Il vino dell'Etna a Roma: piccoli appunti di degustazione

I vignaioli dell'Etna sono sbarcati a Roma grazie ancora a Tiziana Gallo che a Roma, cominciando dai Vini Naturali, organizza sempre degustazioni di grande interesse.

Devo dire che la curiosità di partecipare all'evento era tanta, ero curioso di capire la strada che sta intraprendendo questa tipologia di vino che, osannato da alcuni come il Borgogna italiano, ha sofferto un pò del paragone visto che, tranne rare eccezioni, nel lungo periodo non ha mai offerto le risposte che ci si aspettava.

Ma che territorio è quello dell'Etna, una delle più antiche DOC italiane (1968)? 

L'area di produzione interessa parte del territorio dei comuni di Aci, Sant'Antonio, Acireale, Belpasso, Biancavilla, Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Mascali, Milo, Nicolosi, Paternò, Pedara, Piedimonte Etneo, Randazzo, Sant'Alfio, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea, sulle pendici dell'Etna, in provincia di Catania.


I vitigni, coltivati ad alberello su terreni sabbiosi di origine vulcanica, sono piantati fino ad oltre 1000 metri di altezza, una viticoltura spesso eroica che, anno dopo anno, anche per via del clima sempre più caldo, cerca nuovi spazi scalando quel vulcano che i siciliani chiamano a' Muntagna.

Il patrimonio ampelografico è estramamente interessante e, per quanto riguarda le uve a bacca bianca, è costituito prevalentemente da vitigni anche centenari come il carricante ed il cataratto, le due principali uve con cui si producono le due Doc Etna Bianco ed Etna Bianco Superiore. Più rara è la Minnella bianca.

L'Etna Rosato Doc e l'Etna Rosso Doc, invece, è costituito da due storici vitigni autoctoni come il nerello mascalese e il nerello cappuccio.

Fatta questa premessa un pò didattica, devo dire la degustazione è stata di ottimo livello, nell'areale dell'Etna Doc ci sono aziende estremamente valide con punte di assoluta eccellenza. Di seguito, gli appunti di degustazione dei migliori assaggi

Graci: dei dui vini presentati mi ha colpito moltissimo l'Etna Rosso Doc Quota 600, un nerello mascalese in purezza che colpisce per la sua mediterranea complessità accompagnata da tocchi di fiori viola. Ottimo per equilibrio e persistenza.


Foto: Andrea Federici

Valcerasa: la prima menzione speciale è per il loro l'Etna Bianco Doc 2009 che sprizza territorialità da tutti i pori con un quadro gustativo dove spicca la sapidità del terreno. Il sorso salato dell'Etna. Altra segnalazione per l'Etna Rosso Doc 2007, un mix di frutta rossa e macchia mediterranea che conquista subito il palato..e l'animo

Girolamo Russo: per me una delle sorprese della giornata. a' Rina, Feudo e San Lorenzo (nerello mascalese con piccola percentuale di cappuccio), tutti annata 2010, rappresentano vini di un livello qualitativo medio pazzesco. La mia preferenza va al San Lorenzo, il Cru aziendale, che mostra una profondità intrigante fatto di frutta nera croccante, fiori, spezie e mineralità vulcanica. Fresco, lungo, sapido, inarrestabile.


Foto: Andrea Federici

Tenuta di Fessina: oltre al solito grande Musmeci 2008, volevo segnalare l'Etna Bianco Doc a' Puddara 2010, un esempio di come il Carricante in Sicilia può venire davvero elegante e leggiadro. Ottimo anche il Nakone, uno chardonnay in purezza sapido e fresco che diverge da certe tipologie che possiamo trovare nella stessa isola. A buon intenditor poche parole...

Benanti: l'Etna Bianco Superiore Doc Pietramarina 2008, uno dei grandi vini bianchi italiani, è talmente giovane e citrino che alla cieca non lo piazzerei in Sicilia. Il vero marchio di fabbrica di Benanti è stato invece l'Etna Rosso Doc Serra della Contessa 2004 un vino grandioso che fa comprendere le reali potenzialità dei vari nerello se coltivati ed amati come si deve. Ferroso, mentolato, speziato, bastava un sorso per essersi ripagato l'ingresso.

Feudo Cavaliere: altra azienda a me sconosciuta che invece si è rivelata di grande interesse. Da segnalare il Etna Rosato Doc Millemetri 2010 dal sorso sapido e terroso e l'Etna Rosso Doc Millemetri 2008 dal carattere austero, quasi oscuro, che incanta per la sua scia minerale nell finale di beva.

Passopisciaro: chapeau a questa azienda che ha mi ha incantato con i suoi due vini in degustazione. Il primo, Sicilia IGT Rosso Passopisciaro 2010, è un nerello mascalese in purezza da vecchie vigne che sa di frutta rossa e macchia mediterranea e che conquista il palato per la sua estrema bevibilità. Il Contrada P 2010, da una piccola parcella posta in contrada Porcaria, aggiunge al precedente profondità, mineralità, eleganza e persistenza record. Un vino da ricordare.


Foto:Andrea Federici

I Vigneri di Salvo Foti: anche in questo caso la linea dei vini presentati era di grande livello ma la mia menzione speciale va al Sicilia Rosato IGT Vinudilice 2010 da uve alicante, grecanico, minnella e altre poste ad una altezza di 1.300 metri. E' un rosato spaziale, non convenzionale, una porzione di anima di Sicilia in rosa.

I Custodi delle Vigne dell'Etna: anche se forse l'annata non lo valorizza al massimo, l'Etna Bianco Doc Ante 2010, da uve carricante, grecanico e minnella, rappresenta sempre un gran bel bere. Si propone con toni agrumati, mimosa, erbe mediterranee fresche e sapidità marina. Bocca fresca, intensa, minerale.

Ho saltato, per questione di tempo altri interessanti vignaioli tra cui l'azienda agricola Calcagno e, a giudicare da quello che leggo in internet,  la mia mancanza non ammette perdono. Spero di rifarmi in futuro. Alla prossima!


Gruppo Enoroma


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