C'è un vino del Lazio che spopola negli Stati Uniti. Lo sapevate?

Strana la vita. In Italia la mia Regione, il Lazio, enologicamente parlando, conta come il due di coppe quando regna bastoni mentre da altre parti, negli Stati Uniti, c'è un IGT Lazio che sta letteralmente spopolando. 
Sono bravi loro o siamo delle capre noi a valorizzare il nostro patrimonio? Sicuramente gli americani ci sanno fare, come i francesi sono maestri nel marketing e questa bottiglia dimostra tutta la loro abilità nel vendere.
Il nome del vino, infatti, è già di per sè una provocazione. 

Si chiama "If You See Key", lo spelling di una parola inglese che un pò tutti conosciamo: FUCK
Un vino che ti manda a quel paese ovviamente non può passare inosservato ed infatti, per essere venduto nello stato del New Hampshire, c'è stato bisogno di una decisione della State Liquor Commission’s, sentenza duramente criticata da due consiglieri dello Stato americano che ritengono l’etichetta controproducente per il turismo locale:“non è certo il tappetino di benvenuto che il turista si aspetta arrivando da noi: abbiamo bisogno di standard ben più elevati”.

Fonte: http://www.huffingtonpost.com

Il vino, prodotto dalla Hundred Acre Winery del vulcanico Jayson Woodbridges (considerato da Robert Parker tra "i più individualisti e non convenzionali produttori della California"), oltre a provocare punta su un deciso e furbetto richiamo territoriale visto che viene venduto con la seguente dicitura:"Coming from the Lazio region of Italy, just south of Rome, the grapes are being nurtured by a climate very similar to the one you'll find here in the Napa Valley with warm summer days and cool nights".

Quindi, traducendo al volo, il Lazio rappresenterebbe una sorta di nuova Napa Valley visto che il clima è molto simile. Capito???????

Fonte: acevola.blogspot.com

Ah, non vi ho parlato dell'uvaggio. Si tratta di un vino a base Cabernet Sauvignon con piccole aggiunte di Petit Verdot e Primitivo. Ok, non saranno vitigni propriamente autoctoni ma da queste parti, nel Lazio, ho visto piantare anche di peggio.

La cosa che conta, secondo me, è che ci sia qualcun altro nel mondo che sta valorizzando il "marchio" Lazio sfruttandone anche tutte le potenzialità. 
Noi, invece, da queste parti stiamo ancora fermi alle guerre tra Strade del Vino ed a un paio di paginette di recensioni sulle principali guide.

Quando cominceremo a svegliarci? Non dico di produrre il vino che ti manda a fanculo ma qualche rudimento di marketing territoriale sarebbe importante che venisse insegnato a tanti vignaioli ed aziende del Lazio.

Jayson Woodbridge. Fonte: Drink Business.com

Negli Stati Uniti il vino sta vendendo tantissimo (costa circa 20$), l'Huffington Post gli ha dedicato un articolo, Robert Parker ne ha parlato, lo scandalo del nome e relative polemiche mantengono alta l'attenzione mentre noi, nel Lazio, a malapena raggiungiamo due paginette di vini recensiti nelle guide.


5 commenti:

WineRoland ha detto...

Il che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che una campagna di marketing ed il nome giusto valgono molto più di tutti i discorsi sui solfiti si/no. Leggevo oggi del Freschello, uno dei vini maggiormente venduti in Cina. Avranno sentito più il maggiociondolo o il corbezzolo?

Andrea Petrini ha detto...

il costo, il costo...

Anonimo ha detto...

Però mi pare che da parte dei produttori ci sia un pò di pigrizia a farsi vedere. Parlo solo per i piccoli e "naturali", ma a me non è sembrato normale che all'edizione Vini di Vignaioli di Roma non ci fosse nessun produttore del Lazio (correggetemi se sbaglio), e che a Enotica a Forte Prenestino ce ne fossero solo 2 o 3 (su 50...).

Valerio

Andrea Petrini ha detto...

A vini di Vignaioli c'era La Visciola (cesanese) mentre ad Enotica ho visto solo Trebotti.

C'è da dire che ci sono anche troppe manifestazioni e bisogna fare selezione

Anonimo ha detto...

La Visciola mi era sfuggito, a Enotica c'era sicuramente pure Macciocca, ma la sostanza poco cambia, ahimè... Hai ragione a dire che le manifestazioni sono troppe, ma almeno quelle che si svolgono nel loro mercato di riferimento mi aspetterei che fossero più bazzicate dai produttori "di casa". Poi vabbè, sicuramente i produttori sapranno farsi i loro conti meglio di chiunque altro...

Valerio