Lo Champagne Polisy di André et Jacques Beaufort

Se un giorno mi avessero detto che avrei "guidato" una verticale di Champagne mi sarei messo a ridere perchè in Italia, per non parlare di Roma, c'è gente molto ma molto più preparata di me.
Un pizzico di fortuna e amici temerari che credono nel sottoscritto possono ridefinire il destino di un wine blogger che, un pomeriggio di giugno, può essere catapultato al Wine Expo di Zagarolo per incontrare Réol Beaufort, uno dei figli di Jacques, per vivere assieme a lui una degustazione anticonformista e, forse, irripetibile.

Descrivere la filosofia di Jacques Beaufort non è cosa semplice viste le sue mille sfaccettature per cui, complice un pubblico vasto ed eterogeneo, dovevo trovare le parole adatte a preparare gli ospiti ad una esperienza degustativa "inedita". 
Come iniziare l'evento? Beh, migliore risposta a questa domanda non poteva che essere data dalla guida 99 Champagne che così descrive Beaufort e i suoi Champagne:
Non sono assolutamente champagne per iniziati, ma champagne che trovano il loro primario valore nell'essere espressione di una vigna curata in modo maniacale e un'uva di qualità assoluta, valore che si percepisce ad ogni sorso, sorso a volte forse manchevole di alcuni "canoni" estetici di perfettibilità che non gli devono appartenere.Qui non c'è nessuna ricerca estetica, c'è semmai la ricerca etica di uno champagne fatto con un'uva e non con un'altra, che viene da quella terra, e non da un'altra, in quella determinata annata e non in un'altra, frutto di una trasformazione in cantina che vuole rispecchiare e rispettare quell'uva, quella terra, quell'annata.
Poi è toccato a Réol descrivere la sua azienda e fare le veci del papà. Pochi minuti di convenzionalità che, nel prosieguo della degustazione, verranno amabilmente vanificati!!!


Come avete visto nel video, Réol non vedeva l'ora di prendere le bottiglie portate direttamente dalla sua cantina in attesa di essere sboccate. Già, avete capito bene, il nostro vignaiolo per tutte le bottiglie ha effettuato in sala un dégorgement à la volée. Avete mai visto come si fa? Eccolo!!



La verticale, come scritto in precedenza, ha riguardato solo ed esclusivamente lo Champagne proveniente dalla zona di Polisy che rappresenta uno dei due territori, l'altro è Ambonnay (Grand Cru), dove Beaufort ha impiantato le vigne di pinot nero, in prevalenza, e chardonnay.

Degustare in maniera tecnica ed oggettiva uno Champagne appena sboccato potrebbe essere lavoro fattibile. 
Degustare in maniera tecnica ed oggettiva uno Champagne mentre Réol cerca di innaffiare i sommelier col vino stile premiazione Formula 1 potrebbe essere moooooolto più complicato. Mi impegnerò!

Champagne Beaufort Polisy 2010 (100% pinot nero): l'annata abbastanza difficile viene interpretata magistralmente dal produttore che dà vita ad un vino di bella struttura e solidità con note intense di frutta gialla e spezie orientali a cui segue un sorso rotondo, intenso e di grande persistenza sapida. 


Champagne Beaufort Polisy 2009 (100% pinot nero): l'annata favorevole si sente subito annusando il vino che in maniera franca si esprime su sensazioni di freschezza. Se quello di prima era già uno Champagne adulto, questo invece è uno ragazzino un pò bullo e ancora con i brufoli che mostra solo durezza ed arroganza minerale. Appagante il sorso e la sua persistenza finale che va avanti per minuti.

Champagne Beaufort Polisy 2008 (80% pinot nero, 20% chardonnay): l'annata molto classica, più pronta rispetto alla 2009, si percepisce subito anche se, in una ipotetica scala evolutiva, il vino si piazza a metà strada tra la 2009, sbarazzina, e la 2010 con i suoi fianchi larghi e confortanti. Fruttato, con tratti terrosi e speziati, ha un ottimo equilibrio alla beva dove la sapidità gioca una partita tutta sua prolungando oltre misura la persistenza. Così com'è, oggi, è lo Champagne che preferirei, per molteplicità di abbinamento, su una tavola imbandita.

Champagne Beaufort Polisy 1997 (80% pinot nero, 20% chardonnay): l'annata è stata particolarmente difficile ma Beaufort è riuscito comunque a fornire alla vigna un buon equilibrio che, di pari passo, troviamo anche nel vino che dopo 17 anni si svela dotato di bella complessità aprendosi su note di frutta secca, cotognata, iodio, tocchi di miele e zenzero. Sorso solido, concreto, dove acidità e sapidità sono ancora abbastanza graffianti e performanti. Un primo approccio ai grandi champagne invecchiati firmati Beaufort!

Champagne Beaufort Polisy 1996 (80% pinot nero, 20% chardonnay): come descrivere uno champagne così in una delle migliori annate di sempre? L'unica cosa che mi viene in mente è un'armata invincibile dove fanteria, cavalleria e divisione corazzata sono perfettamente coese facendosi ammirare per forza e magnificenza. E' un bere psichedelico, può creare dipendenza.

Champagne Beaufort Polisy 1989 (80% pinot nero, 20% chardonnay): ed eccolo qua il vecchietto del gruppo che molti tra i partecipanti davano sulla via dell'ospizio. Ed invece no!! Tiè! Bello pimpante e non troppo brizzolato si fa apprezzare per un ventaglio di aromi che vanno dal caramello alla crema bruciata fino ad arrivare alla noce, al pepe bianco e alla mineralità quasi rossa. Sorso dinamico, appagante, florido con ottimo allungo finale. Una bella conferma e, per molti, una grande sorpresa!



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