attraverso la traduzione di articoli dei più noti fisiologi polmonari mondiali e tossicologi forensi, che l’alcol misurato dall’etilometro non proviene dagli alveoli polmonari che lo catturano dal sangue, ma attraverso uno scambio lungo il cavo orale. Questo significherebbe che la concentrazione misurata non ha perciò nessun collegamento con la percentuale di alcol realmente presente nel sangue. La legge, atta a scoprire e sanzionare i guidatori “ubriachi”, si basa sulla quantificazione della concentrazione di alcol nel sangue, utilizzando però apparecchiature (ABT) che misurano la concentrazione di alcol nel fiato (che non ha nessun riflesso sulle capacità di guida). Questa scelta conduce alla manifesta anomalia di misurare una cosa (quantità di alcol nel fiato, BrAC) per ottenerne un’altra (quantità di alcol nel sangue,BAC).
Questa sarebbe una delle tante anomalie che troverete scritte nel dossier che vi invito a scaricare e leggere.
Percorsi di Vino, partecipando civilmente alla protesta, non vuole incitare nessuno a bere senza moderazione però, nello stesso tempo, vuole anche evitare che l'alcol sia criminalizzato in maniera eccessiva anche perchè questo è solo uno dei motivi dei tanti incidenti stradali.
Perchè allora non fare test sul consumo di cocaina agli automobilisti? Oppure verificare se questi hanno fatto abuso di farmaci o altre sostanze psicotrope?
Detto che la questione è apertissima e in via di sviluppo, Franco Ziliani, dalle pagine del suo blog, propone di protestare contro questo legge farsa in questo modo: "uscire dal Vinitaly e presentarci in massa, a piedi, perché non essendo ancora saliti nelle nostre auto non ci possono accusare di aver compiuto
Facciamolo in cento, cinquecento, mille, e ancora di più e se necessario presentiamoci in massa, arrivandoci a piedi o in autobus, al comando dei vigili urbani di Verona in via del Pontiere, a quello della Polizia Stradale in Lungadige Galtarossa, convochiamo i cronisti dell’Arena di Verona e dei principali quotidiani e delle televisioni, solleviamo il caso, facendo clamorosamente risaltare l’ipocrisia di una situazione paradossale che autorizza di fatto l’infrazione ed il reato di massa.
Questo perché sarebbe letteralmente impossibile controllare le migliaia di visitatori che usciti dal Vinitaly salgono sulle loro auto, perché si sa perfettamente – e si fa finta di non sapere – che tantissimi di loro non sono in regola.
Un gesto clamoroso, una protesta plateale, spettacolare. Forse il modo migliore, in quella che per cinque giorni è la capitale del mondo del vino italiano, per sollevare un problema, quello della schiavitù da etilometro, degli eccessi di severità da etilometro, lo ripeto, del “terrorismo” da etilometro, dell’ingiusta criminalizzazione di chi, in fondo, non fa altro che bere due o tre bicchieri".
Io ci sto e voi?





























