattinara DOCG possono concorrere anche le uve provenienti da vitigni Vespolina per un massimo del 4% e/o Uva Rara, purché detti vitigni complessivamente non superino il 10% del totale.

La DOCG GAattinara. Foto: Lavinium

Il Gattinara DOCG, prodotto nell'intero comune di Gattinara (Vercelli), è un vino che è stato storicamente sempre apprezzato e, a testimonianza di ciò, negli archivi vescovili di Vercelli si trova scritto che vigne in zona si trovavano fin dai tempi di Carlo Magno diventando famoso alla corte del Re di Spagna grazie al Marchese di Gattinara cardinale Mercurino Arborio che lo offrì come mezzo di trattativa diplomatica.

Oggi la DOCG Gattinara può vantare su circa 100 ettari di vigneto in produzione la cui radici poggiano su un terreno di formazione vulcanica (parliamo di 270 milioni di anni) ricco di graniti, porfidi ed abbondanti minerali di ferro che conferiscono il tipico colore rossiccio al suolo a forte reazione acida causata dall'assenza di calcare.

Terreno tipico del Gattinara. Foto:http://www.arsvivendiclub.it

Per avere un'idea generale della denominazione abbiamo aperto, scegliendo tra alcuni dei produttori più rappresentativi, Gattinara di diverse annate e, grazie agli amici di The Great Gig in The Wine, abbiamo fatto un importante approfondimento della produzione di uno dei vignaioli emergenti della denominazione: Paride Iaretti.

Cantina Sociale Gattinara - Gattinara 2006: per capire fino in fondo un territorio e una denominazione devi anche partire dal basso e questo nebbiolo in purezza si conferma come me lo aspettavo e cioè abbastanza anonimo e scomposto se paragonato ai vini successivi. L'unico odore che abbiamo trovato è stato quello di armadio chiuso della nonna. Può bastare e....avanzare.


Travaglini - Gattinara Riserva 2007: se volete ritrovare l'eleganza nel Gattinara allora la Riserva di Travaglini è il vino che fa per voi. Il naso è una miscela lussuriosa di fiori secchi, fruttini rossi disidratati e soffi minerali mentre al sorso il nebbiolo e le sue durezza sembrano mediate da una mano di velluto che accompagna e rende provocante la beva. La Riserva di Travaglini è vinificata in serbatoi di acciaio inox per circa 15 giorni a temperatura controllata, con affinamento di 4 anni, di cui 3 anni in botti di Rovere di Slavonia e una piccola percentuale con affinamento in legni più piccoli. Affinamento in bottiglia di 8 mesi.


Antoniolo - Gattinara "San Francesco" 2008: altra azienda storica del territorio, fondata nel 1948 da Mario Antoniolo, la quale, rispetto a Travaglini, fin dagli anni '70 cerca di diversificare il suo patrimonio ampelografico creando dei veri e propri Cru di Gattinara come l'Osso San Grato, il Castelle e, ovviamente, il San Francesco. Rispetto al vino precedente, Antoniolo sembra essere molto più giovane della sua età sia per il colore, più intenso e quasi rubino, sia per lo spettro olfattivo dove spicca un cesto di frutta rossa e caratteristica mineralità. Al sorso dimentichiamoci il velluto della Riserva di Travaglini perchè il San Francesco è dirompente nella struttura e nel vigore di una finale teso e di grande prospettiva. E' un Gattinara che fa scoprire il lato selvaggio del territorio. Vinificazione: : in vasche di cemento, fermentazione del mosto a contatto con le bucce 14 gg. Affinamento in tonneaux da 350/500 Lt. per 18 mesi e poi in botte grande per ulteriori 18 mesi. 

E poi la volta di Paride Iaretti e la verticale del suo Gattinara Riserva dal 2006 al 2001.

Gattinara Riserva 2006 - Paride Iaretti: non è semplice per nulla approcciarsi alla Riserva di Paride soprattutto se iniziamo al verticale con questo vino che giudico dirompente e con una austerità e una severità che al confronto i quadri di Velasquez sono pura arte futurista. Ancora indietro e da equilibrarsi ma la classe e la purezza di tutte le sue componenti fanno di questo Gattinara un punto fermo il cui apice, probabilmente, raggiungerà dopo la mia morte. Oh, sono giovanissimo io eh!!

Gattinara Riserva 2005 - Paride Iaretti: complice probabilmente l'annata ci ritroviamo nel bicchiere un vino molto diverso dal precedente visto che in questo caso si è raggiunta una giusta mediazione tra le durezze e le morbidezze del vino che odora di ruggine, viola appassita e rosa. Al gusto rivela gusto pieno e tensione nell'equilibrio. un tocco di austerità non manca comunque anche in questa versione grazie ad un finale che volge verso una amara mineralità nera. Da bere subito.


Gattinara Riserva 2004 - Paride Iaretti: l'annata non è certo di quelle minori ma il vino, almeno all'olfatto, è leggermente "sporcato" da un carattere "Brett" che con i suoi odori sgraziati pone una sorta di velo ad un contesto olfattivo di grande carattere e personalità. Meglio, molto meglio al sorso dove viene fuori tutto il territorio racchiuso nella Spanna di Iaretti che sfoggia un vigoroso tannino con lunga e pulita persistenza minerale. 


Gattinara Riserva 2003 - Paride Iaretti: un Gattinara in sintonia con l'annata per via di alcuni sbuffi alcolici al naso che si compone anche con sensazioni di spezie dolci, prugna essiccata e fiori rossi da diario. In bocca è caldo e registra una fase acida/tannica ancora da definirsi. Finale sapido e un filo corto. Tra quelli degustati fino ad ora è il peggiore.


Gattinara Riserva 2001 - Paride Iaretti: quando pensi a Paride Iaretti non puoi non prendere in considerazione questo millesimo per tantissimi motivi. Primo: per Iaretti è il millesimo di debutto dopo aver rilevato la gestione della sua azienda familiare. Secondo: come scrive lui stesso su Facebook, il 2001 è un anno che gli cambierà la vita (in negativo) visto che viene operato per un carcinoma spinocellulare alla lingua. Un'annata di grandi travagli e sofferenze può portare ad un grande risultato? Beh, la risposta è sì. Caro Paride, questa Riserva 2001 è un Gattinara di grande carisma dove ritrovo tutti le sfaccettature del grande nebbiolo associato al fascino minerale del territorio. Sublime per struttura, freschezza e succosità, si estende come un elastico infinito così come la sua persistenza. Grazie Paride.



Il Trento Doc a Roma

Roma diventa capitale delle bollicine di montagna. Dal 24 al 31 ottobre 2014 pregiati ristoranti, enoteche e winebar accoglieranno ventidue produttori di Trento doc con un programma ricco d’incontri, volti a degustare e conoscere il miglior metodo classico d’Italia.
Lunedì 27 ottobre dalle ore 16 alle 21,00 AIS ROMA ha organizzato un incredibile banco d’assaggio con 22 Aziende vitivinicole Trentine e con oltre 50 vini in degustazione.
Le aziende che partecipano alla manifestazione : Abate Nero, Altemasi, Balter, Bellaveder, Cantina Aldeno, Cantina Mori Colli Zugna, Cantina Rotaliana di Mezzolombardo, Cantine Monfort, Conti Wallenburg, Endrizzi, Ferrari F.lli Lunelli, Fondazione Edmund Mach, Letrari, Maso Martis, Moser, Opera Vitivinicola in Valdicembra, PisoniF.lli Pedrotti Spumanti, Revì, Rotari, San Michael, Zanotelli.

Durante la manifestazione due incredibili seminari di approfondimento:
Alle ore 17,30 – LA MONTAGNA E L’EVOLUZIONE DEL TRENTODOC NEL TEMPO
1. Trentodoc Moser 51,151 s.a., Moser
2. Trentodoc Redor Brut s.a. Cantina Rotaliana di Mezzolombardo
3. Trentodoc Forneri Brut 2011, Zanotelli
4. Trentodoc Endrizzi Brut 2011, Endrizzi
5. Trentodoc Altinum Brut 2009, Cantina di Aldeno
6. Trentodoc Pedrotti Brut 2009, Pedrotti Spumanti
Alle 20 - TRENTODOC RISERVA, L’ECCELLENZA NEL CALICE
1. Trentodoc Morus dal 1957 Brut 2010, Cantina Mori Colli Zugna
2. Trentodoc Mach Riserva del Fondatore Fondazione Edmund Mach, 2009
3. Trentodoc Monfort Riserva 2008, Cantine Monfort
4. Trentodoc Rotari AlpeRegis Extra Brut Millesimato 2008, Rotari
5. Trentodoc Conti Wallenburg Cuvèe del Conte Fondatore 2008, Conti Wallenburg
6. Trentodoc Letrari Riserva Brut 2008, Letrari
7. Trentodoc Ferrari Perlè 2007, Ferrari F.lli Lunelli
Entrambi i seminari saranno condotti da un  Relatore d’eccezione: Nicola Bonera, (Miglior Sommelier d’Italia 2010).
Per i banchi d’assaggio non occorre prenotazione, contributo per la partecipazione 10,00 euro.
Per i seminari posti limitati con prenotazione obbligatoria, contributo per la partecipazione 10,00 euro per singolo seminario.
Dove: RADISSON BLU Hotel Rome Via Filippo Turati 171 – Roma

Tre Bicchieri 2015 Piemonte Gambero Rosso

Che il Piemonte riesca a esprimere un livello qualitativo assoluto anche sul versante dei bianchi non è una novità e i tre autoctoni, Timorasso, Gavi (da uve cortese) ed Erbaluce si stanno ritagliando uno spazio meritato e preciso nell’articolato panorama nazionale, grazie a interpretazioni agili, vibranti, fresche e complesse allo stesso tempo. Poi ci sono i rossi, i grandi rossi piemontesi. Ottima la prestazione delle principali denominazioni dedicate al vitigno barbera, il Dolcetto che mantiene alto il vessillo dell’eccellenza con esempi molto varietali e originali. E poi c'è il nebbiolo, in tutte le sue accezioni e denominazioni: il Nord Piemonte, terra storica di vini profondi e longevi, vanta un compatto e variegato numero di premi, diversi e complementari tra loro e in grado di far comprendere l’essenza della viticoltura di questo angolo d’Italia; il Roero, dove i terreni sabbiosi regalano sfumature piu` tratteggiate e rarefatte. Arriviamo a destra del Tanaro, dove si trovano il Barbaresco e il Barolo che disegnano una mappa sensoriale ideale di un territorio unico e irripetibile. I molti premi per queste due super denominazioni rendono impossibile tracciare classifiche di merito assoluto, in quanto i premiati con i Tre Bicchieri rispondono a stili e terroir simili ma non sovrapponibili o diversi e non facilmente paragonabili. In sintesi, dunque, meravigliosi tratti distintivi che aggiungono a una regione cosi` particolarmente dotata, un’unicita` che la pone tra le aree enologiche piu` interessanti del pianeta. Rosso dell’Anno, quindi l’eccellenza dell’eccellenza, assegnato al Barolo Villero Riserva 2007 di Vietti. Un vino e un’azienda che rappresentano, in Italia e in tanti paesi del mondo, un punto di riferimento di qualita` e prestigio per il made in Italy enologico.



Alta Langa Brut Zero Sboccatura Tardiva Cantina Maestra 2008 Enrico Serafino
Barbaresco Crichët Pajé 2005 I Paglieri - Roagna
Barbaresco Currà 2010 Sottimano
Barbaresco Gallina 2011 La Spinetta
Barbaresco Ovello Ris. 2009 Produttori del Barbaresco
Barbaresco Ovello V. Loreto 2011 Albino Rocca
Barbaresco Pora 2010 Ca' del Baio
Barbaresco Rabajà 2011 Bruno Rocca
Barbaresco Rabajà 2011 Giuseppe Cortese
Barbaresco Rombone 2010 Florenzo Nada
Barbaresco S. Stunet 2011 Piero Busso
Barbaresco Serraboella 2010 F.lli Cigliuti
Barbera d'Alba Bric du Luv 2012 Ca' Viola
Barbera d'Alba Vittoria 2011 Gianfranco Alessandria
Barbera d'Asti Bricco dell'Uccellone 2012 Braida
Barbera d'Asti Pomorosso 2011 Coppo
Barbera d'Asti Sup. Nizza 2011 Tenuta Olim Bauda
Barbera d'Asti Sup. Nizza Acsé 2011 Scrimaglio
Barbera d'Asti Sup. Nizza Le Nicchie 2011 La Gironda
Barbera d'Asti Sup. Nizza V. Dell'Angelo 2011 Cascina La Barbatella
Barbera d'Asti Sup. V. La Mandorla 2012 Luigi Spertino
Barbera del M.to Sup. Barabba 2010 Iuli
Barbera del M.to Sup. Bricco Battista 2011 Giulio Accornero e Figli
Barolo 2010 Bartolo Mascarello
Barolo 2010 Cascina Fontana
Barolo Arborina 2010 Mauro Veglio
Barolo Brea V. Ca' Mia 2010 Brovia
Barolo Bricco delle Viole 2010 G. D. Vajra
Barolo Bricco Manzoni 2010 Silvio Grasso
Barolo Bricco Pernice 2009 Elvio Cogno
Barolo Broglio Ris. 2008 Schiavenza
Barolo Brunate 2010 Damilano
Barolo Bussia Romirasco 2010 Aldo Conterno
Barolo Bussia V. Mondoca Ris. 2008 Poderi e Cantine Oddero
Barolo Cannubi 2010 Marchesi di Barolo
Barolo Cannubi 2010 E. Pira & Figli - Chiara Boschis
Barolo Cannubi 2010 Poderi Luigi Einaudi
Barolo Cannubi Boschis 2010 Luciano Sandrone
Barolo Cerequio 2010 Michele Chiarlo
Barolo Francia 2010 Giacomo Conterno
Barolo Ginestra 2010 Paolo Conterno
Barolo Gramolere 2010 F.lli Alessandria
Barolo Lazzarito Ris. 2008 Ettore Germano
Barolo Le Rocche del Falletto Ris. 2008 Bruno Giacosa
Barolo Monprivato 2009 Giuseppe Mascarello e Figlio
Barolo Monvigliero 2009 Bel Colle
Barolo Monvigliero 2010 G. B. Burlotto
Barolo Ornato 2010 Pio Cesare
Barolo Resa 56 2010 Brandini
Barolo Rocche dell'Annunziata 2010 Renato Corino
Barolo Rocche dell'Annunziata Ris. 2008 Paolo Scavino
Barolo Serra 2010 Giovanni Rosso
Barolo V. Rionda Ris. 2008 Massolino
Barolo Villero Ris. 2007 Vietti
Boca 2010 Le Piane
Bramaterra 2010 Odilio Antoniotti
Bricco Maiolica Nebbiolo d'Alba Cumot 2011
Carema Et. Nera 2009 Ferrando
Colli Tortonesi Barbera Elisa 2011 La Colombera
Colli Tortonesi Timorasso Fausto 2012 Vigne Marina Coppi
Colli Tortonesi Timorasso Martin 2012 Franco M. Martinetti
Colli Tortonesi Timorasso Pitasso 2012 Claudio Mariotto
Costa del Vento 2012 Vigneti Massa
Dogliani Papà Celso 2013 Abbona
Dogliani Sup. San Bernardo 2011 Anna Maria Abbona
Dolcetto di Ovada Sup. Du Riva 2011 Luigi Tacchino
Erbaluce di Caluso La Rustìa 2013 Orsolani
Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2013 Favaro
Fantino Barolo Sorì Ginestra 2010 Conterno
Gattinara Osso S. Grato 2010 Antoniolo
Gavi del Comune di Gavi Monterotondo 2012 Villa Sparina
Gavi del Comune di Gavi Bruno Broglia 2012 Vitivinicola Broglia
Ghemme 2010 Torraccia del Piantavigna
Langhe Larigi 2012 Elio Altare
Langhe Nebbiolo Sorì Tildin 2011 Gaja
Roero Gepin 2010 Stefanino Costa
Roero Giovanni Almondo Ris. 2011 Giovanni Almondo
Roero Mombeltramo Ris. 2010 Malvirà
Roero Printi Ris. 2010 Monchiero Carbone

Grosjean - Vallée D'Aoste DOC Petite Arvine "Vigne Rovettaz" 2013

La mia serata a Porthos, uno dei templi della cultura del vino a Roma, ha avuto vari momenti emozionanti a partire da saluto caloroso e dalle belle parole nei miei confronti da parte di Sandro Sangiorgi, un maestro per tutti noi che vogliamo comunicare il vino.
Il tema della degustazione è stata la Valle d'Aosta, una regione sottovalutata dal punto di vista vitivinicolo che, grazie anche al libro di Fabrizio Gallino, durante il primo week end di ottobre ho voluto girare in lungo ed in largo al fine di condividere con i presenti le mie esperienze sul campo.
Il primo dei vini degustati durante l'evento, organizzato e cocondotto con la solita cura da Matteo Gallello, è stata la Petite Arvine di Grosjean, azienda familiare, situata nei comuni di Quart e Saint Christophe (media valle), avviata da papà Dauphin, oggi coadiuvato dai suoi cinque figli, che nel 1969 decise finalmente di imbottigliare il suo primo vino che venne presentato, con successo, alla “II Exposition des Vins du Val d‘Aoste“.

La famiglia Grosjean
Attualmente i dieci ettari di vigneti, coltivati a petit rouge, gamay, pinot nero, petite arvine, fumin, cornalin, prëmetta e vuillermin, sono gestiti dal 1975 in maniera totalmente organica al fine di ricercare, così mi disse Vincent, uno dei fratelli Grosjean, un vino di territorio che faccia bene oltre che alla salute della Terra anche a quella dell'uomo.

Vigneti

La ricerca di questa purezza la ritroviamo nella loro Petite Arvine "Vigne Rovettaz" 2013 proveniente da un piccolo appezzamento di circa un ettaro situato nel comune di Quart con esposizione sud, sud-ovest con pendenze di oltre il 70%. 

Quando si dice viticoltura eroica.


Questa petite arvine in purezza fermenta in parte in acciaio, circa 80%, a bassa temperatura e con lunga permanenza sulle fecce fini. In parte, circa 20%, in barriques dall'inizio fermentazione. L'affinamento avvienesur lie con batonage a partire dalla Luna Nuova di Aprile, sia per la parte in acciaio che per la parte in barriques. Imbottigliamento a giugno dopo l'assemblaggio.

L'impianto olfattivo del vino ha il respiro della montagna che prende la forma del gelso bianco, del sambuco, della mela acerba, della pietra su cui scorre l'acqua gelida della Dora Baltea. Il sorso è ascensionale, nervoso, freschissimo e non può, se chiudi gli occhi, non scortarti in questo angolo di mondo alpestre che è la Valle d'Aosta. La petite arvine è questa, non bisogna cercare altro.

Tre Bicchieri 2015 Toscana Gambero Rosso

Baffo Nero 2012 Rocca di Frassinello
Bolgheri Rosso Sup. 2011 Podere Sapaio
Bolgheri Rosso Sup. Millepassi 2011 Donna Olimpia 1898
Bolgheri Sassicaia 2011 Tenuta San Guido
Bolgheri Sup. 2011 Tenuta Argentiera
Bolgheri Sup. L'Alberello 2011 Podere Grattamacco
Bolgheri Sup. Sondraia 2011 Poggio al Tesoro
Brunello di Montalcino 2009 Baricci
Brunello di Montalcino 2009 Biondi Santi - Tenuta Il Greppo
Brunello di Montalcino 2009 Casanova di Neri
Brunello di Montalcino 2009 Donna Olga
Brunello di Montalcino 2009 La Cerbaiola
Brunello di Montalcino 2009 Pietroso
Brunello di Montalcino Altero 2009 Poggio Antico
Brunello di Montalcino Ris. 2008 Caprili
Brunello di Montalcino V. Loreto 2009 Mastrojanni
Brunello di Montalcino V. Manapetra 2009 La Lecciaia
Carmignano Ris. 2011 Piaggia
Chianti Cl. 2011 Val delle Corti
Chianti Cl. 2012 Badia a Coltibuono
Chianti Cl. 2012 Bandini - Villa Pomona
Chianti Cl. Ama 2011 Castello di Ama
Chianti Cl. Baron'Ugo Ris. 2010 Monteraponi
Chianti Cl. Castello di Radda Ris. 2011 Castello di Radda
Chianti Cl. Colledilà Gran Sel. 2011 Barone Ricasoli
Chianti Cl. Il Grigio da San Felice Gran Sel. 2010 San Felice
Chianti Cl. Il Solatio Gran Sel. 2010 Castello d'Albola
Chianti Cl. Ris. 2011 Brancaia
Chianti Cl. Ris. 2011 Castello di Monsanto
Chianti Cl. Ris. 2011 Fattoria Nittardi
Chianti Cl. Ris. Gran Sel. 2010 Tenuta di Lilliano
Chianti Cl. V. Casi Ris. 2011 Castello di Meleto
Chianti Cl. Vign. di Campolungo Gran Sel. 2010 Lamole di Lamole
Chianti Cl. Vigna La Prima Gran Sel. 2010 Castello di Vicchiomaggio
Chianti Rufina V. V. Ris. 2011 Marchesi de' Frescobaldi
Coevo 2011 Famiglia Cecchi
Colline Lucchesi Tenuta di Valgiano 2011 Tenuta di Valgiano
Cortona Syrah 2011 Stefano Amerighi
Cortona Syrah Il Castagno 2011 Fabrizio Dionisio
Fontalpino Do ut des 2011 Fattoria Carpineta
Galatrona 2011 Fattoria Petrolo
I Sodi di S. Niccolò 2010 Castellare di Castellina
Il Brecciolino 2011 Castelvecchio
La Querce 2011 Le Querce
Le Pergole Torte 2011 Montevertine
Lupicaia 2010 Castello del Terriccio
Masseto 2011 Tenuta dell'Ornellaia
Montecucco Sangiovese Lombrone Ris. 2010 Colle Massari
Morellino di Scansano 2012 Poggio Trevvalle
Morellino di Scansano Calestaia Ris. 2010 Roccapesta
Morellino di Scansano Madrechiesa Ris. 2011 Terenzi
Nobile di Montepulciano 2011 Podere Le Berne
Nobile di Montepulciano 2011 Tenute del Cerro
Nobile di Montepulciano Asinone 2011 Poliziano
Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli 2010 Poderi Boscarelli
Nobile di Montepulciano Salco 2010 Salcheto
Oreno 2011 Tenuta Sette Ponti
Orma 2011 Podere Orma
Paleo Rosso 2011 Le Macchiole
Petra Rosso 2011 Petra
Picconero 2010 Tolaini
Poggiassai 2011 Poggio Bonelli
Poggio ai Chiari 2007 Colle Santa Mustiola
Poggio alle Nane 2011 Tenuta Le Mortelle
Rocca di Frassinello 2012 Rocca di Frassinello
Rosso di Montalcino 2010 Stella di Campalto - Podere San Giuseppe
Rossole 2012 Borgo Salcetino
Siepi 2011 Castello di Fonterutoli
Vernaccia di S. Gimignano Albereta Ris. 2011 Il Colombaio di Santa Chiara
Vernaccia di S. Gimignano Tradizionale 2012 Montenidoli
Vin Santo di Carmignano Ris. 2007 Tenuta di Capezzana

Poggiarellino e quel Brunello di Montalcino un po' dimenticato

Anna e Ludovico Ginotti li ho incontrati una domenica di Luglio vicino a Buonconvento, erano ospiti di amici comuni e me li sono trovati seduti accanto a me a tavola davanti ad una succulenta fiorentina.

Dopo aver parlato con loro per circa un'ora ho capito perchè della loro azienda e dei loro vini è stato scritto, sopratutto in Rete, poco o nulla. Signore e signori i coniugi Ginotti sono due alieni rispetto allo star system dei vino italiano, montalcinese in particolare. I motivi li ritrovi nei loro occhi e e nelle loro mani che trasudano lavoro e sacrifici con conseguente poco tempo a disposizione per seguire le varie rotte di comunicazione e promozione tant'è che ad oggi, mi confidano, non hanno mai partecipato ad alcun Benvenuto Brunello pur aderendo al Consorzio da sempre. 

La loro età e, soprattutto, una figlia che non vuole seguire il loro lavoro, non li sta di certo aiutando in questa fase della loro vita da vignaioli che è iniziata tanti anni fa quando podere Poggiarellino, situato a nord di Montalcino, è stato ereditato in maniera rocambolesca da Ludovico Ginotti che prima di allora faceva di mestiere tutt'altro.




Mi invitano a visitare la loro azienda il giorno dopo perchè vogliono farmi degustare il loro Brunello, teneramente mi confidano che non sono sicuri della riuscita della nuova annata e di questi tempi, con gli importatori alle porte, non possono sbagliare nulla.

Poggiarellino mi si presenta come una bella tenuta toscana dove tutto è curato, a partire dai tre ettari di vigne, iscritte tutte a Brunello, che Ludovico governa in maniera autonoma mentre in cantina, fortunatamente, oggi stanno avendo l'aiuto di due ragazzi che gestiscono tutti i lavori più faticosi.



Entrare nella loro casa, adiacente al loro agriturismo, ha un non so che di familiare, le pareti e le sale, arredate in maniera tradizionale, trasmettono calore e sensazioni ormai perdute. Il loro tavolo, quello di tutti i giorni, è il mio tavolo da degustazione sopra il quale Anna, sicuramente da molto tempo prima, ha posizionato il suo Brunello di Montalcino che, sorpresa, mi viene presentato in varie annate. Il vino, così viene descritto, fermenta in maniera del tutto naturale ed affina per circa quattro anni in botti di rovere di Slavonia di media capacità (mai oltre i 30 Hl). Il successivo imbottigliamento avviene senza filtrazione e i Ginotti non fanno uscire il loro sangiovese se questo non ha affinato almeno altri sei mesi in vetro.

Il primo vino in degustazione è un Brunello di Montalcino 2004 la cui annata felice la possiamo ritrovare anche in questa versione dove, superata una fase olfattiva iniziale abbastanza scorbutica, il sangiovese si apre su sensazioni scure, minerali, con tratti aromatici che arrivano a sfiorare i fiori rossi macerati e l'eucalipto. Alla gustativa il vino presenta un tannino ben sviluppato e disteso, trama minerale e un allungo sapido di grande carattere. 



Gli occhi di Anna seguono ogni mia mossa e, quando le dico che mi piace molto questo vino, il suo viso, dapprima tirato, si distende sfoggiando un sorriso grande come il suo cuore.


Il secondo vino, invece, è un Brunello di Montalcino 2008 il quale, rispetto al precedente, ha una espressione più gioiosa, paffutella, dove emergono profumi maturi di ciliegia rossa, cassis, ribes, erbe aromatiche. Sorso di impatto, è un sangiovese di calore e colore a cui manca l'allungo del 2004 per essere davvero godibile sotto tutti i punti di vista.

Seguito ancora dagli sguardi dei coniugi Ginotti arriva il tanto temuto Brunello di Montalcino 2009 che già dal colore, un rubino molto trasparente, fa capire che siamo di fronte a qualcosa di diverso dai precedenti vini.l E già, questo infatti odora di fiori, di rosa e violetta in particolare, per poi virare su sensazioni pregiate di agrume rosso e lavanda. Armonico, sviluppa un corpo misurato, un pregiato tannino e un allungo deciso e fresco. 



Anna mi guarda. Io mi sposto verso di lei e l'abbraccio forte forte. "Vai ad aprire quelle e-mail" - le dico con un sorriso - "che se gli svizzeri non comprano sto vino te lo prendo tutto io....".

Tre Bicchieri 2015 Veneto Gambero Rosso


I Tre Bicchieri del Veneto premiano vini di 10 annate diverse. Dal 2003 a oggi tante cose sono cambiate, a partire dai gusti per approdare all'attenzione alla sostenibilità, e a un rinnovato interesse per i vitigni autoctoni e le tradizioni. Fino al desiderio di creare vini che restituissero una fotografia fedele dell'andamento climatico di ogni annata e dei profili caratteristici di ogni vitigno. Così anche se l'Amarone continua a essere il vino più premiato, testimonia di questa trasformazione con prodotti molto più eleganti e tesi che in passato. Mentre per la Valpolicella Superiore trova espressioni più identitarie rispetto all’Amarone, con risultati sempre più incisivi e raffinati. Il Custoza è ormai uno dei grandi bianchi della regione, insieme al Soave, punto di raccordo tra la potenza e la tensione, mentre a Valdobbiadene sono sempre di più le aziende che sanno esaltare la delicata ed effervescente aromaticità del Prosecco. A questi si unisce una ricca batteria di piccoli gioielli regionali. In Veneto anche il premio per il miglior Rapporto Qualità Prezzo dell’anno.



 Amarone della Valpolicella  2010 Corte Sant'Alda
 Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2010 Tenuta Sant'Antonio
 Amarone della Valpolicella Cl. 2010 Allegrini
 Amarone della Valpolicella Cl. 2010 Brigaldara
 Amarone della Valpolicella Cl. Caloetto 2006 Le Ragose
 Amarone della Valpolicella Cl. Casa dei Bepi 2009 Viviani
 Amarone della Valpolicella Cl. Costasera Ris.  2009 Masi
 Amarone della Valpolicella Cl. La Mattonara Ris. 2003 Zymè
 Amarone della Valpolicella Cl. S. Rocco Domini Veneti 2008 Cantina Valpolicella Negrar
 Amarone della Valpolicella Cl. Vign. Monte Ca' Bianca  2009 Lorenzo Begali
 Bardolino Cl. Brol Grande 2012 Le Fraghe
 Brut Grave di Stecca  2011 Nino Franco
 Cartizze V. La Rivetta  Villa Sandi
 Colli Euganei Cabernet Borgo delle Casette Ris.  2010 Il Filò delle Vigne
 Colli Euganei Rosso Gemola 2008 Vignalta
 Colli Euganei Rosso Serro 2011 Il Mottolo
 Cristina V. T.  2011 Roeno
 Custoza Mael   2013 Corte Gardoni
 Custoza Sup. Amedeo  2012 Cavalchina
 Custoza Sup. Ca' del Magro  2012 Monte del Frà
 Lugana Molceo Ris. 2012 Ottella
 Montello e Colli Asolani Il Rosso dell'Abazia 2011 Serafini & Vidotto
 Recioto della Valpolicella Cl. Uva Passa   2011 Villa Bellini
 Soave Cl. Campo Vulcano   2013 I Campi
 Soave Cl. La Rocca 2012 Leonildo Pieropan
 Soave Cl. Monte Carbonare 2012 Suavia
 Soave Cl. Monte Fiorentine 2013 Ca' Rugate
 Soave Sup. Il Casale 2013 Agostino Vicentini
 Valdobbiadene Brut Particella 68 2013 Sorelle Bronca
 Valdobbiadene Brut Rive di Col San Martino Cuvée del Fondatore Graziano Merotto 2013 Merotto
 Valdobbiadene Brut Vecchie Viti 2013 Ruggeri & C.
 Valdobbiadene Rive di Farra di Soligo Brut Col Credas 2013 Adami
 Valpolicella Cl. Sup. Camporenzo 2011 Monte dall'Ora
 Valpolicella Sup. 2012 Musella
 Valpolicella Sup.  2010 Marion
 Valpolicella Sup.  2011 Roccolo Grassi

I collezionisti di vino più importanti del mondo

Interessante articolo apparso su The Drink Business che mette insieme i dieci migliori collezionisti di vino al  mondo.
Il primo di questi è il tedesco Hardy Rodenstock che attorno agli anni '80 era diventato famoso per le sue maratone di degustazione come quella organizzata dal 30 agosto al 5 settembre 1998 dove ha messo a disposizione la sua collezione di Château d'Yquem  dal 1784 al 1991 (125 annate). Si parla anche di Rodenstock la una bottiglia messa da lui messa all'asta, una Chateau Lafite, con le iniziali THJ che molti attribuiscono all'ex presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson.

Hardy Rodenstock - Foto: thedrinkbusiness.com

Altro importante collezionista è Leslie Rudd, titolare di uno dei migliori ristoranti della Napa Valley, che si stima abbia nella sua cantina oltre 10.000 rari vini della famosa regione vitivinicola dalla California. Ad oggi, si dice, la più grande collezione di vino della Napa Valley.

Leslie Rudd - Foto: thedrinkbusiness.com

Michel-Jack Chasseuil è considerato uno dei più grandi collezionisti al mondo vantando almeno 40.000 bottiglie delle più prestigiose cantine francesi. La sua fama è talmente popolare che quest'anno è stato tenuto ostaggio da alcuni ladri che volevano entrare nella sua mitica cantina che, nonostante tutto, ha retto all'intrusione tanto che i delinquenti sono andati via solo con vini di scarso valore.

Michel-Jack Chasseuil - Foto: thedrinkbusiness.com

Rudy Kurniawan fino a poco tempo fa era considerato uno dei principali collezionisti di vino al mondo fino a quando non si è scoperto che i vini che vendeva all'asta erano palesemente taroccati dallo stesso Kurniawan che, secondo gli inquirenti, avrebbe  mescolato vino vecchio con le nuove annate dello stesso creando così almeno 12.000 bottiglie di false annate dei più grandi Chateau mondiali. Oggi Kurniawan sconta una pena di 10 anni di reclusione ed è stato obbligato a pagare circa 30 milioni di dollari come risarcimento per le tante truffe prodotte.

Rudy Kurniawan - Foto: thedrinkbusiness.com

Sir Alex Ferguson, ex manager del Manchester United, è un noto wine lover che ha acquistato moltissime grandi bottiglie nel corso della sua carriera. Alcune di queste, tra cui una grande quantità di Domaine de la Romanée-Conti, un Petrus 2000, un imperiale di Sassicaia 2005 e di Ornellaia 2006, sono state vendute quest'anno nel corso di tre aste di beneficenza organizzate da Christie’s. La vendita ha fatturato oltre 2 milioni di sterline.

Alex Ferguson - Foto: thedrinkbusiness.com

Il miliardario americano Bill Koch è un appassionato collezionista di vino ma entra nella classifica sicuramente per il maggior numero di fregature prese durante le aste. Infatti, oltre ad aver citato Hardy Rodenstock per l'acquisto del Lafite firmato Thomas Jefferson, lo stesso Koch ha citato altre importanti case d'aste perchè sostiene che queste gli abbiamo rifilato almeno 200 bottiglie false tra il 2005 e il 2006 per un valore di oltre due milioni di dollari. Insomma, Koch pare un pò il pollo in  un tavolo da poker...

Bill Koch - Foto: thedrinkbusiness.com

Un altro collezionista di vini di alto profilo è il compositore Andrew Lloyd Webber che pare sia cresciuto a sorsi di Barolo grazie all'amore dei suoi zii per il grande vino italiano. Collezionista fin da giovane (in una intervista ha ricordato la sua prima volta con uno Chateau Palmer del '61), nel 2011 ha venduto ha venduto parte della sua vasta collezione realizzando un fatturato di oltre £ 3.500.000. Webber, comunque,  mantiene gran parte della sua collezione di vini rari e preziosi nel suo rifugio di campagna in Hampshire.

Andrew Lloyd Webber - Foto: thedrinkbusiness.com

Robert Rosania, un agente immobiliare di New York, è considerato uno dei più grandi collezionisti di Champagne del mondo. Pur avendo iniziato a raccogliere Champagne a soli 10 anni fa, Rosania ha accumulato una vasta collezione di rarissimi Bollinger, Taittinger, Pol Roger, Krug,  Philipponnat, Dom Pérignon, che nel 2012 ha venduto ad un'asta realizzando oltre 600.000 sterline. Tra le bottiglie era presente anche una magnum di Cristal 1964.

Gene Mulvihilltitolare del ristorante Latour nel New Jersey, è il proprietario di una delle più grandi collezioni di vino nel mondo visto che parliamo di circa 135.000 bottiglie di vino. La collezione vanta delle verticali fantastiche come, ad esempio, oltre 100 annate di Chateau Latour (1863-2009) e selezioni di Cheval Blanc, Ausone, Haut Brion, Lafite, Margaux, Mouton e Petrus.

Gene Mulvihill - Foto: njmonthly.com
Tra i maggiori collezionisti al mondo, storicamente, non si può non nominare Thomas Jefferson, il terzo presidente degli Stati Uniti, la cui passione per il vino era talmente forte che è stato definito il primo esperto di vino negli Stati Uniti. La sua passione pare sia nata grazie a George Wythe, suo mentore legale in giovane età, che era famoso per il suo amore per i grandi vini francesi che Jefferson potè successivamente studiare dopo che, nel 1785, successe a Franklin come ambasciatore in Francia. A Parigi, infatti, Jefferson visse per cinque anni e in quel periodo, oltre a viaggiare a Bordeaux e in Borgogna soventemente, acquistò una grande collezione di vini francesi che egli stesso avrebbe poi successivamente marcato con le proprie iniziali.
Prima della sua presidenza, inoltre, Jefferson agì come wine advisor per George Washington. Durante i suoi due mandati come presidente, Jefferson pare aver speso oltre 16.000 dollari di vino.

Thomas Jefferson - Foto: thedrinkbusiness.com