E' da un pò che l'Altro Nebbiolo, quello che per intenderci non viene dall'area di produzione del Barolo e del Barbaresco, è entrato nel mio cuore di degustatore e amante del vino.
I motivi? Tanti, magari personali, ma in generale l'unire vino puri, cristallini, eterei, ad un rapporto qualità\prezzo da brividi spinge moltissimo la scelta verso direzioni che vanno dalla Valtellina fino alla Valle D'Aosta, come nel caso di questo post, passando piacevolmente per alcune importanti denominazioni dell'Alto Piemonte come Boca, Gattinara, Lessona e Carema.
Ispirato da Fabrizio Gallino, che col suo libro "Vino in Valle" ha destato nuovo interesse verso i vini della Valle d'Aosta, ho deciso di acquistare da Bulzoni per circa 11 euro una bottiglia di Valle d 'Aosta D.O.C. - Donnas 2006 prodotto da un'altra importante e storica realtà cooperativa come le Caves Cooperatives de Donnaz fondata nel 1971 da un manipolo di vignaioli con l'intendo di tutelare l'appena nata D.O.C Donnaz, la prima della Valle d'Aosta.
Veduta di Donnas. Foto: http://www.donnasvini.it |
Perchè Donnaz e non Donnas? A questo punto è necessario chiarire con le parole di Michele Peyretti:"Donatium latino, Donatio nel 1620, Donax nel 1707, Donas nel 1799, Donnas nel 1800, Donnaz ad inizio secolo, ridiventa Donas dal 1939 al 1945. Dopo la caduta del fascismo che aveva italianizzato i nomi francesi nei nostri comuni, la quasi totalità dei Comuni riprende la precedente denominazione (Champorcher invece di Campo Laris, Pré Saint Didier invece di San Desiderio Terme, La Thuile invece di Porta Littoria ecc. ecc.). Donas diventa Donnaz. Nel 1976 si sostituisce la "z" con la "s". E' per questo che la DOC del 1971 è DONNAZ e tale è rimasta tale fino al nuovo decreto che ha istituito la Doc "Valle d'Aosta Donnas" del 1985. Un'altra curiosità: perché la "s" del plurale nella denominazione sociale "Caves Cooperatives de Donnas"? Perché fino al 1988, i soci hanno conferito alla cooperativa il vino. La vinificazione era fatta presso le varie cantine dei produttori, si trattava quindi di una cooperativa che riuniva le diverse cantine. Nel 1989 con la ristrutturazione e l'ampliamento dell'edifìcio, si è potuto finalmente dotare la cooperativa dei macchinari per vinificare in comune e da allora i soci conferiscono le uve come in tutte le cantine sociali".
A Donnas, piccolo paese della Bassa Valle d'Aosta situato a 300 metri s.l.m., l'attuale Cooperativa conta 86 soci e una superficie vitata totale pari a 26 ettari (!!) dove il nebbiolo, detto localmente "picotendro", fa la parte del leone assieme ad altre uve come vien de Nus, fumin, freisa, neyret, erbaluce e pinot grigio.
La viticoltura, nemmeno a dirlo, è eroica e mi ricorda molto la vicina Carema o la Valtellina vista la notevole parcellizzazione e la forte pendenza dei vigneti che, storicamente, viene affrontata con terrazzamenti sostenuti da muri a secco alti anche 4 metri collegati tra loro da ripidi scalini in pietra.
Picotendro. Foto:http://www.donnasvini.it |
Il sistema di allevamento è quello classico della pergola, detta localmente "topia", che viene sostenuta da pali in legno di castagno, preso direttamente dai boschi nei dintorni, o dalla caratteristiche colonne in pietra dalla forma tronco-conica. Le differenze con il Carema DOC, areale che dista poco più di 5 km, sono davvero minime in questo caso!
Foto:http://www.donnasvini.it |
Foto:http://www.donnasvini.it |
Una viticoltura estrema, fatta di passione e sudore, che fornisce vini dalla grande personalità e mai banali come questo Valle d'Aosta D.O.C. - Donnas 2006 (90% nebbiolo, 10% freisa e neyret) vinificato in vasche d'acciaio per circa 10 giorni e successivamente affinato per 12 mesi in botti di rovere francese da 25 hl e successivamente in bottiglia per almeno un altro anno.
Aprendo questo Donnas e, successivamente, esaminando il suo aspetto olfattivo, ti rendi subito conto che hai di fronte un vino duro, contratto, compatto, che probabilmente farebbe scappare la maggior parte dei wine lovers che cercano la morbidezza e la dolcezza di frutto nel vino.
No, qua c'è tutta l'asprezza del terroir che esalta l'austerità del picotendro valdostano donando un profilo aromatico che, disegnandosi col passare del tempo, assume la forma della ferro, della ghisa, delle spezie rosse e nere, del sottobosco invernale, della viola appassita.
Tutt'altro che un vino "piacione", soprattutto al palato che viene irrorato dalla nobile durezza del Donnas fatta di prepotente freschezza e trama tannica di grande maturità e fittezza. E' un sorso di grande austerità e verticalità dove ritrovo il territorio e il rispetto del giusto tempo di affinamento. Finale serio, deciso, lunghissimo e caratterizzato da ritorni salini, iodati.
Da quello che scrivo sembra un vino difficile ma vi posso assicurare che ha una bevibilità eccelsa visto che non si porta dietro nessuna pesantezza di sorta.
Il Donnas 2006 è un vino rigoroso ma soave, chiuso come un montanaro ma, se saprete apprezzare le sue caratteristiche, vi porterà in cima a vette ancora inesplorate.
Se volete abbinarlo a piatti regionali valdostani, vi posso consigliare un matrimonio d'amore con la zuppa di cavoli o di cipolle, col risotto al vino di Donnas ma anche con piatti più rustici come la polenta concia, spezzatino o fonduta a base di fontina stagionata.
Sul sito della'azienda c'è anche questa ricetta:
Carbonada
Tutt'altro che un vino "piacione", soprattutto al palato che viene irrorato dalla nobile durezza del Donnas fatta di prepotente freschezza e trama tannica di grande maturità e fittezza. E' un sorso di grande austerità e verticalità dove ritrovo il territorio e il rispetto del giusto tempo di affinamento. Finale serio, deciso, lunghissimo e caratterizzato da ritorni salini, iodati.
Il Donnas 2006 è un vino rigoroso ma soave, chiuso come un montanaro ma, se saprete apprezzare le sue caratteristiche, vi porterà in cima a vette ancora inesplorate.
Se volete abbinarlo a piatti regionali valdostani, vi posso consigliare un matrimonio d'amore con la zuppa di cavoli o di cipolle, col risotto al vino di Donnas ma anche con piatti più rustici come la polenta concia, spezzatino o fonduta a base di fontina stagionata.
Sul sito della'azienda c'è anche questa ricetta:
Carbonada
INGREDIENTI:
800 gr di carne di manzo (meglio se sotto sale)
gr 25 di burro
gr 50 di pancetta
una cipolla
un po' di farina bianca
sale
pepe
cannella in polvere
noce moscata
chiodi di garofano
mezza bottiglia (3 bicchieri) di Donnas
gr 25 di burro
gr 50 di pancetta
una cipolla
un po' di farina bianca
sale
pepe
cannella in polvere
noce moscata
chiodi di garofano
mezza bottiglia (3 bicchieri) di Donnas
PREPARAZIONE:
Far cuocere, senza rosolare, la cipolla tritata finemente con la pancetta tagliata a dadini. Togliere la pancetta e le cipolle e nello stesso burro cuocere a fuoco vivo la carne tagliata a dadini, condirla quindi con sale, pepe, noce moscata, cannella e chiodi di garofano e spolverare con la farina. Aggiungere il vino e far cuocere a fuoco basso. Servire con patate bollite o polenta.
La Carbonada. Foto: |