La mia passione per il Verdicchio è ormai abbastanza conosciuta e spesso e volentieri il mio cuore di appassionato si divide tra Jesi e Matelica. Faccio outing: quest'ultimo territorio, per le sue caratteristiche di unicità, ha avuto su di me sempre un grande fascino, un'attrazione fatale legata spesso alla caratteristiche del vino che ne deriva che, con le dovute eccezioni, è di frequente scontroso, verticale, minerale e, questo me lo insegna l'esperienza, legato a processi di invecchiamento molto ma molto interessanti.
Perchè un territorio unico e differente da Jesi? Pur essendo sostanzialmente simili da un punto di vista geologico, visto che le vigne poggiano mediamente su terreni calcareo-argillosi, le principali divergenze riguardano l'orientamento delle vigne e il clima. Nel primo caso, infatti, mentre l'areale di Jesi con i suoi vigneti scorre in direzione ovest-est con ai margini le montagne e il mare Adriatico, a Matelica l'orientamento delle vigne corre lungo l'asse nord-sud e, come possiamo vedere anche dalla cartina, l'influenza del mare e della sue correnti è abbastanza limitata.
Fonte: http://www.imtdoc.it |
L'altro elemento distintivo tra Jesi e Matelica riguarda sicuramente il clima che nel secondo territorio, caratterizzato anche da rilievi che sfiorano i 700 metri di altezza, è mediamente più freddo con forti escursioni termiche tra giorno e notte soprattutto durante i mesi "caldi" della vendemmia.
Il Verdicchio di Matelica, prima DOC delle Marche, attualmente consta di circa 300 ettari vitati e il suo disciplinare di produzione (art. 2) prevede che possa essere ottenuto da uve del vitigno Verdicchio, presente in ambito aziendale, per un minimo dell’ 85%. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella Regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente, per un massimo del 15%. La versione "Riserva" è una DOCG e, secondo le regole, deve avere un pò più di alcol (12% contro 11,5%), acidità (5 g/l contro 4,5 g/l) e un estratto maggiore (18 g/l contro 16 g/l). La zona di produzione (art. 3) comprende parte del territorio dei comuni di Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino e Pioraco in provincia di Macerata e parte del territorio dei comuni di Cerreto D'Esi e Fabriano, in provincia di Ancona.
Per approfondire meglio la tipologia e, soprattutto, per scoprire le differenze tra i principali produttori di Verdicchio di Matelica ho organizzato una orizzontale sull'annata 2012 e parallelamente, un focus sul millesimo 2010 con le varie "Riserve".
Verdicchio di Matelica "Vigneti del Cerro" 2012 - Belisario: bellissima espressione del territorio che si fa apprezzare per la sua sapidità unita ad intrigante intreccio fatto di agrumi ed anici. Vino dritto, chiude con suffusi accenti minerali.
Verdicchio di Matelica 2012 - Collestefano: il verdicchio di Fabio Marchionni in questa fase di gioventù è tagliente, vitreo e affilato come la lama della spada di Goemon. Se fosse una canzone? L'essenziale di Mengoni. L'annata calda non si percepisce e, a 5 euro in cantina, rimane ancora il solito grande rapporto q/p. Da aspettare.
Verdicchio di Matelica 2012 - Bisci: rispetto agli altri è un verdicchio più "pop" con un olfatto che rimanda alla frutta esotica, alla mandorla fresca e all'anice. Alla gustativa parte bene ma arrivato a centro bocca si perde un pò e cala inaspettatamente. Un pò monocorde avrà forse bisogno di tempo per aggiustarsi.
Verdicchio di Matelica 2012 - Fattoria La Monacesca: la solita corazzata che porta avanti un'idea di grandezza e grassezza senza tralasciare gli aspetti di eleganza e personalità. Lo riconosci alla cieca e lo riconosceresti tra mille. Stella polare del Matelica.
Verdicchio di Matelica "Alarico" 2012 - Vini Maraviglia: ho aperto due bottiglie di questo vino: la prima aveva problemi di tappo e la seconda aveva un problema di rifermentazione in bottiglia. Troppo discontinuo per un giudizio il più possibile coerente con la tipologia.
Dopo questa breve ma intensa panoramica sul 2012, siamo passati ad "ascoltare" cosa avevano da dire i vari vari Verdicchi di Matelica selezionati per l'annata 2010
Verdicchio di Matelica "Meridia" 2010 - Belisario: il bagaglio olfattivo, diviso tra frutta e fiori, è ancora abbastanza acerbo e la sensazione è ancora di più accentuata visto che, col tempo, il vino si apre tirando fuori dal cilindro soffi di linfa ed erba. Al sorso conferma la tendenza di quanto percepito con l'annata 2012, è fresco, teso e chiude iodato. Per ora è ancora un verdicchio che paragonerei ad una giovane matricola universitaria.
Verdicchio di Matelica "Vertis" 2010 - Borgo Paglianetto: questa piccola azienda si fa apprezzare anche per questo millesimo che definirei didattico per i suoi profumi di agrumi, anice, mandorla, ginestra e camomilla. Rinfrescante, sapido, appagante al sorso molto ben equilibrato e armonioso. Solo in magnum e, per 18 euro, è un bellissimo acquisto.
Verdicchio di Matelica "Vigneto Fogliano" 2010 - Bisci: coerente rispetto la versione "base" visto che ritrovo gli stessi aromi di frutta tropicale, ananas un primis, a cui seguono sensazioni di artemisia, mandorla dolce e ginestra appassita. Palato in armonia, fervido, polposo ed incalzato da una spinta acida decisa a cui seguono, nel finire, ritorni iodati. Possiamo confermare la nascita dello Bisci style?
Verdicchio di Matelica 2010 - Collestefano: l'evoluzione nel del Verdicchio di Matelica a volte è inaspettata, a volte è spiazzante come in questo caso dove il vino si mette le vesti di un grande riesling di Mosella e tira fuori un mix di odori che vanno dall'idrocarburo al salmastro fino ad arrivare alla frutta a polpa gialla. Sorso pieno e dinamico che porta tutto il suo peso specifico molto oltre il singolo sorso.
Verdicchio di Matelica "Mirum" 2010 - Fattoria La Monacesca: sontuoso, possente, glicerico, goloso e godurioso, è il solito Mirum che in questa annata "classica" si fa apprezzare per una "dolcezza" calibrata che ricorda molto la frutta al sole, il miele, le spezie orientali e la ginestra. Sorso di impatto ma cesellato nell'equilibrio. Finale interminabile. Anche La Monascesa ha il suo stile.
Bene, cosa ho imparato in tutta questa degustazione? Sicuramente che il Verdicchio di Matelica, pur con le sue differenze interne legate al "manico" del produttore, è sostanzialmente un vino di grande verticalità che più che giocare con l'acidità si caratterizza per tratti sapidi e spesso iodati. Il corredo olfattivo, mediamente, è composto da agrumi, anice, mandorla e fiori gialli. Ah, non ce ne era bisogno, ma il Verdicchio di Matelica, così come quello di Jesi, sono vini che evolvono egregiamente.
Prosit!
Il Verdicchio di Matelica, prima DOC delle Marche, attualmente consta di circa 300 ettari vitati e il suo disciplinare di produzione (art. 2) prevede che possa essere ottenuto da uve del vitigno Verdicchio, presente in ambito aziendale, per un minimo dell’ 85%. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella Regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente, per un massimo del 15%. La versione "Riserva" è una DOCG e, secondo le regole, deve avere un pò più di alcol (12% contro 11,5%), acidità (5 g/l contro 4,5 g/l) e un estratto maggiore (18 g/l contro 16 g/l). La zona di produzione (art. 3) comprende parte del territorio dei comuni di Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino e Pioraco in provincia di Macerata e parte del territorio dei comuni di Cerreto D'Esi e Fabriano, in provincia di Ancona.
Per approfondire meglio la tipologia e, soprattutto, per scoprire le differenze tra i principali produttori di Verdicchio di Matelica ho organizzato una orizzontale sull'annata 2012 e parallelamente, un focus sul millesimo 2010 con le varie "Riserve".
Verdicchio di Matelica 2012 - Collestefano: il verdicchio di Fabio Marchionni in questa fase di gioventù è tagliente, vitreo e affilato come la lama della spada di Goemon. Se fosse una canzone? L'essenziale di Mengoni. L'annata calda non si percepisce e, a 5 euro in cantina, rimane ancora il solito grande rapporto q/p. Da aspettare.
Foto: Cellartracker |
Verdicchio di Matelica "Terravignata" 2012 - Borgo Paglianetto: freschissimo ed invitante rimanda ad un cesto di fiori bianchi, melone bianco, limone e soffi salmastri. Invita costantemente alla beva per la sua verticalità e per un finale sapidissimo che dona persistenza e personalità.
Verdicchio di Matelica 2012 - Bisci: rispetto agli altri è un verdicchio più "pop" con un olfatto che rimanda alla frutta esotica, alla mandorla fresca e all'anice. Alla gustativa parte bene ma arrivato a centro bocca si perde un pò e cala inaspettatamente. Un pò monocorde avrà forse bisogno di tempo per aggiustarsi.
Verdicchio di Matelica 2012 - Fattoria La Monacesca: la solita corazzata che porta avanti un'idea di grandezza e grassezza senza tralasciare gli aspetti di eleganza e personalità. Lo riconosci alla cieca e lo riconosceresti tra mille. Stella polare del Matelica.
Verdicchio di Matelica "Alarico" 2012 - Vini Maraviglia: ho aperto due bottiglie di questo vino: la prima aveva problemi di tappo e la seconda aveva un problema di rifermentazione in bottiglia. Troppo discontinuo per un giudizio il più possibile coerente con la tipologia.
Dopo questa breve ma intensa panoramica sul 2012, siamo passati ad "ascoltare" cosa avevano da dire i vari vari Verdicchi di Matelica selezionati per l'annata 2010
Verdicchio di Matelica "Meridia" 2010 - Belisario: il bagaglio olfattivo, diviso tra frutta e fiori, è ancora abbastanza acerbo e la sensazione è ancora di più accentuata visto che, col tempo, il vino si apre tirando fuori dal cilindro soffi di linfa ed erba. Al sorso conferma la tendenza di quanto percepito con l'annata 2012, è fresco, teso e chiude iodato. Per ora è ancora un verdicchio che paragonerei ad una giovane matricola universitaria.
Verdicchio di Matelica "Vigneto Fogliano" 2010 - Bisci: coerente rispetto la versione "base" visto che ritrovo gli stessi aromi di frutta tropicale, ananas un primis, a cui seguono sensazioni di artemisia, mandorla dolce e ginestra appassita. Palato in armonia, fervido, polposo ed incalzato da una spinta acida decisa a cui seguono, nel finire, ritorni iodati. Possiamo confermare la nascita dello Bisci style?
Foto: Vivino.com |
Verdicchio di Matelica "Mirum" 2010 - Fattoria La Monacesca: sontuoso, possente, glicerico, goloso e godurioso, è il solito Mirum che in questa annata "classica" si fa apprezzare per una "dolcezza" calibrata che ricorda molto la frutta al sole, il miele, le spezie orientali e la ginestra. Sorso di impatto ma cesellato nell'equilibrio. Finale interminabile. Anche La Monascesa ha il suo stile.
Bene, cosa ho imparato in tutta questa degustazione? Sicuramente che il Verdicchio di Matelica, pur con le sue differenze interne legate al "manico" del produttore, è sostanzialmente un vino di grande verticalità che più che giocare con l'acidità si caratterizza per tratti sapidi e spesso iodati. Il corredo olfattivo, mediamente, è composto da agrumi, anice, mandorla e fiori gialli. Ah, non ce ne era bisogno, ma il Verdicchio di Matelica, così come quello di Jesi, sono vini che evolvono egregiamente.
Prosit!