Rosso Cesanese 2013: considerazioni finali

Avevo deciso di non scrivere, di evitare le polemiche e i rancori di qualche produttore ancora offeso per le mie riflessioni di due anni fa.

Non ho cambiato di molto la mia idea, eviterò infatti di soffermarmi sulle descrizioni dei singoli vini presentati sabato scorso ad Anagni perchè non ne vale la pena, ritengo sia importate fare solo un discorso generale tanto, come si è evidenziato in degustazione, chi lavora bene si vede e, purtroppo, sono sempre i soliti nomi.

Quest'anno Rosso Cesanese, che presentava per la prima volta anche le DOC Affile e Olevano Romano, non era una vera e propria anteprima del Cesanese ma bensì una sorta di vetrina territoriale dove venivano presentate alla stampa e al pubblico le annate 2012, 2011 e 2010 (solo Superiore e Riserva).


Cosa posso dire in generale senza offendere nessuno? Bah, che il livello medio trovato non mi ha esaltato, anzi, molti Cesanesi mi sono sembrati squilibrati in quanto caratterizzati o da alcol in eccesso o, in linea di massima, da squilibri vari che prendevano a volta la forma di pseudo Amaroni Ciociari o psuedo SuperCesanens dal legno lussureggiante.
Olfattivamente, tranne qualche caso, ho trovato vini non dotati di grande complessità, giocati spesso su sentori di frutta rossa, spesso sotto spirito, e poco altro. 
Al sorso, nonostante le grandi strutture, molti erano "magri", dalla persistenza flebile, giocati sul tannino troppo graffiante o, in altri casi, dall'acidità troppo sferzante. Probabilmente il cesanese d'Affile è un'uva difficile da gestire, specie nelle annate calde, e tutto questo ce lo ritroviamo sovente nel bicchiere.
Per quanto riguarda i vini Riserva presentati, se questo è il risultato, allora meglio abbandonare la strada perchè il consumatore si aspetta sicuramente altro da questa tipologia.

Alcune defezioni, come quella de La Visciola, spero che Piero abbia le sue ragioni ma il prossimo anno lo rivoglio ad Anagni perchè in questo contesto solo l'unione può fare la forza.

Se dovessi indicare un Cesanese sul quale scommettere per il futuro, qualche fiches la punterei su Bosco Castello di Maria Elena Sinibaldi. Il suo BIVI! 2012 l'ho trovato molto intenso, complesso ed equilibrato, forse un filo esile ma ha tutto il tempo di migliorare.

Il mio preferito? Naaaaaaa, basta fare pubblicità ai soliti noti :-)

Grappolo di cesanese

Il finale è per i ringraziamenti che, come ogni anno, vanno fatti a tutta l'organizzazione (Comune di Anagni, Consorzio Tutela del Cesanese del Piglio DOCG, Strada del vino Cesanese ed ASPIN) e, in particolare, a Maria Ernesta Berucci.

Io, nonostante tutto, continuerò sempre a credere in queste denominazioni (Piglio, Olevano e Affile) perchè i territori di riferimento sono davvero unici e gli spazi di crescita davvero ampi.

L'importante, come al solito, è crederci e non  mollare mai!

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