Pubblico interamente un articolo tratto dal Il Messaggero nella speranza che la sua lettura faccia riflettere sulle contraddizioni che esistono tra consumo di alcol (legale) e uso di droghe (vietato).
L'alcol è la droga più dannosa di tutte: più nociva di eroina e crack, se vengono presi in considerazione i danni per la salute di chi lo usa e per il resto della società: lo sostiene uno studio britannico pubblicato sulla rivista Lancet. Una ricerca condotta da David Nutt, l'ex consigliere del governo per la lotta alla droga, suggerisce che il danno complessivo prodotto dagli alcolici richiede strategie coraggiose e aggressive sul fronte della sanità pubblica. Lo studio riapre il dibattito sulla classificazione degli stupefacenti in Gran Bretagna e sulla necessità di una campagna complessiva contro l'alcolismo.
Oggi nel Regno Unito è partito un appello al ministero dell'Interno perché affronti i problemi posti dall'alcolismo "passivo" sull'esempio delle campagne contro il fumo passivo: «Troppe aree del paese sono vittima di vandalismi, vomito, risse e altri comportamenti asociali» legato al consumo eccessivo di alcolici, si legge nel documento di tre organizzazioni tra cui "Open All Hours?" un gruppo che si batte per una regolamentazione degli orari dei pub.
Oggi nel Regno Unito è partito un appello al ministero dell'Interno perché affronti i problemi posti dall'alcolismo "passivo" sull'esempio delle campagne contro il fumo passivo: «Troppe aree del paese sono vittima di vandalismi, vomito, risse e altri comportamenti asociali» legato al consumo eccessivo di alcolici, si legge nel documento di tre organizzazioni tra cui "Open All Hours?" un gruppo che si batte per una regolamentazione degli orari dei pub.
Lo studio di Lancet va un passo oltre: se le droghe fossero classificate per il danno che producono, sostengono Nutt e i suoi colleghi dell'Independent Scientific Committee on Drugs, gli alcolici, venduti liberamente in Gran Bretagna a differenza di droghe come Ecstasy o marijuana, dovrebbero rientrare nella categoria A, con l'eroina e il crack. Nella classificazione di Lancet, su una scala di nocività da 1 a 100, l'alcol è a quota 72, l'eroina a 55 e il crack a 54. Gli alcolici sono tre volte più dannosi di cocaina (27) e del tabacco (26), si legge sulla rivista scientifica britannica, mentre i danni dell'ecstasy (9) sono appena un ottavo al pari degli steroidi e prima dell'Lsd (7) e dei funghi allucinogeni (5).
Nutt è stato licenziato lo scorso anno dall'allora ministro dell'interno Alan Johnson per aver contestato la posizione del governo contraria a una revisione della classificazione degli stupefacenti. Il professore voleva che la marijuana restasse droga di categoria C, mentre l'ecstasy venisse scalata dalla classe A sulla base di un giudizio di minor pericolosità rispetto ad altre sostanze proibite. «E' interessante notare - dice Nutt - che le due droghe legali in classifica sono in testa alla nostra scala di valutazione: un fatto che indica che le droghe legali provocano almeno altrettanti danni di quelle illegali». Secondo stime dell'Oms i rischi legati all'alcol causano 2,5 milioni di morti all'anno per malattie cardiache o epatiche, incidenti stradali, suicidio e cancro, pari al 3,8 per cento di tutte le morti.
Nutt è stato licenziato lo scorso anno dall'allora ministro dell'interno Alan Johnson per aver contestato la posizione del governo contraria a una revisione della classificazione degli stupefacenti. Il professore voleva che la marijuana restasse droga di categoria C, mentre l'ecstasy venisse scalata dalla classe A sulla base di un giudizio di minor pericolosità rispetto ad altre sostanze proibite. «E' interessante notare - dice Nutt - che le due droghe legali in classifica sono in testa alla nostra scala di valutazione: un fatto che indica che le droghe legali provocano almeno altrettanti danni di quelle illegali». Secondo stime dell'Oms i rischi legati all'alcol causano 2,5 milioni di morti all'anno per malattie cardiache o epatiche, incidenti stradali, suicidio e cancro, pari al 3,8 per cento di tutte le morti.
Fonte: Il Messaggero del 02/11/2010